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L’ultima volta che i bambini del quartiere napoletano di Forcella hanno alzato gli occhi al cielo hanno incontrato quelli dell’astronauta Samantha Cristoforetti, in orbita da 160 giorni con la navicella Crew Dragon nella missione alla Stazione Spaziale Internazionale. La Cristoforetti li fissava da lassù, galleggiando nella capsula priva di forza di gravità e regalando loro, di tanto in tanto, l’incanto di capriole in aria che ne catturavano per sempre gli occhi. A connettere la terra di Forcella e il cielo, in un’eccezionale diretta video durata una trentina di minuti, è stata l’associazione Il Cielo Itinerante, nata per avvicinare alla materie scientifiche, attraverso modalità innovative, i bambini e le bambine che vivono in situazioni di disagio sociale e povertà educativa: «Vogliamo portare il cielo in tutti i luoghi in cui il cielo, purtroppo, non arriva», scandiscono le quattro fondatrici, l’astrofisica Ersilia Vaudo, la docente universitaria Alessia Mosca, la notaia Giovanna Dell’Erba e Giulia Morando, analista di politiche per la parità di genere, che nell’aiutare bambine e bambini a sollevare lo sguardo da terra e cercare, nel bagliore delle stelle, visioni aperte di futuro puntano a offrire uguaglianza di opportunità per tutti, indipendentemente dalle condizioni socioeconomiche di partenza: «Siamo convinte che la cultura scientifica e quella tecnologica sono imprescindibili per costruire una società che sia per davvero inclusiva».

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Foto Linkedin – Alessia Mosca

Modelli come Samantha Cristoforetti, che in questa missione ha costruito il duplice primato di essere la prima donna europea a comandare la Stazione Spaziale Internazionale e la prima a compiere una passeggiata spaziale, sono poi, specie per le bambine, un motore aspirazionale potentissimo. 

Le domande dei bambini a Samantha Cristoforetti 

A Napoli, ora che la comandante ha fatto ritorno sulla terra, l’emozione è ancora tangibilissima, così come le domande che i bambini, raccolti nella casa di Vetro di Forcella, le hanno rivolto. Vittoria: Come distingui lassù il giorno dalla notte? Luca: Come fate a dormire a testa in giù? Roberta: Cosa ti piace di più quando sei li? E poi, Nella stazione spaziale l’odore e il gusto sono percepiti come sulla Terra? Qual è l’esperimento più divertente che fai nello spazio? Cosa bisogna studiare per diventare astronauti? Com’è nata la passione per l’astronomia e per lo spazio? Durante il collegamento, ai quesiti in arrivo da Forcella si sono via via aggiunti quelli dei tanti bambini che negli ultimi mesi hanno visto approdare nella propria città la carovana di esperte ed esperti di Il Cielo Itinerante, che in 50 tappe ha portato laboratori scientifici e osservazioni del cielo con telescopi professionali laddove non esistono o sono davvero carenti: la pandemia ha infatti acuito tutte le disuguaglianze a scuola, dove le ragazze e i ragazzi in difficoltà socioeconomiche già mostravano rendimenti più bassi in matematica e nelle materie scientifiche.  

“Abbiate grandi sogni perché, che li centriate o meno, la strada per arrivarci vi renderà persone più contente”

Ai bambini e alle bambine, la comandante Cristoforetti ha lasciato in chiusura di collegamento un viatico dallo spazio: «Mantenete viva la curiosità, abbiate voglia di scoprire, continuate a imparare. E, soprattutto, coltivate un sogno. Non sempre i sogni si realizzano, e appunto per questo li chiamiamo sogni. Io ho sognato sin da piccola di fare l’astronauta e ho avuto la fortuna immensa di diventarlo, perché ci vuole anche una grande fortuna. Conosco tante persone brave quanto me, che avevano lo stesso sogno ma non lo hanno realizzato. E sapete perché portavano dentro questo sogno, questa cosa grande a cui guardare? Perché avere sogni aiuta a essere felici. Abbiate grandi sogni perché, che li centriate o meno, la strada per arrivarci vi renderà persone più contente». 

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Foto Linkedin – Alessia Mosca