Se si avessero dubbi sul fatto che l’arte o il teatro, così come la musica possano imprimere svolte nelle vite di quanti si sentono perduti o non accolti o che non possiedono le abilità di tutti gli altri, si potrebbe entrare nella Casa di Asterione, ad Ascoli Piceno, e osservare i piccoli miracoli quotidiani che i più fragili generano sul palcoscenico, davanti alla telecamera o nell’energia dei cori.
“Per la verità, il teatro aveva cambiato il modo di stare al mondo anche a me, che pure lo facevo per la forte passione che mi muoveva e non perché avessi particolari fragilità”, racconta Roberto Paoletti, presidente di La Casa di Asterione a proposito dei suoi trent’anni trascorsi, prima, in una compagnia di produzione teatrale. “La forza del teatro è nel fatto che esplicita tutta la potenza delle relazioni, perché il teatro è in sé una relazione sempre rilanciata, relazione tra gli attori, tra l’attore e i personaggi che interpreta, tra gli attori e il loro pubblico… Così, sei anni fa, io e alcuni colleghi della compagnia abbiamo pensato che il teatro potesse fare ancora di più, per esempio aiutare persone per diverse ragioni in difficoltà ad allenarsi alla relazione, nei tanti aspetti in cui la relazione di persone in difficoltà si può declinare. E abbiamo creato La Casa di Asterione. Ha presente il Minotauro, l’essere mostruoso con il corpo di uomo e la testa di toro? Minotauro è il nome con cui è conosciuto Asterione. Il Minotauro/Asterione è il primo emarginato che ci consegna il mito e viene rinchiuso nel labirinto: ecco, il filo d’Arianna grazie al quale Teseo, che ha ucciso il Minotauro, esce dal labirinto è la mediazione artistica, ovvero percorsi effettuati con docenti, coach, psicoterapeuti e counselor specializzati nell’uso delle arti terapie e nel teatro sociale”, dice Roberto, raccontando la genesi di questa associazione di promozione sociale che è così vitale e creativa e di qualità da essere diventata ormai una gemma del terzo settore e ed essere stata premiata – è qualche tempo fa da Buone Notizie, l’inserto sulle imprese del bene de Il Corriere della Sera, per essersi dimostrata generativa anche nelle settimane immobili del lockdown, quando gli operatori si sono reinventati su Internet per continuare a essere vicini ai loro ragazzi.
Come non perdersi nel labirinto
“Ritornando a quando abbiamo creato l’associazione, mi piace dire che abbiamo pensato a Minotauro-Asterione che viene rinchiuso nel labirinto perché è vero che il labirinto ha una porta di ingresso che spinge verso il perdersi, ma ha anche una porta d’uscita. Ecco noi ci proponiamo come i compagni di viaggio nel labirinto alla ricerca di quella porta che può diventare uscita”.
E davvero ci deve essere sempre un modo grazie all’arte per non perdersi e, anzi per ritrovarsi se La Casa di Asterione continua a moltiplicare i progetti che attraverso la pittura e la scultura, la danza e il circo, il teatro, la musica e il canto raggiungono i centri di riabilitazione e gli istituti di detenzione, le comunità educative per minori così come le periferie urbane. “Siamo entrati anche in molte scuole, e in particolare in classi con bambini e ragazzi con disabilità o con bisogni speciali. Abbiamo portato arte e gioco. Il gioco è potentissimo nell’aiutare a far cadere le barriere, siano quelle etniche o quelle procurate dalla disabilità o dalla patologia: l’arte, dal canto suo, sprigiona la creatività di tutti, perché libera le abilità qualunque queste siano e protegge dal giudizio esteriore, perché l’arte non giudica”.
L’arte come strumento di integrazione
La Casa di Asterione progetta diversi laboratori artistici in cui i ragazzi con e senza disabilità cooperano valorizzando reciprocamente le differenti abilità. “L’Arte diventa strumento di integrazione dal momento in cui si comprende la sua essenza espressiva, che per sua natura accetta la diversità come condizione “normale”. E’ un rapporto straordinario quello tra differenti abilità ed attività artistiche, entra nel profondo della dimensione umana. Disorienta accorgersi che chi viene considerato dis-abile in realtà è non solo abile ma anche pieno di talento e capacità. Ecco allora che ogni barriera e pregiudizio cade, si scopre il valore della relatività”.
Quanto al Premio Corriere Buone Notizie, è stato un riconoscimento importante alla resilienza e alla capacità di guardare al futuro, ha detto la giuria. “Non potevamo lasciare soli i nostri ragazzi in un momento in cui le stesse loro famiglie non potevano più stabilmente contare sui consueti servizi di assistenza”, conclude Paoletti. “Così li abbiamo raggiunti con la tecnologia nelle loro case e attraverso uno speciale tg on line, che abbiamo chiamato TG Corona, abbiamo fatto loro raccontare storie di quarantena in formato molto creativo”. Neanche in questo secondo lockdown gli operatori si stanno fermando: seguite i nuovi progetti su casadiasterione.it