Un’idea originale, che inciampa però su un gameplay troppo scarno
Parlare di un open world di questi tempi significa fare i conti con l’ultimo titolo di Zelda (qui trovate la recensione di quel capolavoro). Partiamo subito col dire che Ayre and the Crystal Comet non partecipa allo stesso campionato e che nemmeno fa parte della medesima disciplina olimpica. Siamo sì in una mappa di gioco vasta dove è possibile cavalcare un drago e sbizzarrirsi fin dal primo secondo con una notevole libertà d’azione. Ma siamo lontani anni luce dalla densità di un tripla A. Sviluppato dal canadese Gordon Little nel tempo libero (vale a dire di notte), è un prodotto per il quale va dunque tenuto conto delle sfidanti condizioni di partenza.
La protagonista di Ayre and the Crystal Comet è, appunto, Ayre, una figura femminile di cui sappiamo ben poco, se non che è abile nel cavalcare i draghi. Una volta avviato il titolo ci si spalanca un mondo sì colorato, ma dall’architettura poligonale che lascia parecchio a desiderare. Si notano gli elementi naturali come gli alberi, le montagne, i corsi d’acqua, ma esplorare questa mappa di gioco non vi porterà mai sul terreno dello stupore.
Come anticipato Ayre and the Crystal Comet parte senza premesse e mette il gamer nei panni di una ragazza che deve far luce su un’antica civiltà perduta. Le premesse del titolo ci hanno spinto a credere che ci trovassimo di fronte a un titolo simile a Drakan: Order of the Flame, che girava su PlayStation 2. In realtà in questo indie non si combatte e non ci sono elementi da gioco di ruolo. Compaiono invece collezionabili e sessioni da puzzle game non proprio irresistibili. Lo sviluppatore ha aggiunto un elemento “racing” inserendo corse in sella al drago (basterà centrare enormi cerchi gialli tracciati nell’aria).
A livello grafico siamo nel pieno retro gaming, ma con un’essenzialità che non sempre è sinonimo di ordine e minimalismo. Ci siamo più volte annoiati nel peregrinare a piedi in questa mappa, dove la densità delle cose da fare è lontana dalla sufficienza. I sottotitoli sono in italiano e la musica contribuisce a mantenere l’atmosfera rilassante. Insomma, Ayre and the Crystal Comet è un videogioco che, a nostro avviso, parte da un’idea interessante, ma inciampa su un gameplay troppo scarno.