E’ la rivoluzione portata avanti dal liceo scientifico “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” di Pistoia che mette in soffitta banchi e sedie e trasforma le aule in veri e propri salotti
I banchi in formica verde e le scomode sedie di legno sono ormai un ricordo del passato al liceo scientifico “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” di Pistoia. Nella scuola toscana ora si fa lezione sul divano e sulle poltroncine. Qualcuno magari criticherà l’iniziativa ma Paolo Biagioli, il preside ideatore dell’ “aula –divani” può andare orgoglioso del fatto che ora fanno a gara per prenotare questo spazio dove imparare in maniera comoda.
Insegnanti contenti…
I primi ad entusiasmarsi per quest’iniziativa sono proprio i docenti: “E’ un po’ spiazzante all’inizio – ha spiegato il professor Fausto Ciatti, docente di italiano – perché vengono meno i punti tradizionali che un prof ha, ovvero la cattedra, i banchi. Di solito c’è la percezione dell’insegnante che trasmette una verità forse indiscutibile. In un ambiente come questo le relazioni cambiano. Il professore diventa un compagno di viaggio come diceva Seneca al suo amico Lucilio”.
L’aula è nata parlando con gli insegnanti. Lo spazio non serviva a nulla e nessuno. Quando Biagioli l’ha visto ha subito pensato di riqualificarlo per creare un’aula innovativa, diversa dove ribaltare il modo di fare lezione. Una sorpresa anche per i ragazzi che ora grazie a questo spazio riescono ad avere un maggiore contatto con la materia e i docenti. Qualcuno ha definito questo luogo magico, in grado di far emergere il dialogo che sembra spesso assopito in un’aula tradizionale.
…E alunni soddisfatti (della comodità dei divani)
I primi riscontri sono più che positivi: i docenti dicono che i ragazzi si sentono a loro agio, in un clima più disteso e familiare. D’altro canto lo stesso Indire, l’istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa in una sua recente pubblicazione ha puntato molto su quest’aspetto dell’arredo interno per rinnovare il modello di lezione. Un tentativo che guarda soprattutto alle scuole del Nord Europa dove non mancano gli esempi di scuole dove i divani e non solo fanno parte della dotazione di un istituto.
A sostenere questo “cambio” d’atteggiamento è anche il pedagogista Daniele Novara che proprio il 14 aprile al teatro “Carcano” di Milano dedicherà un’intera giornata al tema “La lezione non serve” mettendo in discussione la classica lezione come modalità educativa. Novara spiega: “La scuola italiana ha un problema che si perde nella notte dei tempi. Questo problema non riguarda l’architettura tradizionale del sistema scolastico, i cosiddetti cicli d’istruzione, né la distribuzione delle materie nel curriculum. Non è l’abbandono scolastico – continua l’esperto – o i voti numerici e neppure la formazione degli insegnanti e il sistema di valutazione. È in realtà un vizio di forma, legato alla storia della scuola in Italia, e a tutto quell’insieme di idee, convinzioni e credenze, quelli che si definiscono gli “elementi impliciti”, su come si trasmettono i contenuti dell’insegnamento. Il problema della scuola italiana nasce da un equivoco, profondamente radicato e pervasivo, che ha un nome preciso: lezione frontale”.
Abbiamo incontrato il dirigente del liceo scientifico “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta”, il professor Paolo Biagioi, per capire qualcosa in più di questo progetto che va ben oltre l’aula – divani.
L’intervista al dirigente scolastico
Un’idea geniale, forse anche un po’ fantasiosa ma che non è costata molto.
“Sono bastati cinque divani e qualche poltrona dell’Ikea per creare un ambiente più vicino ai ragazzi. Basta poco per innovare ma servono ingegno e fantasia. Il mio compito è quello di facilitare l’apprendimento degli studenti. Se quest’aula può servire a migliorare lo star bene a scuola per tutti credo che possiamo essere orgogliosi di questo traguardo che ha coinvolto tutti, il preside, i docenti ma anche gli studenti”.
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Addio all’aula tradizionale? Nella vostra scuola non esisteranno più banchi e cattedre, solo divani?
“Non si tratta di una rivoluzione ma nel corso della settimana i ragazzi hanno la possibilità di fare esperienze diverse. L’alternanza classe-laboratorio-palestra è stata arricchita da spazi nuovi che hanno cambiato il clima e accorciato la distanza con l’insegnante. E’ uno spazio in più, integra la lezione classica”.
L’aula – divani è solo l’ultimo dei suoi progetti. In realtà lei ha in testa una vera e propria riqualificazione degli spazi?
“Abbiamo delle terrazze che fino a qualche tempo fa erano usate come una sorta di magazzino dove mettere personal computer e stampanti rotte. Hanno una splendida vista sulla città e nella stagione primaverile sono un ottimo luogo da frequentare. Abbiamo ripulito quello spazio, ridato un volto alla terrazza e trasformata in un’aula en plein air. Ora è uno spazio piacevole e rilassante dove apprendere respirando dell’aria buona”.
Per lei questa degli spazi è una fissa: non solo divani, ha messo mani anche alla biblioteca…
“Un giorno ho chiesto ad un ragazzo di aiutarmi a spostare un tavolo in biblioteca; mi ha ringraziato perché non aveva mai messo piede in quello spazio. Ho pensato che non doveva più accadere che un mio studente non conoscesse quell’aula. Abbiamo messo tavoli e sedie confortevoli per fare lezione a prescindere dal fatto che si vada o meno a prendere un libro”.
E ora so che sta pensando ad altro. Ha messo gli occhi anche sull’area verde del liceo?
“I giardini sono usati nella scuola dell’infanzia e un po’ alla primaria ma dalle medie vengono dimenticati. E’ assurdo: nel momento in cui i ragazzi hanno bisogno di stare all’aria aperta li si rinchiude in aula. Noi realizzeremo un’aula sotto le piante”.