La richiesta di pesce da acquacoltura sta esplodendo. E per far fronte alla necessità di mangimi proteici le aziende guardano agli insetti
La francese Ynsect ha ricevuto 15,2 milioni di dollari a dicembre in un investimento di serie B. Nello stesso mese AgriProtein, una startup sudafricana, ha ricevuto 17,5 milioni. E adesso é arrivato il turno di Protix, una azienda olandese che di milioni ne ha ottenuti 50,5.
Cosa fanno queste startup? Allevano e commercializzano insetti. O meglio, farine proteiche a base di insetti per il consumo animale… e anche umano. Ma se l’idea di mangiare una piatto di pasta alle cavallette è ancora lontana, l’utilizzo delle farine proteiche a base di insetti nell’allevamento e in acquacoltura è già realtà.
Gli investitori puntano sull’allevamento di insetti
Ad investire in Protix é stata Rabobank, la banca dedicata al settore agricolo più importante del pianeta. Ma anche il governo olandese e Aqua-Spark, un fondo dedicato all’acquacoltura sostenibile. Già, perché allevare pesci se da un lato preserva gli stock ittici di specie pregiate, dall’altro mette sotto pressione altre risorse. Come i piccoli pesci usati per produrre le farine. Oppure la soia, oggi la più importante fonte di proteine vegetali.
Secondo Aqua-Spark il business della mangimistica per l’acquacoltura crescerà entro la fine del secolo di otto volte per un giro di affari quantificabile in 100 miliardi di dollari. Un bel mercato in cui sono molte le imprese che stanno cercando di entrare. Ma gli investitori dicono che Protix ha il giusto mix di tecnologie e competenze per sbaragliare la concorrenza.
“Abbiamo impiegato molto tempo per trovare il partner giusto”, spiega Mike Velings, ceo del fondo olandese dedicato all’acquacoltura. “Noi crediamo che gli insetti abbiano le potenzialità per diventare parte della dieta dei pesci, ma servono le competenze adeguate e la capacita di scalare. E’ molto difficile passare da piccoli laboratori a larghe produzioni”.
Stanno nascendo le biofabbriche per insetti
Protix non ha lasciato trapelare molto sulla tecnologia sviluppata per la produzione. Quello che si sa é che si basa su software dedicati, sensori e telecamere. Insomma, una biofabbrica con protocolli di produzione studiati fin nei minimi dettagli, il tutto monitorato istante per istante per essere certi che nulla vada storto. E i dati elaborati per identificare inefficienze e margini di miglioramento.
Il cofondatore di Protix Kees Aarts, già uomo di McKinsey, ha dichiarato che la start-up é riuscita a trovare il modo per scalare il business dell’allevamento massiccio di insetti ottimizzando i tre step produttivi tipici del settore: riproduzione, allevamento e processamento.
Ma come funziona un allevamento di insetti? Non esiste ancora uno standard industriale, ma i ricercatori stanno lavorando su alcuni insetti dal ciclo di vita breve e in grado di trasformare materiale vegetale in proteine nel più breve tempo possibile. A far sperare è l’Hermetia illucens, conosciuta ai più come la mosca soldato nera. Una mosca che si nutre di praticamente qualunque tipo di scarto, dai rifiuti organici urbani fino ai liquami bovini. Le larve vengono allevate e allo stadio di pupa essiccate e triturate per diventare fonte di proteine.