Nell’Unione Europea si producono ogni anno più di 2,5 tonnellate di rifiuti: prodotti che vengono buttati subito dopo essere stati usati, secondo lo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, tipico dell’economia lineare. Perché, invece, non dare loro nuova vita, reintroducendoli, quando possibile, nel ciclo produttivo? Soprattutto nel campo della moda, dove stoffe, pizzi e cuoio possono essere sfruttati a lungo e in numerosi modi grazie a fantasia e creatività. Anche da questo principio nasce il progetto #BACKtoLIFE: una collezione inedita di 100 borse uniche, numerate, create dalla designer veneziana Carla Plessi, impiegando materiali di riuso.
Arredi, macchine da cucire e, soprattutto, tessuti e pellami hanno così trovato una seconda chance, seguendo la filosofia dell’upcycling, grazie al lavoro delle ospiti e delle volontarie della Casa Famiglia San Pio X di Venezia, istituto che dagli inizi del Novecento accoglie mamme e bambini in difficoltà sociali ed economiche. Mentre confezionavano insieme borse e altri accessori, Carla Plessi e le sue collaboratrici hanno insegnato alle altre donne come selezionare e abbinare i materiali, oltre a mostrare loro le tecniche di assemblaggio e finitura: arte, abilità e competenze che potranno portare a future opportunità professionali.
“La vita è un arazzo e si ricama giorno dopo giorno con fili di molti colori, alcuni grossi e scuri, altri sottili e luminosi, tutti i fili servono“, recita una frase di Isabel Allende con cui l’istituto lagunare, a cui andranno i ricavi delle vendite, ha scelto di presentare sui social questa iniziativa, che unisce attenzione alla sostenibilità e al territorio, empowerment femminile e inclusione sociale.
Economia circolare, la nuova vita di broccati e velluti pregiati
Dal laboratorio nell’isola della Giudecca le borse sono poi arrivate per la vendita in un famoso mall veneto, partner del progetto. Molte aziende da cui provengono i materiali hanno sede nel Triveneto e le pelli e i tessuti utilizzati per la realizzazione delle borse provengono da giacenze di magazzino, campionature e dead stock, che sono stati smembrati e tagliati per farli rinascere.
“#BACKtoLIFE vuole donare bellezza, perché tutti ne abbiamo bisogno, e questo è stato l’elemento vincente del progetto – spiega la stilista Carla Plessi -. Oltre al sostegno economico e sociale che si può dare a chi è in difficoltà, è importante anche l’aspetto culturale ed estetico. In particolare la borsa, l’accessorio per eccellenza, si è rivelata un elemento di unione tra tutte le partecipanti, a prescindere dalla provenienza di ognuna. Temevo potesse sembrare qualcosa di troppo frivolo di fronte alle problematiche esistenziali che le ospiti della Casa Famiglia devono affrontare, invece è diventato un elemento di comunione, una sorta di linguaggio che ha facilitato il dialogo tra tutte noi”.
Recupero di materiali, ma anche di spazio, tempo e socialità
L’attenzione al sociale e alla sostenibilità è il “prosieguo logico del progetto creativo” di Carla Plessi. “Lo scouting dei materiali nei mercatini e nei negozi d’artigianato mi è sempre piaciuto, quindi faccio upcycling da molto tempo prima che questa parola entrasse nel linguaggio comune. Una passione che nasce innanzitutto dal desiderio di valorizzare il lavoro artigianale, che, più si va indietro nel tempo, più era sublime: oggi abbiamo un po’ perso la capacità di lavorare con le mani”.
“A maggior ragione oggi, dopo tanti anni di consumismo senza limiti, l’esigenza del riciclo si è fatta ancora più inderogabile, ce lo chiede l’ambiente che ci circonda”, prosegue la stilista. Recupero di materiali, ma anche di spazio, tempo e socialità: “#BACKtoLIFE è un progetto di economia circolare a 360°: abbiamo ridato nuova vita agli spazi della Casa Famiglia, trasformando un salone in laboratorio, anche questo all’insegna della sostenibilità. Ognuna di noi poi ha donato il suo tempo e la sua capacità di relazione nel lavoro con le altre, anche nelle difficoltà”.
Superare il passato, ripartendo dal lavoro e dalla creatività
“Abbiamo coinvolto le donne che si trovano già in una fase avanzata del loro cammino verso l’autonomia – aggiunge Renata Allacevich, direttrice di Casa Pio X -. Il nostro percorso “Rivoglio il mio futuro”, che ben si è sposato all’iniziativa di Carla Plessi, prevede un graduale ritorno all’indipendenza, grazie alla disponibilità di appartamenti sia all’interno della struttura che all’esterno, nel centro storico di Venezia e a Mestre. Abbiamo anche istituito un fondo per poter aiutare le donne nei loro progetti professionali e per sostenerle nelle spese per i figli, che devono andare a scuola”. Una rete di aiuto, insomma, per sostenere in ogni direzione il loro ritorno #BACKtoLIFE.