Possono i sistemi di Intelligenza Artificiale contribuire a realizzare gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che sono le colonne del mondo prospero, equo, pulito auspicato dall’Onu?
Il 25 settembre 2015, 193 Paesi tra cui l’Italia firmavano un documento storico – l’Agenda 2030 per uno Sviluppo Sostenibile – con cui gli Stati si impegnavano a dare benessere a 7,6 miliardi di persone, preservando al tempo stesso il pianeta e la sua biodiversità: sradicare la fame, porre fine alla povertà, battere le disuguaglianze di ogni tipo, affrontando i cambiamenti climatici e costruendo società pacifiche sono l’architrave di questo determinante progetto globale che dovrebbe impegnare da qui ai prossimi 8 anni tutta l’umanità. Ma se gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono evidenti, non è per niente chiaro come realizzarli, anche perché farlo presuppone un radicale cambio di paradigma economico, sociale e culturale. Un saggio di recente uscita – L’intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Sostenibile – si chiede se e come i sistemi di Intelligenza Artificiale possano essere d’aiuto nella realizzazione degli obiettivi dello storico progetto ONU.
L’approccio vincente è olistico
Diverse sono, nel Rapporto, le ricerche analizzate, molteplici i punti di vista coinvolti, ampio il report sulle strategie che i Paesi stanno mettendo in campo, tantissime le domande che rimangono in sospeso, ad esempio legate al rischio di scenari distopici. Certamente, però, il saggio – che è redatto dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari Aldo Moro e dall’Associazione Comunità, Impegno, Servizio, Volontariato (CISV) – evidenzia che l’Intelligenza Artificiale può contribuire in maniera molto concreta. «Si tratta di una sfida molto complessa, per la quale abbiamo bisogno di un enorme sforzo interdisciplinare», commentano gli autori. «In questo noi siamo convinti che l’IA, con le capacità che può portare oggi e le prospettive di evoluzione su cui la ricerca si sta concentrando, possa portare un contributo prezioso con sistemi in grado di misurare i costi e i benefici delle nostre azioni, di supportare le nostre decisioni, di suggerire soluzioni innovative, di analizzare e diagnosticare situazioni complesse».
Il Rapporto ricorda che nel 2018 Mckinsey pubblicò un articolo intitolato Using AI to help achieve Sustainable Development Goals in cui si annunciava di avere già individuato 160 applicazioni dell’Intelligenza Artificiale potenzialmente utili nell’aiutare a raggiungere alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e si mappavano le principali capacità oggi sviluppate dall’IA sugli obiettivi stesse, ritrovandole già forti e diffuse in ambito salute e benessere, pace e giustizia, quindi nell’educazione di qualità. In ogni caso, puntualizzano gli autori, la condizione per valutare il potenziale impatto dell’Intelligenza Artificiale è l’approccio olistico, perché tutti gli Obiettivi sono interconnessi e alcuni rappresentano la precondizione per realizzare gli altri, così come alcune azioni aiutano a centrare una parte degli obiettivi, ma possono compromettere il raggiungimento di altri: per esempio, l’Intelligenza Artificiale può supportare l’Obiettivo 2, ovvero Fame Zero, ma per riuscirci non deve aumentare le coltivazioni di natura intensiva, che comprometterebbe l’Obiettivo 13, Lotta contro il cambiamento climatico.
Un’istruzione di vera qualità
Tante sono le applicazioni pratiche allo studio o già implementate di cui il Rapporto dà traccia. Interessanti, per esempio, quelle che puntano all’Istruzione di qualità, in linea con l’Obiettivo Sostenibile 4. In Giappone, il dispositivo educativo per la matematica Qubena, per esempio, supporta l’apprendimento individuale fornendo problemi matematici ottimizzati per ciascun studente. Messo a punto dalla Compass inc, il prodotto costruisce il problema sulle abilità dello studente, a cui formula domande per mettere direttamente alla prova i punti deboli. L’azienda sta puntando al più ampio utilizzo possibile dei dispositivi realizzando versioni di Kubena a costi molto accessibili e mettendolo a disposizione delle aziende informatiche.
In Olanda, si sta sviluppando un robot-umanoide con destinazione commerciale che migliori le capacità di socializzazione dei bambini autistici in età scolastica. Preparato da un consorzio di università europee, organizzazioni non governative e agenzie pubbliche, Zeno di Robokind è destinato a riconoscere le emozioni e le espressioni dei bambini, diventando via via sempre più capace di elaborare i movimenti, le manifestazioni vocali, le espressioni facciali e, dunque, prestarsi ad attività di feedback, supporto educativo, gioco.
Nei primi 18 mesi di realizzazione del progetto, diverse prove scientifiche hanno confermato l’impatto del robot: quasi tutti i bambini hanno mostrato un miglioramento delle abilità socio-emotive, con una maggiore manifestazione delle emozioni, un avanzamento nella comunicazione e nelle interazioni sociali, così come nell’empatia e nel desiderio di aiutare gli altri.
In Uruguay, una piattaforma adattiva per personalizzare la formazione online sulla matematica è prevista dal Piano Ceibal, il primo programma statale al mondo che ha puntato, già quindici anni fa, a dotare ogni bambino e ragazzo della scuola pubblica di un laptop e che ha reso l’Uruguay un modello nel mondo. Con l’evoluzione digitale, il piano ha continuato ad aggiornarsi adeguando i suoi contenuti e integrandoli con altri sistemi: attualmente, per esempio, la piattaforma fa interagire in maniera attiva studenti e insegnanti nel processo di apprendimento, fornisce agli educatori strumenti per lavorare in gruppo, stabilire obiettivi di apprendimento e proporre attività e dispone di strumenti di valutazione per fornire un follow-up immediato.
Cheese 2 School è, invece, un’app di Intelligenza Artificiale realizzata dalla ong italiana CIAI in Burkina Faso, in collaborazione con la cooperativa Gnucoop per prevenire l’abbandono scolastico: consegna, infatti, alle autorità un data set che permette analisi predittive sugli andamenti delle frequenze. Infatti, nelle scuole locali ci sono fino 50 bambini per classe e dunque fare l’appello non è sempre agevole e il rischio è che si manchi di avere dati certi sugli assenti. Gli insegnanti sono stati, dunque, provvisti di una app per il riconoscimento facciale: a loro basta scattare una foto della classe e la app conta gli alunni, verifica le presenze, le distingue per genere, quindi invia i dati a un server centrale che li aggrega scuola per scuola. Infine, è firmata Huawei la app che vuole svelare il mondo dei libri ai bambini sordi, di cui migliora la capacità di lettura traducendo i volumi desiderati nel linguaggio dei segni.
Comunità di intenti tra i diversi Paesi
Gli autori segnalano che, per avere successo, l’agenda per lo sviluppo sostenibile richiede che governi, settore privato e società civile stringano partnership: queste collaborazioni devono essere inclusive, costruite su principi, valori e una visione comuni e su obiettivi condivisi che mettano al centro le persone e il pianeta. Anche per promuovere questo nuovo modo di collaborare, l’Intelligenza Artificiale può giocare un ruolo rilevantissimo: «L’utilizzo di dati controllato e dettato da un’intelligenza addestrata potrebbe divenire un elemento imprescindibile nella gestione dei negoziati del futuro», commentano gli esperti. Oltre a ridurre in maniera significativa la portata delle trappole cognitive ed emotive e l’effetto discriminatorio dei pregiudizi inconsapevoli, può efficientare la parte preparativa dei negoziati e ridurre il margine di errore nella raccolta, nell’analisi e nell’elaborazione delle informazioni che orientano poi i negoziati.
“L’utilizzo di dati controllato e dettato da un’intelligenza addestrata potrebbe divenire un elemento imprescindibile nella gestione dei negoziati del futuro”
Un intero capitolo del rapporto è dedicato agli effetti distopici che l’uso dell’Intelligenza Artificiale rischia di generare. Un esempio: negli Stati Uniti, i giudici delle corti sono ricorsi ad algoritmi per quantificare l’ammontare delle cauzioni per gli imputati. Ebbene, a posteriori si è visto che le cauzioni deliberate erano più alte per le persone di colore, evidentemente perché gli algoritmi del sistema sono stati addestrati con dati pescati dai giudizi degli ultimi trent’anni, condizionati da magistrati che mettevano in campo il medesimo pregiudizio. Secondo gli autori, perché l’Intelligenza Artificiale dispieghi l’enorme suo potenziale per favorire l’avverarsi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e contrasti conseguenze avverse se non distopiche, occorre che si lavori per cambiare il concetto tradizionale di economia e portarla ad una visione più moderna e realistica, accompagnando i tradizionali sistemi di misurazione del benessere – il PIL – con riferimenti nuovi, che includano il benessere ambientale e sociale.
“Abbiamo necessità di una riflessione critica sulla nostra intelligenza, sul modello socio economico che stiamo seguendo, sulla nostra centralità nell’universo”
Secondo gli autori è poi indispensabile superare la visione secondo cui sono scarse le risorse di capitale e lavoro e, invece, inesauribili quelle ambientali. Infine, è necessario uscire da una visione antropocentrica e mettere invece al centro l’intero ecosistema. Chiosano gli autori: «Abbiamo necessità di una riflessione critica sulla nostra intelligenza, sul modello socio economico che stiamo seguendo, sulla nostra centralità nell’universo, e su molti atteggiamenti fideistici che contraddistinguono il nostro comportamento. Veramente una specie che sta distruggendo il pianeta che la ospita, compromettendone e alterandone profondamente l’ecosistema, può essere definita intelligente?».