Vita e morte sul nostro pianeta si sono alternate per ben cinque volte. Chi ha spazzato via gli esseri viventi? StartupItalia! ha parlato con il paleontologo Cesare Corselli dell’Università Bicocca di Milano
Facciamo pulizia di tutti quei film fantascientifici in cui è quasi sempre l’uomo a determinare la propria estinzione sporcando e inquinando il pianeta. Ovvio, lo smog danneggia la salute tanto quanto le microplastiche che dagli oceani finiscono nella nostra dieta con il pesce. Lo studio dei cambiamenti climatici ci racconta del resto di quanto opportunista e criticabile sia la nostra specie nello sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali limitate del pianeta. Esistono però fattori ancor più potenti che potrebbero determinare la nostra scomparsa. StartupItalia! ha intervistato un esperto per capire come, ancor prima dei dinosauri, fin dall’alba dei tempi, l’esistenza delle specie abbia seguito un continuo ciclo di vita-morte-vita.
Perché i cambiamenti climatici potrebbero essere letali (anche per noi)
Il professor Corselli Cesare, docente di Paleontologia all’Università Bicocca di Milano, ha tratteggiato quelle che potrebbero essere state le principali cause delle cinque grandi estinzioni verificatesi sulla Terra. Partendo però da una breve considerazione: «il clima è ed è sempre stato un sistema caotico». Un primo indiziato potrebbe essere l’immissione di un enorme quantità di anidride carbonica nell’atmosfera dovuta a elevate attività vulcaniche. «In questo caso – spiega il professore Corselli – l’effetto sarebbe la riduzione dell’illuminazione solare. È sufficiente per la morte dei vegetali, che a sua volta si ripercuote sulla catena alimentare». Se spariscono gli erbivori, in parole povere, le altre specie non mangiano.
Chi ha ucciso i dinosauri?
Ma cominciamo con la domanda che un po’ tutti si pongono. Sì, perché il vero motivo per cui i dinosauri si sono estinti resta ancora uno dei quesiti scientifici più aperti. «La causa forse più affascinante è quella dell’asteroide che cadde alla fine del periodo Cretaceo oltre 60 milioni di anni fa. Località di impatto? a Chicxulub, nella penisola dello Yucatan. L’effetto – spiega il docente della Bicocca – si propagò per circa 10 km di diametro, ma ovviamente non uccise tutte le specie viventi sulla terra». A minacciare l’esistenza dei grandi rettili fu infatti un altro fattore rilevato dal mondo scientifico. «In quel periodo fu considerevole anche l’attività vulcanica: uccise non soltanto con per l’impatto meccanico, faccio l’esempio di Pompei, ma anche per le emissioni che “coprirono” il sole, influenzando lo sviluppo dei vegetali e colpendo infine la catena alimentare».