Il nuovo film Marvel chiude un ciclo. Come lo fa e cosa ci aspetta adesso è un discorso aperto: Disney non ha ancora chiarito il destino della saga, all’orizzonte l’unica certezza è un altro film di Spider Man che è già in arrivo
Dalle 3 ore di Avengers Endgame si esce provati, soprattutto nel morale: perché abbiamo appena assistito alla fine di una saga che ci ha tenuto al cinema per 10 anni, che è stata azzeccata sin dal primo Iron Man e che è stata capace di attirare talmente l’attenzione da spingere la Disney a fare un’offerta per accaparrarsi una macchina creativa che ha saputo polverizzare i precedenti record al botteghino e nella vendita di merchandising. Era dai tempi di Star Wars che non si vedeva qualcosa di simile: neppure le saghe tratte di libri di Tolkien, Signore degli Anelli e Hobbit, o Harry Potter hanno saputo fare altrettanto.
Com’è Avengers Endgame (senza spoiler)
Parte piano e cresce progressivamente fino allo scontro decisivo, con un climax che è una gioia per gli occhi e un finale che chiude tantissime trame lasciate in sospeso in questi anni e che restituisce ai fan piena soddisfazione per le aspettative rispetto al destino dei loro beniamini. I fratelli Russo mettono assieme quello che era un compito semplice e difficile allo stesso tempo: i presupposti per firmare un grande action-movie c’erano tutti, disseminati dai 21 (o 22, se comprendete nel conto anche l’Hulk di Universal Picture) film precedenti. Di carne a cuocere ne era stata messa tanta, si trattava solo di servirla.
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Da un certo punto di vista quello dei Russo è un “compitino”: una parte di wow, una parte di commozione, una parte di mazzate, qualche risata e mescolare bene. E proprio per questo poteva essere un’impresa assai difficile: basta poco per trasformare il grande film in una poltiglia o una pallazza che ti tiene inchiodato per tre ore abbondanti al cinema mentre non vedi l’ora di andartene. Invece i due registi di Avengers Endgame ci hanno dato sotto: avevano dalla loro un cast enorme di attori diventati nel frattempo star, e hanno sfornato un bel pezzo di cinema di genere.
Soprattutto quello che è Avengers Endgame è un finale di un arco narrativo lungo 10 anni significativo per molte ragioni (ok: 11 anni, per la precisione). È un finale degno, senza acuti indimenticabili ma realizzato magistralmente: ci sono tanti colpi di scena, tutti i personaggi ricevono il giusto trattamento per chiudere la propria vicenda personale o per aprire un nuovo capitolo, si esce dalla sala soddisfatti e galvanizzati e col desiderio di averne ancora. Ci aspetta già uno Spider Man a breve: poi si vedrà.
Perché Marvel ha scritto la storia del cinema
Non è la prima volta che una saga arriva al cinema: le più celebri sono forse quelle già citate di Star Wars e del Signore degli Anelli, ma per ogni buon conto ci mettiamo pure Indiana Jones, Harry Potter e magari pure Fast&Furious che è tra le poche ad aver superato agilmente i 5 episodi (siamo a 8, dovrebbero diventare 10 più spin-off). 007 è una saga longeva, decenni di storia alle spalle, ma ha attraversato dei cicli e comunque non ha mantenuto coerenza narrativa. Quello che ha fatto Marvel è qualcosa di completamente diverso da quanto visto finora: ogni capitolo è di fatto un capitolo a sé stante, godibile anche senza aver visto tutti i prequel, ma al contempo inserito in un unico racconto lungo un decennio.
C’era un disegno iniziale che ha trovato compimento in Endgame, sono state portate al cinema alcune delle saghe che su carta avevano goduto già di ottimo successo e in più sono state ammodernate, semplificate, modificate per garantire massimo appeal e il rispetto di una gestione folle dei diritti cinematografici che tiene compartimentati X-Men e Spider Man in universi di celluloide paralleli. La saga Marvel è nata già con l’idea, se tutto fosse andato bene, di allungarsi fin qui: c’è stato qualche capitolo non proprio all’altezza degli altri, ehi nessuno è perfetto!, ma la qualità è rimasta praticamente costante per 22 pellicole.
Marvel ha riportato al cinema una generazione che si temeva perduta per il grande schermo: chiunque andrà in sala in questi giorni vedrà quanti adolescenti, che magari non hanno mai aperto un albo a fumetti, si siano appassionati e attendevano con trepidazione Avengers Endgame. In più ha creato una vera macchina per il merchandising che fa impallidire qualsiasi altro tentativo precedente, forse fanno eccezione solo i film Disney (e per l’appunto Disney si è comprata Marvel). Marvel ha alzato la proverbiale asticella per tutti: e per sé stessa. La cosiddetta “fase 4” è già partita col piede sbagliato, col licenziamento e poi la riassunzione in corsa di James Gunn per girare Guardiani della Galassia 3. Manca qualsiasi rimando al capitolo successivo nei titoli di coda, non c’è neanche la scena “post-credit”. È proprio finita, questa corsa (per ora) è finita qui.
L’incertezza sul futuro del franchise è legata anche al ruolo che potranno avere quelli che sono stati i suoi protagonisti fin qui: gli attori invecchiano, non possono essere credibili nei panni dei supereroi per più di 10 anni, e il ricambio generazionale è già cominciato. Chissà se i prossimi 10 anni dei Marvel Studios saranno all’altezza di questi: Avengers Endgame è davvero un gran finale, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e vogliamo continuare a divertirci al cinema con quelli che sono ormai i nostri personaggi preferiti.