Tra le startup protagoniste anche Sfera, una delle dieci finaliste di StartupItalia! Open Summit 2017 e con noi al nuovo #SIOS18 di dicembre
Se c’è un settore che in Italia può vantare un alto tasso di crescita è quello dell’agrifood. Divenuto d’interesse anche in campo internazionale, questo tipo di mercato punta a creare economia circolare e sostenibilità anche grazie a diversi strumenti finanziari che guardano in questa direzione. Se ne è parlato al Luiss Hub di Milano durante la #SettimanaSRI (Sustainable and Responsible Investment), giunta alla settimana edizione, in un incontro dal titolo “Strumenti finanziari per l’innovazione e la circolarità nel mondo agrifood”, organizzato dal Comune di Milano in collaborazione con il Forum per la Finanza Sostenibile. Tra i presenti, oltre ai founder di case history di successo, anche personaggi di spicco del mondo imprenditoriale ed istituzionale. Se, una volta, erano i grandi gestori di fondi privati ad investire in grandi imprese del settore, oggi la platea è molto più vasta, e comprende anche numerosi attori del settore pubblico. Tra questi: la Commissione Europea, il Governo, la Consob, i Comuni.
Cascina Nosedo: il progetto di riqualificazione
A Milano, il progetto per la riqualificazione dell’area Porto di Mare è un esempio di eccellenza di investimenti pubblici nell’agrifood. “Quanto avviato è giunto a metà realizzazione. Da un anno e mezzo abbiamo dato vita al progetto di rigenerazione urbana, e tra un altro anno e mezzo termineremo i lavori”, ha spiegato l’assessore del Comune di Milano, Cristina Tajani, lasciando la parola a Elena Donaggio di Avanzi: “OpenAgri è un progetto finanziato dall‘Unione Europea, di cui il Comune di Milano è partner capofila, e consiste nella gestione, pianificazione e creazione di tutto il processo di rigenerazione urbana nella zona di Porto di Mare, ed in particolare a Cascina Nosedo, attraverso il restauro dell’edificio stesso. La realizzazione di un Innovation Hub dedicato all’agricoltura periurbana concluderà i lavori”.
Gli investimenti pubblici nell’agrifood
“Il Governo italiano ha dato vita, alla fine del 2016, dopo COP21, al Dialogo sulla Finanza Sostenibile e ha stilato 18 proposte e raccomandazioni sul tema. Inoltre, grazie all’OIFS (Osservatorio Italiano sulla Finanza Sostenibile), sono stati costituiti 4 gruppi di lavoro tematici, incentrati sullo studio, lo sviluppo e il monitoraggio di iniziative nel settore, in raccordo con l’evoluzione del quadro nazionale ed internazionale. A Milano è stato costituito il Centro per lo Sviluppo Sostenibile (CSS). Anche la Commissione europea svolge un ruolo chiave, compiendo numerose azioni volte alla crescita sostenibile”, ha affermato l’assessore comunale Tajani.
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Sfera s.r.l coltiva la terra con il 90% di acqua in meno
Tredici ettari di terra coltivati senza pesticidi, con il -90% di acqua, al 100% sostenibile. Il progetto Sfera, una delle dieci startup finaliste di StartupItalia! Open Summit 2017 e con noi anche al nuovo #SIOS18. Si tratta, appunto, di un progetto decisamente ambizioso, investe in sostenibilità ed agricoltura in una delle zone più belle d’Italia: la Maremma toscana. “Per un chilo di pomodori, nichel free, consumeremo soltanto 2 litri d’acqua, contro i 75 che si utilizzano normalmente”, afferma il fondatore della startup, Luigi Galimberti.
Grazie ad un investimento di 7 milioni e mezzo di capitali da parte di Oltre Venture, e di 11 milioni e mezzo per mano di Icrea Banca, oltre all’investimento iniziale per la creazione del team, la mission di Sfera è quella di dimostrare che anche in agricoltura, in Italia, si può costruire un sistema imprenditoriale dove capitali di rischio e managerialità possano concorrere a creare modelli socio/economici di successo. Anche il packaging contribuirà a creare economia circolare, servendosi di materiale riciclato.
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Cortilia: la piattaforma online per l’acquisto di agroalimentari
Mercato agricolo online di frutta, verdura, formaggi,uova, carni, salumi, pesce fresco, pasta, pane e riso, vino ed altro. Cortilia è nata a Milano, nel 2012 con 3/4 aziende agricole, mentre, adesso, di aziende che vendono in questa PMI se ne contano più di 150. Dopo il capoluogo lombardo, ha conquistato anche Torino e Bologna, con più 300.000 gli utenti registrati e oltre 100 dipendenti. Ma cosa distingue questa impresa dalle altre? Il fatto che siano gli stessi dipendenti a visionare le aziende agricole e gli ambienti di lavoro, ad assicurare metodi di coltivazione e di allevamento in linea con i valori di stagionalità, tracciabilità, sostenibilità e freschezza, oltre ad analizzare mangimi, processi di macellazione, tecniche di lavorazione e di conservazione dei prodotti lattiero-caseari.
Gran parte di queste risorse sono dedicate al trasporto celere dei prodotti. “Per questo abbiamo sviluppato un sistema logistico che combini la filiera corta con le più avanzate tecnologie disponibili, assicurando la freschezza del cibo nel minor tempo possibile. In molte città, arriviamo ad evadere gli ordini anche in meno di 24 ore”, sostiene il founder, Marco Porcaro.
MyFoody: l’app che previene gli sprechi alimentari
Pensata per ridurre tutti gli sprechi alimentari nei supermercati, informando sulle offerte disponibili nei market più vicini nasce l’app MyFoody.
“Si tiene conto dei prodotti prossimi alla scadenza ma ancora ottimi, scontati fino al 50%; di quelli con difetti di confezionamento, e del cibo stagionale che rischia di essere sprecato -spiega Luca Masseretti, CFO di MyFoody – Abbiamo validato il nostro modello con Unes e Coop, raggiungendo, successivamente, 53 punti vendita e 50.000 prodotti, per un risparmio di un milione di euro. Inoltre si riduce la CO2 e si abbattono i costi di smaltimento”.
Case di riso: arriva Ricehouse
“Ogni tonnellata di riso bruciata sprigiona CO2 e particolato, mentre proprio questa importante pianta di origine asiatica potrebbe essere materiale essenziale per la costruzione di case, realizzando dei biocomposti con calce naturale, lolla e pula di riso, argilla e paglia“, afferma la CEO di Ricehouse, Tiziana Monterisi. Raccogliendo gli scarti di riso non venduti, organizzandoli, sfruttandoli e mescolandoli, appunto, assieme a paglia, calce naturale ed argilla si possono costruire abitazioni conformi alle normative legislative italiane, anche dal punto di vista antisismico. Inoltre, la paglia è un ottimo isolante caldo/freddo.
“Per le imprese edili non ci sarebbero costi aggiuntivi, non dovendo nè cambiare macchinari nè formare i dipendenti – continua la CEO – Il problema più grande resta uno: la cultura. Costruire case di paglia e riso, per la gente comune, significa regredire“.
Lacune e prospettive in finanza sostenibile
Proprio la cultura è una tra le lacune più gravi sul tema agrifood, evidenziata dai partecipanti alla tavola rotonda. Una sorta di “rigetto” per la tecnologia ed un conservatorismo pericoloso ed infruttuoso non aiutano lo sviluppo.
L’allineamento tra obiettivi ed aspettative è un altro aspetto decisamente importante da dover tenere in considerazione, mentre esternalità e generazione di valore, soprattutto sociale, sono due ambiti da dover sviluppare, come spiega Filippo La Scala, di Garnell SGR: “Esternalizzare la propria impresa, fare in modo che esca dalla tendenza a restare chiusa in famiglia, oltre ad incentivare lo sviluppo di valori sociali ed ambientali sono punti chiave. L’Italia è un paese agricolo che deve investire in agrifood e crearsi un primato nel settore”.
Anche Lucio Cavazzoni di Goodland insiste su questo: “In Italia sono presenti ben 350.000 ettari di terreno abbandonato, che rappresenterebbero opportunità per la produzione di cibo sostenibile, recuperando varietà di alimenti ed attenzione agli allevamenti animali e costituendo strutture tecnologicamente avanzate e diffuse”. Creare una relazione radicata con il territorio dove sorge l’azienda è un altro dei punti fondamentali in un’ottica di mercato sostenibile, secondo quanto affermato da Lorenzo Allevi di Oltre Venture. Inoltre, “Si deve conoscere meglio il consumatore. Nella filiera, si sa ciò di cui il consumatore ha bisogno, ma non chi consuma cosa”, evidenzia Andrea Di Camillo di P101. Infine, conclude Luigi Riccardo di Intesa Sanpaolo Innovation Center: “Consumiamo più di quanto siamo in grado di rigenerare. Non basta la sostenibilità, ci vuole la rigenerazione“.