Da un’idea dell’attore Davide Devenuto e Francesco Lasaponara, grazie alla blockchain e alla tecnologia di Regusto, Gdo e grandi aziende possono fare del bene salvando potenziali rifiuti.
Secondo l’Istat nel 2021 i nuovi poveri sono calati, passando dal 7,7% al 7,5%. Ma la diminuzione percentuale non cambia la portata del fenomeno. Oggi circa 5,6 milioni di persone vive in povertà assoluta. Questa espressione indica le famiglie e le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. Da una parte c’è questo scenario. Dall’altra, lo spreco alimentare. C’è chi ha deciso di mettere in connessione i due fenomeni, tentando di sanare la frattura. Dalla volontà dell’attore Davide Devenuto e Francesco Lasaponara, grazie al team di Regusto, è nato SpesaSospesa, il progetto che ha potenziato il famoso concetto di caffè sospeso tanto caro ai napoletani.
Cos’è SpesaSospesa
Grazie al modello virtuoso e sostenibile, realizzato dalla onlus Lab00, SpesaSospesa.org sfrutta la tecnologia blockchain della piattaforma digitale Regusto per gestire transazioni di beni di prima necessità. In questo modo è possibile garantire la massima trasparenza nel trasferimento di beni verso enti benefici, misurando gli impatti positivi generati per l’ambiente. Il progetto ha ricevuto anche il Louis Bonduelle Foundation Award 2022.
Nato in piena pandemia, il progetto SpesaSospesa prende le mosse dall’idea del caffè sospeso per creare un’iniziativa non solo locale, che desse un valore maggiore e avesse più forza rispetto alle iniziative spontanee. Nel concreto, SpesaSospesa raccoglie donazioni e recupera potenziali sprechi ed eccedenze di beni di prima necessità.
Grazie all’uso inclusivo della tecnologia digitale, tutte le operazioni di recupero, acquisto e distribuzione dei beni sono tracciabili e trasparenti. La rete mette in contatto insegne Gdo, ma anche aziende non alimentari come Leroy Merlin e Samsung, con enti benefici. Tra questi, ci sono Croce Rossa Italiana, Caritas, Terre des Hommes. Inoltre, coinvolge le pubbliche amministrazioni e i comuni che, specie durante e dopo la pandemia fanno fatica a fronteggiare le necessità dei meno abbienti.
Ad oggi, aderiscono a SpesaSospesa 26 comuni, tra cui Napoli, Perugia, Alessandria, Milano, Roma (Municipio 7) e altri centri minori. I fondi raccolti vengono redistribuiti agli enti in base alla densità del comune, per fare acquisti con insegne o aziende con cui sono già in essere dei contatti. Inoltre, vengono utilizzati anche per sovvenzionare le operazioni di gestione. Si possono acquistare pacchi spesa. Le mense possono rifornire le proprie dispense.
Per quanto riguarda i prodotti che vengono veicolati attraverso SpesaSospesa, il riferimento è la Legge Gadda, che disciplina le attività volte a combattere lo spreco alimentare. Come spiega Paolo Rellini, partner del progetto e co-fondatore di Regusto, «nel 99% le donazioni sono entro i limiti di scadenza, anche consigliata. In alcuni casi, si è lavorato con prodotti che da poco avevano superato la data. Sui prezzi, abbiamo lasciato la libertà alle aziende».
L’impatto di SpesaSospesa: alcuni numeri
Ad oggi, SpesaSospesa ha transato prodotti food e non pari a 1.132.442 kg (60% alimentari, 40% altro), aiutando più di 10 mila persone a fronte di più di 1,5 milioni di pasti equivalenti distribuiti. Inoltre, grazie al monitoraggio sociale ma anche ambientale del progetto, il team ha stimato che siano state risparmiate al pianeta 257 tonnellate di CO2. Tutto per aver salvato il prodotto donato e recuperato/distribuito dall’essere un rifiuto. In più, sono stati salvati 2,6 milioni di metri cubi di acqua.
Come ha spiegato Davide Devenuto, attore e ideatore del progetto, «abbiamo creato una rete di persone a cui i temi di povertà e spreco stanno a cuore. Ciò che ho percepito, anche per esperienza diretta è che l’aiuto di enti benefici non deve mai violare la dignità delle persone. Durante una consegna a Napoli con Emergency, ho visto delle persone prendere i beni contenuti nel pacco spesa e metterli nei propri zaini, per salvaguardare la propria privacy».
Dalla spesa al tempo sospeso
Le criticità che provocano lo spreco alimentare nascono da lontano, da un sistema di produzione e distribuzione che è difficile da cambiare. «Ci hanno abituati a vedere il supermercato sempre pieno di merce, elemento che si scontra con l’effetto di non redistribuzione di questi prodotti – sottolinea Rellini – Noi, sia con Regusto sia con SpesaSospesa, proviamo a dare una risposta al fenomeno. Sapere dove si trova il prodotto, quando scade, dove poterlo donare e redistribuire quando c’è un’eccedenza, è importante. Generiamo connessioni in tempo reale tra domanda e offerta grazie alla tecnologia. Ma c’è bisogno di fare rete, aprendosi a collaborazioni che ancora non ci sono, ma stanno nascendo».
Il team sta pensando di allargare i beni offerti anche al tempo, creando TempoSospeso. «Grazie alla sinergia con Croce Rossa Italiana vogliamo attivare un sistema di visite mediche per chi ha bisogno», spiega Rellini. In più, il prossimo obiettivo è creare reti più forti con enti non profit, ma anche con associazioni categoria come FederAlimentari. «La mission resta sempre la stessa: fare rete per rendere efficiente la connessione tra domanda e offerta – o meglio, eccedenza – di prodotto».