ACEA l’ha pubblicata basandosi sulle fonti più accurate. Crolli di produzione ovunque
Prima a subire la crisi è stata la Cina: un febbraio nero per il mercato delle quattro ruote, con immatricolazioni giù dell’80%. Ma la pandemia coronavirus sta ormai interessando tutta l’industria dell’auto a livello globale, con grosse perdite anche in Europa, dove gli stabilimenti sono ancora chiusi e le strade sempre più vuote dopo la stretta dei governi. Per fotografare l’evoluzione della crisi l’ACEA (la European Automobile Manufacturers’ Association) ha pubblicato una mappa interattiva sul proprio sito, dove è visibile – paese per paese – l’impatto del Covid 19 sul mercato. «Questa è di gran lunga la panoramica più completa attualmente disponibile in tutta Europa – si legge sul sito – combina tutte le informazioni conosciute e le fonti disponibili».
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© FCA
Crisi: quante auto in meno prodotte
La perdita di produzione stimata per l’Italia è di circa 80mila veicoli in meno dall’inizio della crisi, stando ai dati dell’ACEA. Ancor peggiore è il dato della Germania: il costo della pandemia di coronavirus ha comportato 360mila auto in meno realizzate negli stabilimenti. Male anche la Francia (oltre 113mila mezzi) e la Gran Bretagna (quasi 95mila). In un mercato come quello dell’auto, dove le filiere sono interconnesse e i marchi operano su un scenario di concorrenza globale, il coronavirus non ha colpito soltanto i paesi bloccati dal lockdown.
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Anche il Giappone, dove non c’è stata finora alcuna stretta da parte del governo, ha subìto un crollo della domanda nel mercato dell’auto: Toyota, la principale casa nipponica, ha deciso di chiudere sette linee di produzione in cinque stabilimenti del paese: la stima delle perdite è di circa 36mila veicoli .«I crolli della produzione – conclude ACEA – sono ovviamente destinati ad aumentare se i lockdown verranno prolungati o se verranno bloccati altri impianti».