A Trieste, nel cluster Scienze della Vita del Friuli Venezia Giulia gestito dal polo tecnologico Alto Adriatico, le startup studiano come migliorare lo stato di salute delle persone grazie allo scambio e al trasferimento di conoscenze e competenze, lavorando in sinergia e contribuendo a costruire un importante ecosistema. Così, il cluster, che si inserisce nel più ampio network nazionale di Alisei, contribuisce allo sviluppo e alla valorizzazione dell’innovazione nel settore, con l’obiettivo di elevare a uno stadio di maturità i progetti più promettenti e, allo stesso tempo, contaminare il territorio con nuove idee. La mission finale è quella di mettere insieme tanti piccoli mattoncini per migliorare la vita e il benessere degli esseri umani. Diretto da Stefano De Monte, il cluster è andato a caccia di chi dell’innovazione ne ha fatto una missione: le startup, e ne ha selezionate 11 in una call “numero zero”, come ha spiegato il direttore, da poter accelerare e lanciare sul mercato.
Scopriamo a che punto sono arrivate in questa nuova puntata dedicata alle startup a impatto sociale.
Le 11 startup premiate nella Call 4 Ideas
Come anticipato, la Regione Friuli Venezia Giulia, con il sostegno del cluster Scienze della Vita del Friuli Venezia Giulia e del polo tecnologico Alto Adriatico, ha selezionato 11 idee innovative nella Call 4 Ideas con l’obiettivo di identificare e supportare nuove soluzioni tecnologiche per migliorare la qualità della vita umana. Tra queste, ci sono startup, spin-off, micro, piccole e medie imprese regionali, italiane ed estere in grado di presentare idee e soluzioni tecnologiche innovative. Valutati e selezionati da una commissione tecnica della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, i vincitori sono stati premiati con 10mila euro ciascuno a fondo perduto e adesso hanno la possibilità di accedere – tramite bando – a una seconda linea di finanziamento da 150mila euro per trasformare le idee in veri e propri progetti di ricerca, da sviluppare in sinergia con realtà operanti sul territorio. I vincitori provengono da diverse regioni d’Italia e sono:
- COQUA LAB (Piemonte), azienda nata nel 2015 come spin-off accademico dell’Università di Torino che sviluppa metodi analitici e kit diagnostici CE-IVD in ambito medicale;
- AEQUIP (Piemonte), un progetto nato al Politecnico di Torino nel 2017 e divenuto startup e spin-off del Politecnico di Torino nel 2020 che ha l’obiettivo di sviluppare software innovativi e automatici per l’interpretazione e la quantificazione di immagini mediche;
- BRAINDTECH (Lombardia), PMI innovativa specializzata nella medicina di precisione per malattie neurodegenerative in biopsia liquida. Grazie alla sua tecnologia microfluidica proprietaria MicroCATCH è in grado di isolare microvescicole provenienti da uno specifico tipo cellulare in biopsie liquide come il sangue, la lacrima o il liquido cerebrospinale. Analizzandone il contenuto, è possibile identificare biomarcatori per diagnosi precoce, prognosi e monitoraggio della terapia per diversi contesti patologici cronici;
- BIOCHICA (Marche), punta a valorizzare la biomassa acquatica per la produzione di molecole funzionali, diversificando il mercato e ottenendo nuove sinergie nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale e circolarità economica. Attualmente sta lavorando all’estrazione sistematica di polimeri bioattivi, favorendo la standardizzazione dei processi e le loro applicazioni, con il successivo scale-up dal laboratorio all’industria;
- NANODENT (Marche), startup innovativa fondata nel 2020, opera nel settore delle biotecnologie, in particolare nell’implantologia dentale offrendo bioimpianti all’avanguardia stampati in 3D a partire da cellule staminali, alternativi agli attuali impianti in titanio e zirconia;
- REGENERABIOMA (Puglia) sviluppa un dispositivo medico combinato per la medicazione delle ferite complesse, rivoluzionandone il trattamento. Il team di Regenerabioma è costituito da esperti nel settore del wound care, dei materiali innovativi e del microbiota;
- RECORNEA (Friuli Venezia Giulia). Nata a Singapore nel 2019 e rilocalizzata in Italia nel 2020, si occupa di soluzioni mediche avanzate per le malattie degli occhi, in particolare con il suo primo stent corneale, “Grosso”, si occupa di trattare il cheratocono, una condizione che causa progressivo assottigliamento e rigonfiamento della cornea;
- ULISSE BIOMED (Friuli Venezia Giulia), costituita nel 2015 è una società attiva nel campo delle biotecnologie, con sede amministrativa a Udine e laboratori di Ricerca e Sviluppo presso l’Area Science Park di Trieste. Ulisse BioMed crea piattaforme e prodotti diagnostici innovativi per lo sviluppo di nuove metodologie diagnostiche e terapeutiche;
- EPIGEN THERAPEUTICS (Friuli Venezia Giulia), società biofarmaceutica costituita in Italia nel 2011 con l’obiettivo di trasferire in clinica DeMethAVax e nuovi strumenti diagnostici e terapeutici per migliorare la risposta clinica all’immunoterapia;
- FUTURA SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUS (Friuli Venezia Giulia), nel 2022 ha lanciato il laboratorio abilitativo adottando metodologie lean trasferite dalla vicina LEF. Con quest’ultima, e il consorzio Ponte Rosso, ha dato vita a un polo di lavoro inclusivo. Nel 2023, con ASFO, ha sperimentato per la prima volta in Italia la metodologia statunitense Project SEARCH, importando una metodologia di successo per l’inserimento lavorativo.
- LIONDX (Friuli Venezia Giulia), azienda a vocazione molecolare specializzata nella Microbiologia clinica con focalizzazione nella diagnostica dei miceti, è orientata a tecnologie all’avanguardia e ha messo a punto un kit per la rilevazione di differenti specie di Candida.
Il cluster dedicato alle Scienze della Vita
«Il nostro impegno è volto a rafforzare la collaborazione con le imprese, – ha commentato Franco Scolari, direttore del polo tecnologico Alto Adriatico – La ricerca produce risultati significativi quando si integra con l’industria, sviluppando soluzioni all’avanguardia che rispondono meglio ai bisogni dei cittadini. Iniziative come questa sono fondamentali per stimolare questo ecosistema e promuovere l’innovazione». Partendo da una collaborazione sinergica tra diverse realtà operanti sul territorio tra istituti di ricerca, IRCCS, università, Istituti tecnologici superiori ed imprese, il cluster punta a ottenere una sempre maggiore integrazione tra ricerca, innovazione e impresa. «A far parte del cluster ci sono più di 170 imprese, università, academy e scuole internazionali, centri di eccellenza, un istituto di ricerca scientifica, uno che si occupa di oncologia, uno della natalità, due aziende ospedaliere e due organizzazioni di ricerca internazionali – spiega il direttore – Il cluster deve mettere a sistema e armonizzare queste imprese che si rivolgono a quattro settori: quello della biomedicina, della nutraceutica, dell’active & assisted living, del supporto alla fragilità con terapie innovative, farmaci e biofarmaci». L’obiettivo è quello di aiutare le startup a sviluppare il loro prodotto sul mercato e accelerare quella parte accademica che in Friuli Venezia Giulia ha una grande importanza. «Qui lo Stato e la Regione hanno investito notevolmente in ricerca e sviluppo – spiega De Monte – come cluster vogliamo sfruttare questa grande capacità tramite la contaminazione di startup e PMI innovative. Questa era l’edizione zero della call, ma il cluster opera anche su altre 2 linee di intervento con contributi per progetti di ricerca e sviluppo per aziende che già sono in fasi intermedie e più vicine al mercato, e con laboratori di test prova, in un’ottica di open innovation. Si pensi che ci sono realtà che non hanno i laboratori per testare i propri prodotti, perciò noi gli offriamo questa opportunità».
Cosa c’è nel futuro del cluster?
«Nei prossimi anni capiremo su che cosa focalizzarci in particolare – racconta Stefano -Sicuramente punteremo a rafforzare e far crescere le startup. Ci troviamo in una fase che, per noi, è un learning by doing sia da un punto di vista economico che di approccio al mercato. Come ecosistema, stiamo ampliando le convenzioni che già abbiamo in essere anche con altre Regioni e che possono andare dal Piemonte alla Toscana alla Campania». Recentemente, il cluster, nel corso di un evento al MIND di Milano, ha puntato a coinvolgere diverse istituzioni all’interno del progetto.
«In particolare, i presidenti di Regione, Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana, hanno suggellato la collaborazione tra due ecosistemi che vogliono essere sempre più attrattivi e competere a livello internazionale».