L’Eucys è una competizione per aspiranti scienziati dai 14 ai 20 anni promossa dall’Unione Europea. L’Italia non è salita sul podio ma alcune idee sono state premiate con un biglietto d’ingresso ai migliori laboratori di ricerca europei. Tra queste vi raccontiamo il progetto di Alvaro Maggio che, dalle bucce di banane, riesce ad ottenere acqua potabile
Si è chiuso oggi l’EUCYS 2015 (European Union Contest for Young Scientists), il concorso dell’Unione Europea per scienziati in erba. L’Italia non è salita sul podio, ma tra i ragazzi scelti dagli istituti di ricerca per svolgere esperienze di tirocinio, ci sono tre italiani, tutti sotto i 20 anni. Tra loro, c’è Alvaro Maggio, 20 anni, e una grande idea: un progetto per rendere le acque potabili attraverso gli scarti delle bucce di banana.
La competizione
L’EUCYS è la competizione che premia progetti e invenzioni scientifiche fatte da adolescenti dai 14 ai 20 anni. Piccoli genii nei campi della matematica, fisica, medicina, o biologia, che hanno scoperto qualcosa di socialmente utile, dalla sostenibilità ambientale alla salute passando per l’informatica. Quella di quest’anno era la 27esima edizione: la cerimonia di premiazione si è svolta a Milano, nella cornice dell’Expo. Tra 169 progetti arrivati in finale, ne sono stati scelti nove (tre per ogni posto sul podio), più altri ragazzi che hanno vinto l’opportunità di visitare laboratori ed esposizioni scientifiche. Non c’era tricolore sul podio, eppure sono tre gli italiani scelti dagli istituti di ricerca per esperienze di tirocinio. Davide Carboni e Alessandro Carra, studenti dell’ IIS Volterra-Elia di Ancona, entrambi 19enni, hanno presentato “iBin”, un cestino intelligente che fa la raccolta differenziata da solo, avendo un sistema di riconoscimento degli oggetti. Il loro bidone smart gli ha fatto vincere un tirocinio nei laboratori della Bruno Kessler Foundation a Trento. Alvaro Maggio, invece, avrà la possibilità di trascorrere una settimana agli Istituti per l’Ambiente e la Sostenibilità dell’Unione Europea (JRC’s Institutes a Ispra, in provincia di Varese).
Dalle banane alle acque potabili
Alvaro, che ha frequentato l’IIS Q. Ennio di Gallipoli, in provincia di Lecce, ha presentato “Metals-Catchers”, una soluzione per rendere potabili le acque contaminate. «Sto lavorando da due anni a questo progetto da quando stavo al liceo, grazie all’aiuto della mia professoressa di biologia, Rossana Congedo: facevo degli esperimenti per testare la capacità delle bucce di frutta e verdura di mitigare gli effetti collaterali di alcuni farmaci gastrolesivi, ed ho osservato che la frutta ha una carica negativa (attraverso la peptina) mentre i metalli si comportano come le parti cariche positive. In parole semplici, ho trovato un modo per purificare le acque dai metalli, attraverso filtri fatti con le bucce di banana essiccate”. Il metodo è semplice e low cost: “Il processo è chimico e naturale, perché la buccia di banana viene essiccata e tritata, e poi inserita nei comuni filtri per la depurazione o nei tubi. Attraverso questi scarti si prelevano i metalli disciolti. Si possono pulire tutti i tipi di acque: il metodo è testato sull’acqua con una quantità di 1300 microgrammi di metallo per litro, una quantità letale che si solito non si trova mai. La buccia di banana funziona fino al nono utilizzo, senza perdere di efficacia».
Alvaro ha già avuto delle proposte di finanziamento per mettere in produzione la sua idea: «Le ho rifiutate tutte. Mi hanno chiesto percentuali altissime per una eventuale società: mi sembrava troppo. Spero di trovare un finanziatore che creda in me, e che mi faccia una proposta migliore». Vincere un tirocinio negli istituti di ricerca dell’Unione Europea sicuramente gli sarà d’aiuto per una eventuale pubblicazione, anche se, nel suo futuro, Alvaro non vede solo l’Italia: «Vorrei finire la triennale (studio ingegneria industriale a Lecce) e poi magari andare fuori, negli Usa o in Canada. Penso che la mia università sia molto buona, ma l’Italia non dà tantissimo peso alle buone idee. Penso che altrove adolescenti come me, o come gli altri partecipanti dell’EUCYS avrebbero molto più spazio di crescita».