La startup canadese V7 Entertainment ci mostra cosa signiifichi essere sportivi sul campo…
Ci sarà davvero qualcuno, negli USA e in Canada, che segue l’hockey sul ghiaccio perché seriamente interessato alle prodezze della propria squadra del cuore e non perché attende le immancabili risse tra giocatori? Noi diciamo di no e dopo aver provato Bush Hockey League ne siamo ancora più convinti…
Pronti a salire sul ring con Bush Hockey League?
Come nei titoli sportivi veri e propri, anche il videogioco sviluppato dalla startup V7 Entertainment Inc. si sorregge essenzialmente sulla Story Mode, che ci darà modo di giocare con la Hinto Brews nella stagione 1975-76 della BHL, ovvero la Boston Hockey League. Peculiare la scelta di ambientare Bush Hockey League nel passato, ma questo perché non siamo di fronte a un gioco qualunque…
Lo si capisce pressoché subito, notando che le squadre a disposizione sono davvero poche: Portage Lake Widowmakers, Fort Edward Bluenosers, Warrodad Ice Anglers, Schulykill Hinto Brews, Charlestown Stonemasons, Moose Jaw Farmhands, Quebec Voyous, Long Island Rumrunners, Cobalt Silvers e Cascadia Timber Cats.
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Questo perché Bush Hockey League non ha alcun interesse a essere simulativo e a proporre sullo schermo della vostra Switch (il gioco, in uscita il prossimo 14 aprile sulla console Nintendo, è da tempo disponibile anche su PlayStation 4 e Xbox One, mentre è su Steam dal 2017) quanto accade la domenica sera negli stadi veri e propri.
La produzione canadese, che si caratterizza per un impianto grafico a dir poco spartano (e che purtroppo non ha subito migliorie in occasione dell’arrivo su console Nintendo, nonostante siano passati cinque anni dal debutto), poggia interamente su un impianto arcade che insiste sulle risse tra i giocatori. Si hanno appena due minuti per segnare quanti più punti possibili in partite 5 contro 5 e nel mentre le due squadre avranno la possibilità di azzuffarsi, perché in campo vale davvero di tutto.
Il gioco oscilla tra onomatopee fumettistiche, pulcini che svolazzano a indicare il KO momentaneo di un atleta e particolari ben più crudi, come le magliette dei giocatori che, dopo qualche scontro di troppo, iniziano a veder sbocciare numerosi fiori dall’inquietante color rosso sangue. Inutile dire che il divertimento sta proprio tutto qui, nel massacrare gli avversari, più che segnare punti. Il fatto che le varie mosse vadano sbloccate col tempo è anche un goffo, ma tutto sommato passabile, tentativo di rendere il gameplay un pochino più strutturato evitando di scadere nella solita caciara. Il titolo perfetto per un sabato sera assieme agli amici davanti alla console e con tante birre sul tavolo.