Valgono solo le armi bianche. Riuscirete a gestire orde di nemici geometrici?
Ci sono tutti gli ingredienti dei videogiochi retro, dove il gameplay regnava sovrano, garantendo quel flusso che ti costringeva a giocare partita dopo partita per migliorare il punteggio. Breakpoint su Nintendo Switch è un tuffo nel passato, con qualche novità che rende questo videogioco twin-stick shooter davvero elaborato per gli effetti grafici della lotta. Nei panni di un semplice cursore sbattuto in un’arena, accerchiato da nemici di ogni genere e forma, ci si può muovere – e si deve – per trovare la miglior strategia. Il titolo è sviluppato dallo Studio Aesthesia e questa è la nostra recensione per la console ibrida di Nintendo.
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Breakpoint: colpisci e scappa
Breakpoint funziona come una sorta di picchiaduro: non esistono proiettili o colpi che si possono sferrare da distanza. Le armi bianche – come spade e asce – sono le uniche alleate. Ma attenzione: sono strumenti fragili e non hanno colpi infiniti. A un certo punto della battaglia capita dunque di vedersi l’arma disintegrata. L’unica soluzione è trovarne un’altra, badando sempre a sopravvivere.
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Su Breakpoint sono cinque le armi complessive da padroneggiare sul ring e ben 12 tipi di avversari geometrici che bisogna affrontare. L’aspetto sfidante del videogioco è che la mischia funziona proprio come uno se la aspetta: orde inferocite che vi obbligano a manovre folli dentro l’arena, correndo avanti-indietro-sinistra-destra per trovar un corridoio stretto in cui infilarvi e prendere al meglio posizione.
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Su Breakpoint c’è anche la possibilità di sfidare i propri amici online. L’obiettivo è animare una community che rincorra il record di punteggio partita dopo partita. Esattamente come succedeva con i cabinati negli anni Novanta, dove il miglior punteggio valeva come invito agli altri a far ancora meglio.
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