L’opera di debutto nel mondo dei videogiochi di una startup innovativa di Taiwan è dolce e romantica e, soprattutto, pare disegnata da Miyazaki
Ah, quanto deve essere bella la vita degli artisti! Tutti soli, con la testa piena di idee, il cuore che batte solo per l’arte, a sbirciare il mondo dalle loro soffitte, in cerca di ispirazione. Catturare il momento, riproporlo fedelmente su tela… Behind the Frame: Il paesaggio più bello, racconta proprio la storia di una bohémien che, nella migliore tradizione parigina, occupa una soffitta e osserva il mondo dalla sua finestra. Per qualche strano motivo, l’appartamento della ragazza ospita solo quadri incompleti, che lei stessa non sa dire da cosa siano stati ispirati. Non solo: la giovane artista ha perso i suoi colori, necessari per completare un quadro che dovrà presentare a breve per una esposizione a New York e noi… be’, dovremo darle una mano a ritornare coi piedi per terra e a finire quello che potrebbe essere il suo capolavoro.
Coraggio, dobbiamo dipingere Behind the Frame: Il paesaggio più bello
Behind the Frame: Il paesaggio più bello è un punta e clicca molto compassato, potremmo dire persino che si tratta di un gioco – non-gioco. Si è difatti abbastanza guidati nella risoluzione degli enigmi e, contrariamente a tanti altri titoli che affollano il genere, difficilmente ci si ritrova con l’inventario pieno di oggetti da abbinare con particolari del fondale: di norma ciò che si raccoglie dovrà essere usato a stretto giro.
Chiaro l’intento, da parte degli sviluppatori, la startup taiwanese Silver Lining Studio, che con Behind the Frame: Il paesaggio più bello debutta ufficialmente nel mondo dei videogiochi, di voler proporre soprattutto un’avventura testuale con qualche interazione qua e là.
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L’aspetto più convincente di Behind the Frame: Il paesaggio più bello non sono tanto gli enigmi, banalissimi (spesso richiedono semplicemente di preparare la colazione o di innaffiare una pianta) e che tendono a ripetersi, per calarci proprio nella quotidianità dell’artista, quanto il fatto che spesso saremo chiamati a disegnare e dipingere.
Lì il touch screen del Nintendo Switch fa davvero la differenza, rispetto alle altre piattaforme (PlayStation e PC, via Steam) che ospitano il gioco. Peccato solo che non sia concesso uscire dai bordi, sbavare o far colare un po’ di colore: il gioco ci corregge automaticamente…
Impossibile non restare deliziati dalla qualità della grafica. Gli artisti di Taiwan hanno subito un forte influsso dalle opere animate del maestro nipponico Hayao Miyazaki.
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Lo si nota non solo nella caratterizzazione dei personaggi (il vecchio artista che spieremo dalla finestra pare il nonno di Heidi o il giardiniere di Clarisse visto in Lupin III – Il castello di Cagliostro), ma anche nel modo in cui viene realizzato il cibo, appetitoso come solo nei cartoni di Miyazaki.
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C’è pure un’opera che ritrae una collina illuminata dal sole estivo che non fa mistero di rimandare a Si Alza il vento. Socchiudendo gli occhi si ha l’impressione di sentire la struggente poesia di Paul Valéry: le vent se lève il faut tenter de vivre. Non male nemmeno le musiche (il gioco consiglia l’uso delle cuffie per apprezzare i bassi), tutti temi jazz (in questo caso forse il cartone ispiratore è stato I sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondō?) che sottolineeranno col dovuto brio il momento della trance artistica che prima o poi coglie ogni artista.
Ultime pennellate per Behind the Frame: Il paesaggio più bello
Nonostante i rimandi e tributi, Behind the Frame: Il paesaggio più bello riesce comunque ad avere una propria direzione artistica ispirata e, forse, persino trasognata. Non si limita, insomma, a scopiazzare il maestro giapponese, trovando una sua strada.
Il risultato è un punta e clicca che probabilmente non riuscirà a soddisfare gli amanti del genere per via della sua semplicità e dell’estrema linearità, ma che compensa le sbavature grazie alla gradevolezza della presentazione e alla forza della storia.