In seguito agli allarmi per gli attacchi terroristici, molte scuole sono state chiuse a Bruxelles. Ma durante il giorno della scuola virtuale si è continuato a fare lezione
La Rete, nei giorni scorsi, ha vinto la battaglia contro il terrorismo. A Bruxelles, quando è scattato l’allarme attentati, la città è andata in panico. Tutto e tutti si sono fermati. I negozi hanno abbassato le saracinesche. Gli uffici non hanno aperto. La metropolitana è rimasta bloccata. Le stazioni sono piombate nel silenzio. Così anche le scuole. Si è temuto il peggio e si è corsi ai ripari cercando di evitare di avere vittime. Una situazione che ha fermato la vita degli abitanti di Bruxelles facendo vivere loro un film che non avrebbero mai voluto vedere. Anche gli studenti sono rimasti “vittima” di questo stop. Nessuno è uscito di casa per andare a scuola, per raggiungere l’aula o l’ateneo. Si è temuto, persino, di dover fare i conti con questa situazione per molto più tempo. A “salvare” le lezioni, alla Scuola internazionale della città, il 24 novembre scorso ci ha pensato la Rete. L’online non è stato fermato, anzi ha aiutato a vivere una parvenza di “normalità” in un momento in cui la tensione era salita alle stelle. Quella mattina, infatti, all’istituto internazionale hanno pensato di non arrendersi grazie al “Virtual School Day”.
Fin dalla prima mattina, gli alunni si sono collegati al computer per seguire le lezioni dei loro professori. Ognuno da casa propria è riuscito a fare lezione, materia per materia. I ragazzi hanno ricevuto le email dei loro insegnanti con i compiti assegnati e grazie a Google drive hanno lavorato mentre il docente ha potuto controllare l’andamento delle lezioni e rispondere persino ai dubbi dei ragazzi. Non solo. Gli insegnanti hanno affidato loro anche dei compiti a fine lezione proprio come se fossero in aula. Gli allievi hanno così potuto continuare il programma attraverso il collegamento con i personal computer: nessuno di loro ha registrato un’assenza e i loro insegnanti sono riusciti a svolgere lezioni in maniera regolare.
Un obiettivo raggiunto grazie alla collaborazione di tutti e ad una Rete efficiente che ha permesso di collegarsi ad una buona velocità (cosa che non sarebbe possibile in Italia). Una risposta chiara al terrorismo che non è riuscito realmente a bloccare l’intera città. La sperimentazione era già avvenuta in passato anche quando la scuola era rimasta chiusa a causa della neve. Si tratta di una soluzione che può essere messa in atto da ogni istituto. In quei giorni, secondo quanto riportato da alcune agenzie giornalistiche belghe, anche alla British School, avrebbero scelto di intervenire grazie all’online per permettere agli studenti di avere lezioni anche stando a casa. Un progetto pilota che potrebbe essere preso in seria considerazione da più Paesi, anche in Italia, non solo per il pericolo terrorismo, ma anche per rispondere ai problemi legati al maltempo che spesso in questo periodo invernale costringono anche molte scuole dislocate sulle Alpi o sugli Appennini a chiudere. Non resta che immaginare una scuola online per il prossimo futuro che possa essere d’aiuto in situazioni di emergenza che possono coinvolgere i nostri Stati.