Una startup olandese produce un telefonino “equo e solidale” con Android e nella sua ricerca di materie prime si affida al FairTrade per certificare che i minerali usati per la sua tecnologia vengano lavorati nel rispetto dell’ambiente e delle persone.
Il nostro consumo di gadget tecnologici sta ammazzando il pianeta. E no, è inutile che vi voltiate dall’altra parte o che smettiate di leggere questo articolo. Le materie prime dei nostri smartphone, tablet, orologi, computer, server e visori, vengono quasi tutte da zone di guerra, sono lavorate da operai schiavizzati e spesso decidono la sorte di intere popolazioni cacciate dalle aree dove si scavano a mani nude i minerali necessari alla nostra bulimia elettronica.
Perciò andiamo con ordine e cerchiamo di capire perchè la creazione di oggetti tecnologici avanzati possa aiutarci a sviluppare una nuova prospettiva, come nel caso di Fairphone, l’azienda olandese che ha avuto l’idea di produrre un “telefono etico”, rispettando le persone che lo realizzano e senza finanziare i traffici sottostanti la produzione e lo smercio delle materie prime necessarie a costruirlo come stagno, coltan e oro.
Come, non sapete che i nostri inseparabili 4G e tablet contengono molti minerali – cobalto, stagno, tungsteno, columbite-tantalite (coltan) – e sopratutto oro, noti come conflict-minerals, minerali che vengono da zone di guerra o che provocano guerre, ad esempio nella Repubblica Democratica del Congo dove milizie armate sovraintendono alla loro estrazione e raccolta? La maggior parte della sabbia nera radioattiva, il coltan, che potenzia i nostri smartphone e ne riduce il consumo energitico viene dai paesi della regione dei grandi laghi africani, da Congo, Ruanda e Uganda, dove bambini di 10 anni lo scavano a mani nude, spesso sotto la minaccia delle armi e quando non lo fanno vengono usati come bambini soldato.
Sulla via dell’oro con Fairphone
Diverse organizzazioni lo denunciano da anni e allora la start up olandese Fairphone ha deciso, in attesa del nuovo modello, di identificare con precisione la catena produttiva di questi minerali per decidere se e dove prenderli.
L’oro ad esempio, è importante per il rivestimento dei microcircuiti stampati e perchè ricopre i connettori delle batterie. Al contrario dell’argento è più resistente alla corrosione dovuta a umidità e ossigeno ed è un ottimo conduttore di elettricità. Perciò dell’oro è difficile fare a meno se vuoi costruire un telefonino.
Alla Fairphone hanno pensato che mentre verificano che i minerali per il loro telefonino vengano da zone pacificate forse è possibile servirsi da fornitori certificati come rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori perchè se l’oro dei telefonini viene contrabbandato da gruppi armati per finanziarsi, nelle zone dove non ci sono conflitti aperti, l’estrazione dell’oro è assai inquinante e produce residui tossici.
Per fare queste verifiche si sono affidati a Faitrade international, una fondazione che si occupa di commercio equo e solidale, e che non certifica solo cacao, riso e cioccolata. Le certificazioni Fair trade dell’oro assicurano il rispetto dei diritti dei lavoratori – cure, salari e permessi sindacali – sopratutto nei paesi dove sono forti le economie informali, diffuse le mafie e frequenti i conflitti tribali all’interno dei quali gli operatori di Fairtrade verificano gli standard di vita e di lavoro del settore.
Allora tutto risolto? Non proprio. Quasi tutti i componenti elettronici che contengono oro sono prodotti e assemblati in Cina dove l’oro arriva attraverso lo Shanghai Gold Exchange, che però non è in grado di distinguere e certificare l’oro “equo” da quello che non lo è. Ma c’è di più: in sede di produzione le due tipologie vengono mischiate nel processo di lavorazione. Come fare allora?
Fairphone 2
Quello di ricercare e utilizzare materie prime eque e solidali per i nostri gioielli tecnologici è tuttavia uno sforzo che va fatto. La Fairphone scommette di riuscirsi per il prossimo modello, il Fairphone 2, in prevendita sul proprio sito da agosto a 525 dollari, quando avranno risolto il problema e potranno certificare la provenienza dell’oro. C’è da augurarselo.
Per ora gli olandesi sono stati capaci di costruire un telefonino che è modulare e in grado di consentire anche ai meno versati nell’hobbistica elettronica di smontare e sostituire le parti usurate del telefono garantendogli una obsolescenza più lunga e riducendo di fatto la richiesta dei minerali sotto accusa per produrne di sempre nuovi.
Cosa c’è dentro il Fairphone
Le caratteristiche tecniche del telefonino etico prevedono un processore Snapdragon 801, un display 5 pollici con Gorilla Glass 3, fotocamera da 8 megapixel, 2GB di RAM, slot microSD, dual-SIM, connessione 4G.
Fairphone è inoltre impegnata a garantire la personalizzazione del proprio smartphone consentendo l’accesso “root” al proprio dispositivo e offrendo le specifiche per cover stampabili a casa in 3D.
L’apertura e la flessibilità di Fairphone per ora si basano sul sistema operativo Android ma nel futuro ci sarà la possibilità per gli utenti di utilizzare anche Firefox OS o Ubuntu Touch.
Forse è ancora poco, ma è un buon modo per cominciare a pensarci.