Da una startup Nord Irlandese arriva questa cittadina zeppa di edifici sull’orlo di una crisi di nervi
Se ne è andato in una nuvola di fumo. Nel giro di una notte. Il vecchio Old Pete, il cantiere navale che aveva contribuito a rendere la Gran Bretagna un impero, si è sfarinato sotto i colpi dei muratori. Di lui resta solo un cumulo di macerie e i suoi amici si sono radunati per celebrarne il ricordo. Ma sono tutti preoccupati che il medesimo destino riguardi anche loro; sono ormai consapevoli di essere i prossimi sulla lista degli edifici da demolire. L’Inghilterra vittoriana sta cambiando, la società sta cambiando e all’improvviso i vecchi edifici non sembrano più piacere alle persone. La vecchia banca lamenta che gli affari, un tempo sospinti dalla Compagnia delle Indie, non vanno molto bene, l’emporio dice singhiozzante che le merci al proprio interno ammuffiscono. E poi ci siete voi, l’Hotel Via di Mezzo. Con le vostre stanze semivuote e la moquette tutta tarlata. Sembrano i protagonisti di un film Disney Pixar, invece sono gli improbabili eroi di un videogame: Buildings have feelings too! di una startup innovativa dell’Irlanda del Nord sconosciuta al grande pubblico: Blackstaff Games.
Com’è viva la città!
Buildings have feelings too! è un prodotto davvero peculiare, a metà strada tra il gestionale classico, à la Sim City e l’avventura punta e clicca. Di fatto, il vostro alter ego si metterà in testa di risanare il quartiere (e poi la città) ascoltando le problematiche di ciascuna palazzina e provando a risolverle.
Il primo passo sarà aumentare l’occupazione, edificando le fabbriche. Ma le zone industriali, con le loro ciminiere asfissianti, non sono affatto ben viste dagli edifici residenziali, che inizieranno a lamentarsene.
Quartieri sull’orlo della crisi di nervi
Ascoltare le richieste di tutti non sarà facile. Ma ovviamente costituirà l’ossatura del gioco. Due cose rendono però il titolo poco agevole: la presenza di testo in inglese, talvolta anche un po’ tecnico e, soprattutto, la ridotta dimensione dei font che, soprattutto su Switch in modalità portatile, vi costringerà a incollarvi allo schermo. Anche perché ciascun edificio vanta schede informative che dovrete aver cura di leggere e consultare a più riprese, per capire come sta andando.
Sarete i sindaci di Buildings have feelings too!
Ironico ma non scanzonato come ci si poteva attendere, Buildings have feelings too! è un titolo unico nel suo genere, che riesce a incuriosire e intrattenere, almeno sulle prime. Dopo un po’ riteniamo infatti che l’attenzione scemi e che il gioco non riesca a offrire il dovuto mordente, ma questo è un problema di tutti gli emuli di Sim City. Cambiando quartiere avrete modo di iniziare sempre da zero e abbracciare nuove sfide, ma la domanda è: avrete voglia di essere i sindaci di questa città zeppa di edifici che dovrebbero finire sul lettino di uno psicologo, più che nel vostro quartiere?