La piccolissima startup di Seattle, Peachy Keen Games (composta da due sole persone) ha sviluppato un bizzarro simulatore di Neko Bar
La moda dei Neko Café l’hanno lanciata, diversi anni fa, i giapponesi (e chi se no?). In barba alle più elementari regole di igiene, sono locali pubblici in cui si consuma mentre si gioca o si accarezzano i felini gentilmente messi a disposizione dal gestore. Nell’arcipelago nipponico, noto per l’alto livello di preoccupazioni del salaryman medio, poter staccare per 10 minuti dalle persecuzioni del capo, consegne e scadenze molestando batuffolosi antistress viventi, ha decretato subito il successo di quell’idea imprenditoriale e i locali zeppi di mici sono diventati subito di moda. Ve ne parliamo perché il gioco testato oggi, Calico, si propone proprio come un buffo e soffice simulatore di Cat Bar.
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Nonostante l’aspetto, Calico è una produzione occidentale in piena regola. Distribuito da Whitethorn Digital, questo titolo proposto attorno i 10 euro è stato sviluppato nel cuore degli Stati Uniti, a Seattle, da Peachy Keen Games, startup innovativa composta da 2 sole persone, al suo primo videogame.
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Calico, ovvero gatti, gatti e ancora gatti
Difficile inquadrarlo in un genere di riferimento, perché Calico è un non-gioco, un titolo cioè privo di obiettivi ludici. Scordatevi damigelle da salvare e regni in pericolo. Ci si limita a gestire un Neko Cafè caduto in disgrazia e posizionato su di un’isola (a forma di stella) popolata per lo più da gatti. Siamo insomma dalle parti di Animal Crossing e di Harvest Moon, ma anche rispetto ai titoli appena citati, Calico si rivela molto più debole sul versante delle side quest proposte al giocatore e del profilo gestionale.
Niente ortaggi da coltivare o cittadine da costruire. In Calico ci si limita a parlare con i pochi PNG (personaggi non giocanti) presenti, che di tanto in tanto ci daranno qualche dritta o qualche lavoretto, ma l’obiettivo principale è arredare il proprio Cat Cafè e riempirlo di gatti. I gatti sono ovunque, di tutti i colori e pure di tutte le dimensioni. Non scherziamo: alcuni sono così grossi che potranno essere cavalcati, altri così grassi che dovranno essere fatti rotolare. Si gira per la mappa con l’unica finalità di acchiapparli per portarli a vivere con noi, dopodiché potranno essere accarezzati e accuditi.
Tutto qui? Tutto qui. A onor del vero potremo agguantare altri animali: orsi, volpi, conigli, corvi e cornacchie. Tanto per dire i primi che ci sono venuti in mente, sempre per rallegrare il nostro bar, ma è chiaro che sono i gatti a farla da padrone, in Calico. Di tanto in tanto dovremo restare dietro il bancone e cucinare torte per gli avventori, dato che la nostra impresa è comunque un bar. Per questo, vista la tenuità del gameplay e alcune leggerezze sul fronte tecnico (animazioni a dir poco orribili, pop up evidentissimo, bug di varia natura), ci sentiamo di consigliare il gioco solo a una platea selezionata: bambine sotto i 10 anni di età. I bimbi, ma soprattutto le bimbe, si divertiranno un mondo a inseguire i mici in questo ambiente virtuale dalle tonalità pastello, tutti gli altri sbadiglieranno dopo mezz’ora. Se per Natale vostra figlia vi ha chiesto un gattino, potreste cavarvela con 10 euro ed in più Calico è anche un ottimo modo per imparare l’inglese, visto che non è stato localizzato nella nostra lingua.