La multinazionale ha parlato di un incidente: nessuna sostanza chimica è finita nell’Aisne. Ma per le associazioni è una catastrofe
Secondo Michel Adam, presidente della Federazione dei pescatori delle Ardenne, il fiume Aisne, nel nord della Francia, è stato devastato per circa 8 chilometri. È stato lui a denunciare la multinazionale Nestlé per lo sversamento di fanghi e inquinanti che hanno provocato la morte di 2 tonnellate di pesci. Il peso è quello totale delle carcasse raccolte nelle ultime ore dopo il disastro ambientale avvenuto intorno alle 21 di domenica 9 agosto. L’azienda, che in questo stabilimento produce latte in polvere per le cialde del caffè Dolce Gusto – come si legge su Le Parisien – ha spiegato che si è trattato di un incidente in cui non sono state rilasciate sostanze chimiche. Fatto sta che i danni per l’ambiente restano catastrofici.
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Fonte: Profilo Facebook Fédération de pêche des Ardennes
Nestlé sotto accusa
Le immagini pubblicate dal profilo Facebook della Fédération de pêche des Ardennes sono inequivocabili. Proprio ieri sono finite le operazioni di raccolta dei pesci morti lungo il fiume. Il tutto ha richiesto il lavoro di tre giorni, svolto anche grazie all’aiuto di diversi volontari. Quella di Nestlé va ad aggiungersi a una lunga lista di catastrofi provocate dall’incuria e dalla negligenza di aziende – anche multinazionali – che nel corso degli ultimi anni hanno causato danni ingenti all’ambiente.
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Fonte: Profilo Facebook Fédération de pêche des Ardennes
Anche in Italia la situazione dei fiumi resta critica. Negli ultimi anni è sì cresciuta la coscienza ecologica da parte della popolazione, grazie pure alla spinta dei giovanissimi sensibili al green. Tra i problemi principali che avvelenano le nostre acque c’è la plastica, materiale indispensabile, ma che se non riciclato o – peggio – disperso danneggia l’intero ecosistema. Disastri come quello avvenuto in Francia ci ricordano che la questione ambientale è più attuale che mai.
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Fonte: Profilo Facebook Fédération de pêche des Ardennes