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Leadership, che non significa soltanto capacità di gestione ma molte altre competenze che si vanno affinando con il tempo e con l’esperienza. Questo sarà uno dei temi del Brand Journalism Festival che si terrà il 12 novembre al Talent Garden Ostiense, a Roma. Al Festival, occasione per promuovere il dialogo e la collaborazione tra i principali protagonisti dell’editoria, del giornalismo e delle aziende italiane, parteciperanno giornalisti, editori e imprese, assieme per confrontarsi e discutere su una nuova comunicazione etica e responsabile. Tra i relatori ci sarà anche il professor Walter Ricciardi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore conosciuto soprattutto per essersi speso molto sulla Comunicazione con il quale abbiamo avuto occasione di confrontarci proprio per parlare di leadership in campo sanitario: quali sfide affronta oggi e quali affronterà in futuro.
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Quanto è centrale il tema della leadership e della reputazione nel settore della sanità pubblica?
Il tema della leadership è un argomento molto complesso che va affrontato in maniera attiva, contro la grande disinformazione a cui siamo costantemente messi di fronte oggi. Il ruolo è cambiato: mentre, prima, i leader erano visti come un punto di riferimento e si seguivano i loro suggerimenti, oggi ognuno ha la sua verità e la propone secondo la sua capacità di penetrazione.
Quali caratteristiche, secondo lei, deve avere un leader?
Direi coraggio, competenza, capacità di comunicare contenuti difficili in modo semplice per confrontarsi con la gente comune allo stesso tempo senza dover tradire la verità scientifica. Gli scienziati non sono preparati e, per farlo, devono diventare i primi alleati dei media. Credo che sia assolutamente fondamentale la sinergia tra comunicazione scientifica e media, sia tradizionali che nuovi.
Quali strategie può adottare un leader per comunicare nel modo migliore?
Io credo che debba essere breve, usare parole semplici, un linguaggio capace di andare al nocciolo della questione e debba assolutamente evitare termini complessi, non esagerare con i tecnicismi, non essere troppo dogmatico e adattare il linguaggio al tipo di uditorio che ha di fronte.
A quali sfide si trova oggi di fronte un leader secondo lei?
Un leader, per riorganizzare i sistemi in chiave moderna, deve mettere in campo competenze multidisciplinari, essere in grado di dare una visione, motivare le persone, creare delle squadre, mantenere saldi gli equilibri, condividere gli obiettivi e resistere anche quando i successi sono soltanto parziali. A impattare, oggi, è soprattutto il cambiamento climatico sulla salute. Andiamo verso un punto di non ritorno e tornare a un equilibrio tra il mondo naturale e quello umano sarà difficile, così come mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
E poi?
Un’altra grande sfida a cui i leader sono chiamati a rispondere è quella dei costi sulla sanità e sul personale, un aspetto che è diventato sempre più difficile da gestire. Io credo che la chiave resti sempre quella di fare squadra, creare alleanze, motivare il team e orientarlo verso scelte giuste che, spesso, appaiono scomode e controintuitive ma che, in realtà, non lo sono. Leader ci nascono solo poche persone, i più lo diventano, e oggi la stessa scuola dovrebbe spingere per insegnare almeno le basi di questo lavoro. In questa ottica, il Festival del Brand Journalism dà il suo contributo e sono molto contento di poter partecipare.