La piccola software house nipponica tutta al femminile Cing ci sblocca un ricordo con due punta e clicca delicati ma anche ironici
Fa davvero male al cuore pensare che una software house particolare come Cing, tutta al femminile, che con i suoi titoli perennemente sospesi tra i romanzi noir e i punta e clicca, arrivata a essere scelta da Nintendo come second party, sia fallita da quasi 14 anni. Fa comunque piacere pensare di poterla far rivivere con questa remastered per Switch, Another Code Recollection, nella speranza di rivedere presto sull’ibrida nipponica anche un’altra serie molto riuscita: Hotel Dusk / Last Window (e, perché no, magari pure il simpaticissimo Little King’s Story).
Another Code Recollection, gli scherzi della memoria
Se ci fate caso, l’inizio dell’anno è sempre un momento un po’ così, da vivere in punta di piedi, nemmeno si avesse paura di svegliare qualcuno che dorme, col mondo che pare sempre un po’ sonnolento, avvolto dal torpore dei troppi bagordi delle feste. Dal punto di vista commerciale Nintendo ha deciso di affrontare il periodo con Another Code Recollection, videogame che ben si adatta al ritmo compassato di gennaio e che strizza l’occhio ai gamer-non gamer, quei casual che alle partite indiavolate a Mario Kart e alle sfide a Smash Bros preferiscono esperienze più rilassate e rilassanti.
Another Code Recollection include due titoli, Two Memories e Viaggio al confine della memoria, usciti in origine a distanza di qualche anno l’uno dall’altro rispettivamente su Nintendo DS e Wii. All’epoca Cing si era impegnata non poco per tessere attorno alle peculiari specifiche delle due console (il doppio schermo del DS, di cui uno sensibile al tocco e i controller col giroscopio del Wii) una nutrita serie di enigmi, non sempre riuscitissimi ma comunque deliziosi proprio per l’apporto delle tecnologie proprietarie di Nintendo.
Oggi tutto questo viene solo parzialmente ripreso grazie alla tecnologia che riposa sotto la scocca di Switch. È vero, l’attuale ammiraglia Nintendo è parecchio distante dalle tecnologie che resero uniche le altre due console provenienti dal passato della Casa di Kyoto, ma avremmo preferito uno sforzo in più.
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La trasposizione ludica pare un po’ pigra ed è un gran peccato perché, oltre a togliere verve agli enigmi, sul fronte stilistico il lavoro svolto nel 2024 è invece più convincente. Ben più, insomma, di un semplice maquillage, con modelli poligonali, animazioni e paesaggi rivisti da zero.
E non è tutto, se si considera che in molti passaggi il capitolo per DS si abbandonava a una visuale a volo d’uccello per non appesantire troppo l’hardware, qui sostituita da una riuscita (e ben più coinvolgente) telecamera posta alle spalle della giovane e diafana Ashley Mizuki Robins, sfortunata protagonista di entrambe le avventure.
Il risultato complessivo è comunque godibile, anche se spiace aver perso negli anni le funzioni tattili e la possibilità di ruotare gli oggetti grazie ai sensori del movimento, che avevano reso i titoli originali particolarmente frizzanti. In definitiva, Another Code Recollection si conferma un piacevole (anzi, due, vista la doppia avventura) punta e clicca, dal ritmo compassato – forse troppo – ma dalla narrazione convincente, supportato da una veste grafica che, pur non facendo gridare al miracolo, si rivela pulita e gradevole.