Dalla Nuova Zelanda un titolo da giocare senza fretta
Before We Leave è un prodotto che gli sviluppatori stessi hanno rivendicato come pacifista. La nicchia di appassionati dei city builder può finalmente sperimentarlo anche sulla next gen di Xbox, dopo che il titolo si è fatto le ossa su altre piattaforme. Pubblicato da Team17, publisher di rilievo e ben attento ai talenti indie, il videogioco oggetto della nostra recensione è il frutto di Balancing Monkey Games, software house di Dunedin, Nuova Zelanda. La Terra che conoscevamo non esiste più. O meglio: l’umanità l’ha gettata in rovina non lasciando che pochissimi sopravvissuti, scampati alla catastrofe. Ricominciare da capo, in una terra vergine e svuotata da ogni veleno depositato dall’uomo: è così che parte il presente dei nuovi colonizzatori, che cominciano da umili coltivatori per aspirare a un avvenire interplanetario.
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In un mondo esagonale, dove strade e altri componenti si presentano sotto forma di poligoni, inizia un’avventura che gli sviluppatori non hanno pensato come frenetica e brutale. In base al vostro stile di gioco senz’altro Before We Leave potrebbe ispirarvi un’esplorazione sfrenata, ma il nostro consiglio è quello di fare spazio sul divano, sdraiarvi comodi e partire dalle basi lasciando che giorno dopo giorno la vostra civiltà germogli a ritmi non industriali. Questa sensazione di paradiso terrestre non deve tuttavia ingannarvi: anche se non ci sono guerre o conflitti, il videogioco prevede tutta una serie di problemi che l’umanità oggigiorno conosce bene.
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La gestione della quotidianità evolve: all’inizio si è in pochi e bisogna costruire le strade, fondamentali per mettere in collegamento fra loro miniere e punti di raccolta risorse con le abitazioni. Poi, a un certo punto, scoprirete che inquinamento e smog costituiscono ancora un problema e i ricordi del destino tragico dei precedenti abitanti del pianeta potrebbe essere un monito sufficiente per adottare contromisure improrogabili. Before We Leave ha un’anima ambientalista e green e mette il gamer nei panni di un decisore unico, in grado di passare molto alla svelta dalle parole ai fatti.
Oltre al gestire le risorse e al costruire, il videogioco invita all’esplorazione consapevole di un mondo e di mondi (sì, avete capito bene) creati in maniera procedurale. Il pianeta che siamo chiamati a occupare non si limita a una visione bucolica tutta verde e contadina: con la giusta consapevolezza su impatto e gestione delle materie prime, possiamo elaborare un piano di colonizzazione di altri continenti attraversando gli oceani. Fino a che non saremo pronti a volgere lo sguardo al cielo per proiettarci su nuovi pianeti.