Dagli Stati Uniti il successo di Finding Rover, l’app che grazie al riconoscimento facciale ti aiuta a riabbracciare il tuo cane
Non trovo più il mio cane!
Se anche a te è capitato o temi tanto di dover pronunciare questa frase, beh, ho una buona notizia per te.
La tecnologia ci viene in soccorso anche in questo campo.
Eh già, niente più volantini incollati ovunque e post su tutte le bacheche dei social network: arriva dagli Stati Uniti un modo super tech per rintracciare gli animali domestici scomparsi.
Si chiama Finding Rover ed è un’app che utilizza il riconoscimento facciale creando una sorta di database con centinaia di immagini di cani e gatti ritrovati. Basterà un clic per accedere al catalogo e capire dov’è finito il proprio amico a quattro zampe.
Il tutto grazie all’unione tra il riconoscimento facciale ed alcuni dati di riferimento.
Eh già, se il tuo telefono finora è stato in grado di riconoscere il tuo viso, ora può riconoscere anche quello del tuo cane.
Ma come funziona di preciso Finding Rover?
Una volta scaricata l’applicazione sul proprio smartphone, bisogna creare un profilo per il proprio animale domestico. La registrazione è completamente gratuita e semplicissima: basterà scattare una foto ravvicinata della bella facciona pelosa e caricarla insieme a qualche altra informazione richiesta, tra cui, la zona di residenza.
Qui entra in gioco l’altro importante lato della medaglia: i canili aderenti che, a loro volta, caricano una foto di ogni cane o gatto che entra a far parte della loro struttura.
E poi?
A questo punto, mettiamo il caso che il nostro cane scappi: basterà accedere al proprio profilo e schiacciare un pulsante di attivazione ricerca: da quel momento, partirà il confronto della foto del nostro amato Fido con quelle degli animali persi e riportati nei canili, tutti catalogati nel grande database.
L’app, grazie alla sofisticata tecnologia di riconoscimento facciale, mostrerà gli animali corrispondenti all’area di ricerca e alle informazioni di contatto inserite e, non appena verrà trovata una corrispondenza, il proprietario sarà avvisato dell’avvenuta identificazione.
Il meccanismo, ovviamente, funziona anche al contrario.
Se, quindi ad esempio, sarai tu a ritrovate un animale domestico smarrito altrui, potrai utilizzare l’app per aiutare il suo proprietario a riabbracciarlo.
Un progetto nato per caso
Ad avere l’idea, l’attuale CEO della società John Polimeno; un giorno, seduto in una caffetteria con sua moglie, ha notato un volantino con stampata la foto di un cane scomparso. Chissà che non potesse usarsi proprio una foto per ritrovare quel cane?
Da lì, l’idea: l’impiego della tecnologia di riconoscimento facciale finora usata per identificare le persone, magari, poteva andare bene per ritrovare gli animali.
Polimeno decide così di contattare il team di ricercatori dell’Università dello Utah e di coinvolgerli in quello che, poi, è diventato un progetto di successo, un vero e proprio punto di raccordo tra canili e proprietari di animali.
Prima brevettato e lanciato per i cani nel 2014, tre anni dopo Finding Rover diventa anche un “luogo” per gatti. E dal suo esordio, ha permesso a ben 15.000 animali domestici scomparsi di ritrovare i propri amici umani.
Quando una foto frontale di un animale domestico viene analizzata durante il processo di test, il software seleziona l’animale da un database di 25.000 altri animali domestici e il 98% delle volte ha successo. “Se la foto è da un lato o è presa dall’alto o dal basso, la precisione scende forse al 90%“, ha dichiarato Polimeno.
Proprio grazie alla collaborazione con i numerosi canili presenti sul territorio statunitense, oltre a connettere i proprietari con gli animali smarriti, l’app funziona anche come un servizio di adozione. Basta, infatti, cercare sull’app gli animali adottabili e persino caricare una foto di un cane o di un gatto per vedere se ce n’è uno con caratteristiche simili disponibile per l’adozione.
Il successo di quest’app è dovuto anche ai canili
Numerosissime, infatti, le strutture che hanno subito contattato l’azienda per aderire al progetto. Il motivo è semplice: la maggior parte degli animali che si perdono finisce proprio in queste strutture. Tra i primi, il Plano Animal Services e il Denton Animal Shelter, entrambi in Texas.
“Valutiamo sempre le nuove tecnologie“, ha affermato Jamey Cantrell, direttore del dipartimento Servizi Animali di Plano. “Quindi, se esiste un nuovo software che può aiutarci in tali sforzi, vogliamo fare tutto il possibile per essere all’avanguardia“. Dello stesso avviso anche la responsabile del Denton Animal Shelter: “Ogni cane e gatto che entra nel rifugio per animali di Plano sarà registrato su Finding Rover“.
Sin da subito, tanti i successi: diverse famiglie, infatti, hanno già ritrovato i loro animali domestici. E i centri citati, ad oggi, sono solo due degli oltre 600 canili che stanno collaborato con Finding Rover.
Un’altra conquista per la tecnologia di riconoscimento facciale
Un mercato che valeva 3,97 miliardi di dollari nel 2018 e si prevede raggiungerà i 10,15 miliardi di dollari entro il 2025. Grazie alla struttura facciale unica di ogni soggetto, il software in questione è in grado di analizzare le caratteristiche, abbinarle alle informazioni in un database e identificare la persona.
Eh si, in questo caso, l’animale.
Basta dirlo per capire quanto sia qualcosa di veramente nuovo.
Questa, infatti, è un’area in cui la tecnologia della Silicon Valley non si era mai focalizzata, ma ora, grazie all’idea di Polimeno, tutto è realtà.
“Cani e gatti sono amati membri della famiglia e, se scompaiono, può essere devastante per tutti i soggetti coinvolti“, ha dichiarato Polimeno. “Vogliamo fare tutto il possibile per proteggere i nostri animali domestici. Registrarsi su Finding Rover è un altro passo che tutti i proprietari di animali domestici dovrebbero fare per proteggere ulteriormente i loro familiari pelosi“.
D’altronde, come dargli torto?
Certo, magari non saremo mai capaci di prevenire ed evitare del tutto la perdita dei nostri amici a quattro zampe, ma certamente, con la tecnologia di Finding Rover possiamo fare una grande differenza nel riportarli a casa.