Difficile non notare qualche citazione al re degli sparatutto. La creatura di HypreStrange ha però un’anima propria
Di recente siamo stati nel vecchio West, nei panni di un cacciatore di teste. Ma essendo noi fedeli al lato oscuro (in console, si intende) quando ci troviamo in quell’angolo del globo preferiamo di gran lunga vestire i panni di tipacci alla Arthur Morgan (Red Dead Redemption). Nel caso specifico di Blood West, titolo sviluppato dalla software house indie polacca HyperStrange, ci siamo dunque trovati a nostro agio impersonando un pistolero non morto che vaga in una terra selvaggia e tenebrosa. Scordatevi il sole cocente: il mondo che attraverserete in prima persona è da incubo, con creature demoniache. Riuscirete a ritrovare la vostra anima?
Blood West, pur non proponendo una trama inedita, è un titolo decismanete divertente che inscena situazioni alla DOOM vecchio stile, in cui armati di pistola dobbiamo affrontare corridoi più o meno ampi di morte per stendere gli avversari. A livello grafico è un titolo che sta lontano anni luce dal realismo, ma abbiamo trovato quella atmosfera lowpoly parecchio azzeccata.
Il bello di Blood West è che le armi variano, da quelle bianche a quelle da fuoco, servendo elettrizzanti occasioni per agire di stealth. Ci saranno senz’altro occasioni di fughe e sparatorie, ma lo stile di combattimento privilegia un’azione letale il più silenziosa possibile. L’indicatore del rumore è essenziale per non risvegliare l’attenzione dei nemici.
Non siamo in un open world, ma comunque in un ambiente di gioco sufficientemente ampio per divertirsi senza avere la sensazione di attraversare sempre gli stessi posti. Gli sprite dei nemici, nella loro esagerazione, sono belli da vedere e la difficoltà dell’AI obbliga il gamer a far spesso i conti con la morte. Blood West è un gioco non lineare, che dà una certa libertà al gamer, motivo per cui vale come titolo da prendere in considerazione.