Difeso strenuamente dal commissario Massimiliano Capitanio, attaccato dalla collega Elisa Giorni. Il Piracy Shield oltre ad aver tirato giù Google Drive e YouTube come ultimo clamoroso errore di una lista che coi mesi si è fatta sempre più lunga (questa volta la colpa sarebbe di una segnalazione errata pervenuta dalla startup dello streaming DAZN) pare aver conseguito un altro risultato ragguardevole: sfasciare l’AGCOM che pure se ne dovrebbe servire con convinzione a ogni evento sportivo per silenziare pezzotti e siti pirati. «La lotta alla #pirateria è cruciale e un margine di errore nella realizzazione di una piattaforma così, peraltro imposta ad AGCOM dalla Legge, è da mettere in conto – si sfoga la componente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – Ma Piracy Shield, per com’è oggi, non riesce nell’obiettivo e comporta rischi semplicemente non sostenibili, per le #aziende e per gli #utenti.»
Cosa ha scritto la commissaria AGCOM sul Piracy Shield
«La piattaforma Piracy Shield doveva essere sospesa. Ci ho provato». Inizia così il lungo j’accuse via social di Elisa Giorni, nominata componente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il 15 settembre 2020. Un modo, il suo, per mettere a verbale pubblicamente la propria contrarietà alla piattaforma voluta dalla Serie A e governata proprio dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
«Avevo proposto – prosegue Giorni – di sospendere perlomeno temporaneamente l’attività della piattaforma #piracyshield, oggetto di numerosi malfunzionamenti nei mesi passati e sabato scorso dI nuovo al centro delle polemiche per l’accidentale blocco di Google Drive, cui numerosi utenti non hanno potuto accedere per ore»
Tutte le critiche della commissaria AGCOM al Piracy Shield
«A dirla tutta – puntualizza la componente dell’AGCOM -, ho preso le distanze dall’iniziativa fin dal suo esordio quasi due anni fa, tra le reazioni spesso virulente dei colleghi, esprimendo voto contrario in tutti i passaggi».
La commissaria AGCOM Elisa Giorni contesta il Piracy Shield «per ragioni di #metodo e di #merito: ad esempio l’ambiguità della donazione della piattaforma ad AGCOM da parte della #LegaCalcio che è parte in causa essendo tra i pochissimi soggetti legittimati alle segnalazioni; i tempi davvero frettolosi con cu il Consiglio ne ha deliberato l’adozione; la totale mancanza di #trasparenza nell’attribuzione delle consulenze esterne sulla bontà dell’iniziativa; la resistenza a fare una ricognizione di soluzioni alternative disponibili sul #mercato; i rimedi incerti e tardivi con cui si è cercato vanamente di risolvere i continui problemi; la consueta fuoriuscita di notizie sensibili a procedimenti in corso che accompagna ormai tutte le decisioni più importanti di questa consiliatura, peraltro nell’inerzia più totale di chi la #riservatezza dovrebbe assicurare». I capi di accusa sono numerosi ma circostanziati e sono i medesimi che avevano fatto alzare un sopracciglio a più di un osservatore.
«Piracy Shield un rischio per aziende e utenti»
Quindi l’entrata a gamba tesa ai danni della piattaforma anti pezzotti e pirati: «Piracy Shield, per com’è oggi, non riesce nell’obiettivo e comporta rischi semplicemente non sostenibili, per le #aziende e per gli #utenti.»
Per Elisa Giorni la questione va però oltre l’errata segnalazione della startup dello streaming DAZN che, in quanto detentrice con SKY dei diritti di trasmissione della Serie A, ha titolo (e interesse) a segnalare i siti pirata. Chiosa infatti la commissaria AGCOM: «Ho comunque votato in accordo con la maggioranza del Consiglio a favore della diffida a DAZN: il malfunzionamento della piattaforma non può giustificare segnalazioni non corrette». Insomma, queste ultime si accompagnerebbero – è la sua tesi – a un vero e proprio malfunzionamento “a monte” del Piracy Shield.
Autogol di AGCOM
La decisione di AGCOM di elevare un cartellino giallo a DAZN nelle ultime ore invece aveva fatto intuire tutt’altro, ovvero che la sola responsabile del fatto fosse l’emittente, rea di non aver prestato sufficiente intenzione a ciò che avrebbe oscurato la propria segnalazione.
A questi punti è chiaro che l’Autorità non difende all’unanimità Piracy Shield come pure ha fatto pubblicamente finora un altro membro di AGCOM, Massimiliano Capitanio. Si ricorda che AGCOM si compone di altri due commissari, Laura Aria e Antonello Giacomelli e di un presidente, Giacomo Lasorella. Sul Piracy Shield Giorni è in minoranza, ma chissà se dopo la segnalazione fallace di DAZN gli equilibri non si stiano spostando. Il secondo tempo del resto è ancora tutto da giocare.