La missione di Aqeela Asifi è quella di dare un’istruzione alle bambine rifugiate in Pakistan. La sua scuola-tenda è diventata un punto di riferimento per la sua comunità. La sua storia ha commosso il mondo e le Nazioni Unite hanno deciso di conferirle il Premio Nansen per i Rifugiati UNHCR 2015. La cerimonia di premiazione si terrà il 5 ottobre a Ginevra
Aqeela Asifi ha 49 anni ed è un’insegnante afghana di storia e geografia che da 23 anni dedica completamente la sua vita alla scuola. Il suo obiettivo è quello di dare un’istruzione alle bambine rifugiate del Pakistan nel villaggio di Kot Chandana a Mianwali. Alcune delle sue alunne hanno fondato a loro volta delle scuole dove mettono in pratica gli insegnamenti della loro maestra. La passione, l’impegno e la tenacia di questa donna devono essere d’esempio per tutti, così le Nazioni Unite hanno deciso di conferirle il Premio Nansen per i Rifugiati UNHCR 2015, per il suo straordinario impegno alla “causa dei rifugiati”.
La sua storia di coraggio e passione
L’amore di Aqeela per l’insegnamento si capisce da ogni sua parola. «Ho sempre voluto essere una maestra e sono stati i miei stessi docenti a inspirarmi – ha dichiarato in un’intervista alla BBC – e anche i miei genitori mi hanno offerto tutto il loro supporto. Sono stata fortunata a nascere in una famiglia così aperta e sensibile».
Aqeela aveva 26 anni quando si è trasferita nel villaggio dei rifugiati di Kot Chandana a Mianwali. Prima viveva a Kabul, ma è dovuta scappare quando nel 1992 scoppiò la guerra civile. Durante l’assedio dei guerrriglieri islamici alla città, riuscì a mettersi in salvo con il marito e i figli. «Quando cadde il governo, i mujaheddin hanno assunto il potere, ed è stato il caos. Abbiamo lasciato tutto alle nostre spalle: la mia casa, la scuola dove insegnavo e i miei studenti». E’ stato un momento difficile, ma il vero shock è stato conoscere gli altri rifugiati: «Eravamo tutti afgani, ma ho capito subito che tutto ciò di bello che avevo conosciuto a Kabul, gli altri sopravvissuti, che provenivano da altre parti del Paese, non l’avevamo mai provato. In particolare molte di quelle ragazze non avevamo mai potuto studiare a causa della cultura troppo tradizionalista».
La scossa nel cuore di Aqeela
Quando Miss. Asifi arrivò al campo nessuna di quelle ragazze era mai andata a scuola. Solo i maschi. «Fui molto attenta a non turbare quella comunità così tradizionalista, ma ho sentito dentro di me una scossa, l’obbligo morale di cambiare le cose e dare la possibilità anche alle giovani ragazze di ricevere un’educazione». Il cambiamento non è stato drastico, Aqueela ha iniziato gradualmente con un piccolo gruppo di bambine. La prima lezione riguardò l’economia domestica e l’igiene personale.
«Volevo dimostrargli che l’educazione non doveva spaventarle, ma è la via per vivere meglio»
Presto la dimensione della sua classe aumentò e le alunne si sentirò subito coinvolte ed interessate dai suoi insegnamenti e la sua scuola-tenda diventò un vero punto di riferimento nel villaggio.
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Il premio
Miss. Asifi ha commentato così la notizia della vittoria del premio UNHCR: «Questo riconoscimento contribuirà a rafforzare la mia causa. In futuro, forse, tornerò in Afghanistan, ci sono così tanti bambini lì che hanno bisogno di formazione. Voglio lavorare con loro, nelle loro scuole». Anche Antònio Guterres, l’alto Commissario per i Rifugiati ONU, ha commentato con ammirazione le attività di Aqeela: «L’accesso a un’istruzione sicura e di qualità aiuta i bambini a diventare adulti con dei lavori regolari, a far ripartire l’economia e aiutare a ricostruire le loro comunità – e li rende meno vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi. Investire nell’educazione dei rifugiati permetterà ai bambini di contribuire a spezzare il circolo dell’instabilità e del conflitto. Persone come Aqeela Asifi capiscono che i bambini rifugiati di oggi determineranno il futuro dei loro paesi, e il futuro del nostro mondo»