La multinazionale ha installato 55mila pannelli ad Annapolis che “poggiano” sui rifiuti. Investiti 35 milioni di dollari per evitare la rottura delle membrane che racchiudono la spazzatura. StartupItalia! ha intervistato il Ceo Fabrizio Zago
È entrato in funzione pochi mesi fa il parco fotovoltaico edificato su una discarica più grande degli Stati Uniti: 32 ettari che garantiscono una potenza di 18MW alla città di Annapolis – siamo nel Maryland – alla Contea di Anne Arundel e al Provveditorato agli studi della Contea che potranno così beneficiare del riutilizzo di un vasto terreno su cui fino al 1989 sorgeva una discarica. Protagonista di questa operazione votata alla sostenibilità è la società italiana Building Energy, una multinazionale specializzata nelle energie rinnovabili, con impianti montati in quattro continenti. Ad esempio, oltre agli Stati Uniti, ha investito in Africa: Tororo, città dell’Uganda, ospita dal 2017 un parco solare esteso su 12 ettari che dà energia a 36mila persone.
Building Energy nel mondo
Sono 20 i Paesi in cui Building Energy è presente fornendo fonti energetiche tramite fotovoltaico, solare, biomasse e idroelettrico. Solo negli Stati Uniti, dopo l’inaugurazione del parco di Annapolis, la multinazionale gestisce sette impianti complessivi e proprio quello del Maryland è diventato il più grande di tutto il continente nordamericano. Come ha raccontato alla stampa Usa Andrea Braccialarghe, Managing Director del Nord America, i circa 35 milioni di dollari investiti da Building Energy ad Annapolis sono serviti per posizionare 55mila pannelli solari e per studiare un modalità di fondazione dell’impianto compatibile con un terreno delicato.
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Come ha spiegato a StartupItalia! il Ceo di Building Energy Fabrizio Zago «un’ex discarica come quella di Annapolis era un costo per il comune, un terreno quasi impossibile da riutilizzare». E questo alla luce del rischio che le membrane in plastica messe a protezione dei rifiuti sottostanti si rompano, rilasciando così liquami. «Sembra un impianto solare come tutti gli altri – aggiunge Zago – ma ha richiesto un tipo di fondazione particolare dell’impianto che non va a toccare questo strato protettivo».
I 24 Gigawattora che ogni anno verranno prodotti dal parco solare di Annapolis alimenteranno 5mila nuclei famigliari e garantiranno non solo un risparmio per il bilancio comunale, ma anche un investimento su una zona inutilizzata da tempo. «L’amministrazione – aggiunge il Ceo Zago – riceve un affitto per l’occupazione di quella zona, cosa impensabile per tante attività che lì non sarebbero fattibili».
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Parchi solari simili a quelli del Maryland hanno una durata che varia dai 20 ai 30 anni, con costi di manutenzione relativi rispetto a impianti che utilizzano fonti fossili. Dove gli investimenti di Building Energy hanno prospettive di crescita sono soprattutto i paesi emergenti, in Asia e in Africa. Per l’Italia la presenza della multinazionale non superare il 10% delle attività complessive.