Una startup dei videogiochi di 2 persone rivela l’alto livello di sfida dietro le faccende domestiche che solitamente ciascuno di noi scansa finché può
Avete presente quelle fredde e piovose giornate autunnali, trascorse in casa un po’ sotto il plaid con una bella cioccolata calda in mano, un po’ in compagnia della propria serie o libro preferito e un po’ alle prese con tutte le faccende che si rimandano di continuo, nella bella stagione, come il cambio degli armadi, la pulizia delle tende o riordinare un po’ i cassetti? Ecco, in A Little to the Left si respira una calda atmosfera casalinga e intimistica, ma il titolo sviluppato in Nuova Scozia dimostra come anche i lavori domestici possano diventare sfidanti.
A Little to the Left, ancora un po’, ancora, ancoraaaa… troppo
Non sappiamo se Annie Macmillan e Lukas Steinman, i due creativi dietro alla startup canadese Max Inferno, siano anche una coppia fuori dal lavoro.
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Dopo aver giocato (un bel po’) ad A Little to the Left è difficile non immaginarsi lei come una specie di cerbero e lui come un povero succubo, costretto a trascorrere tutti i suoi sabati appendendo quadri, pulendo le grondaie, mettendo in ordine il garage invece di potere ammuffire di fronte alla televisione ipnotizzato dallo sport, come vorrebbe la stereotipata tradizione che ci è stata inculcata.
Perché A Little to the Left dimostrerà anche che fare le faccende è divertente, ok, ma nessuno ci toglie dalla testa che sia nato da qualcuno fissatissimo con l’ordine, un po’ come la Monica Geller della sitcom Friends. Che siano scatoloni da riempire, cassetti da travasare o portagioie da riordinare, gli enigmi proposti dalla produzione canadese possono essere compresi solo da chi nasce con la predisposizione di allineare le cose: quadri, penne, libri, riordinandole secondo schemi mentali che forse, se rivelati al resto del mondo, impensierirebbero gli strizzacervelli.
Per certi versi, A Little to the Left è la nemesi di WarioWare di Nintendo (a proposito, qui, per chi se la fosse persa, la nostra recensione di WarioWare: Get It Together!): una raccolta di minigames autoconclusivi da affrontare prendendosi il proprio tempo, intuendo in tutta calma cosa ci è stato chiesto, qual è la giusta chiave di lettura per interpretare lo schema.
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Non sempre è facile intuire cosa il gioco chieda e alcuni enigmi forse sono un po’ troppo lunghetti, nel senso che presentano troppi oggetti da sistemare (ecco perché, sebbene l’opera canadese rimandi a WarioWare, i due titoli restano antitetici), comunque sia la qualità delle trovate è alta e, che si tratti di riordinare la corrispondenza, le esche per la pesca o uno scaffale, la soddisfazione nel farlo si mantiene su livelli elevati.
Di tanto in tanto sul vostro piano di lavoro farà irruzione un bel gattone che, come ogni felino, adora mettere il muso dove non gli compete per scombinare quanto eravate riusciti a fare fino a quel momento. Il micio di casa rappresenta un simpatico imprevisto utile ad alzare il tasso di sfida, ma A Little to the Left resta comunque indirizzato ai neofiti. Semplicemente delizioso, anche per il riuscito comparto estetico.