La startup dei videgiochi Elsewhere Experience propone su Xbox un viaggio misterioso alla ricerca di risposte
Essere gli unici superstiti dopo una calamità o, peggio ancora, un evento inspiegabile non vale come spunto originale per dare il via a una trama. La galleria videoludica è piena di titoli in cui, soli al mondo, dobbiamo trovare risposte alle tante domande che ci frullano in testa. BrokenPieces, opera indie della software house d’Oltralpe Elsewhere Experience che abbiamo provato su Xbox Series X/S, parte più o meno così, non appena si scoprono i misteriosi fatti accaduti in un placido paesino costiero della Francia, Saint–Exil. Elise e Pierre, sposatisi da poco, si sono trasferiti qui per sfuggire alla calca e alla frenesia della città (altro cliché che ha dato l’abbrivio a non pochi titoli). Come avventura thriller la una manciata di ore spese a esplorare, indagare e combattere misteriose creature? Scopriamolo nella nostra recensione.
Realizzato da un team di cinque persone, BrokenPieces non nasconde la propria origine indie. A livello grafico ci ha senz’altro convinto l’ambientazione rurale della Francia, della quale si possono apprezzare i dettagli sia all’interno delle case sia negli spazi esterni. Restano alcuni elementi grafici acerbi, sui quali però non ci sentiamo di infierire. Questo anche perché le pecche stanno altrove: ci sono problematiche legate a un’eccessiva rigidità nel governo del nostro avatar, oltre che del combatsystem sul quale purtroppo non esistono attenuanti.
Potreste immaginarvi che la giovane si trasformi in una combattiva Lara Croft, ma gli sviluppatori non si sarebbero potuti permettere un action game così movimentato. Resident Evil e SilentHill sono i due modelli a cui la software house si è ispirata per quanto riguarda la scelta delle telecamere fisse e delle atmosfere angoscianti. BrokenPieces è un titolo che vale la pena se amate i puzzle game e l’esplorazione degli ambienti, ma non se siete in cerca di un thriller dai frequenti colpi di scena fino al climax dell’epifania finale, quando tutti i pezzi compongono quel che prima era un’immagine indecifrabile.
BrokenPieces è un’opera sulla quale senz’altro ci sentiamo di complimentarci per quel che riguarda l’impegno sul comparto grafico, autentico, e ci immaginiamo ripreso dal vissuto degli sviluppatori francesi. D’altra parte il videogioco sconta una scelta non felice di aver introdotto un combatsystem insoddisfacente: Elise impugnerà una pistola per uccidere misteriose creature, dando vita a scontri perlopiù noiosi e senza quell’ansia di essere presi d’assalto che ci saremmo invece aspettati.
Gli stessi movimenti della ragazza sono sempre uguali, con animazioni non irresistibili che si attivano, ad esempio, quando bisogna scendere da una scala. Gli enigmi vi terranno occupati il giusto tempo, senza farvi impazzire. L’avventura giunge ai titoli di coda nel giro di cinque ore, non dandovi ulteriori spinte per replicare il tutto dal momento che il finale è unico. Su quest’ultimo, ovviamente, nulla possiamo dire, ma la critica non ha applaudito per come è calato il sipario.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech. Mail: [email protected]
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