Robotica a scuola, dall’infanzia alla secondaria di primo grado. L’Amministrazione comunale di Casorezzo, piccolo paese in provincia di Milano di poco più di cinquemila anime, ha puntato sull’innovazione e ha dato il via a un maxiprogetto che coinvolge la scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado del paese. Infatti, i robot saranno sempre più presenti nella quotidianità. È dunque importante imparare le basi della robotica fin da bambini. Ne parliamo con il consigliere Andrea Ponti, esperto di robotica e informatica, che segue il progetto.
Robotica a scuola: gli strumenti
I kit di robot che il comune di Casorezzo ha scelto di utilizzare sono di difficoltà progressiva, idonei alle varie fasce di età degli alunni che partecipano al progetto, dai mattoncini Lego a mBot, prodotto dalla Makeblock, start up cinese specializzata in tecnologie con l’obiettivo di fornire strumenti educativi per supportare gli apprendimenti. Ecco allora che i bambini imparano a costruire e a programmare robot divertendosi. Fra i prodotti utilizzati dalle scuole di Casorezzo troviamo il set base di LEGO Education WeDo 2.0, con i mattoncini LEGO wireless, che si programmano attraverso Bluetooth 4.0; LEGO Education SPIKE Prime, con ben 523 elementi LEGO, hub, sensori, motori e un’App educativa che include: un ambiente di programmazione sviluppato in Scratch e varie lezioni; infine mBot, un robot in alluminio con un doppio linguaggio di programmazione, poiché è compatibile sia con un ambiente basato su Scratch sia con C++. I docenti hanno seguito un corso di formazione specifica on line e in presenza, per poi dare il via al vero e proprio progetto di robotica a scuola.
Il progetto a Casorezzo
Perché il Comune di Casorezzo ha scelto proprio di investire sulla robotica nelle sue scuole e in cosa consiste nello specifico il progetto? A spiegarlo è il consigliere Andrea Ponti: “L’obiettivo del progetto è quello di avvicinare i ragazzi a un mondo che via via entrerà sempre più a far parte delle nostre vite; la robotica, infatti, è diventata ormai fondamentale in svariati campi, dall’automazione industriale alla medicina. Il vero traguardo però, secondo me, sarebbe quello di usare la robotica come driver per insegnare ai ragazzi il ragionamento logico, in modo da dar loro le basi per comprendere in maniera più semplice l’informatica, una disciplina che ormai fa parte della stragrande maggioranza dei corsi di studio. L’idea è quella di partire con un laboratorio prettamente manuale per le classi prime e seconde della primaria. In questo modo inizieranno a comprendere, con strumenti a loro familiari, la dinamica dei movimenti di un robot, ovvero come dalla semplice rotazione di alcuni motori è possibile creare movimenti complessi. Parlo di ‘strumenti familiari’ in quanto uno dei due kit che abbiamo deciso di usare è proprio formato da componenti lego. A partire dalle classi successive, al laboratorio manuale si andrà ad aggiungere la parte di programmazione dei robot, usando tool specifici basati su una rappresentazione a blocchi. Questi ambienti sono ottimi per imparare la logica dietro alla programmazione senza la necessità di studiare la complessa sintassi dei linguaggi di programmazione. Noi abbiamo deciso di investire su due diversi strumenti, il kit Lego Mindstorm e Mbot di MakeBlock”.
I vantaggi della robotica a scuola
Creatività, ragionamento logico e pensiero computazionale sono le parole d’ordine. Spiega Ponti: “La robotica educativa è un modo innovativo e divertente per apprendere e mettere in pratica le materie scientifiche. Gli studenti vedranno tutte le fasi di sviluppo di un robot educativo dalla sua costruzione alla sua programmazione. Questo permetterà di stimolare sia la loro creatività che la loro capacità di ragionamento logico e pensiero computazionale. È fondamentale iniziare l’apprendimento di questi concetti sin dalle scuole elementari, quando si ha una maggiore elasticità mentale. Questo darà ai ragazzi un notevole vantaggio negli anni successivi in qualunque materia scientifica. Un aspetto da non sottovalutare è poi la capacità della robotica educativa di rendere molto più coinvolgenti e divertenti alcune lezioni”. L’utilizzo della robotica a scuola è anche importante in termini di collaborazione e inclusività: “In progetti di questo tipo il lavoro di gruppo è fondamentale. I ragazzi si troveranno ad affrontare ‘problemi’ nuovi, tramite la collaborazione e lo scambio di idee e opinioni: sono sicuro ci riusciranno egregiamente. Inoltre, sono convinto, che questo progetto riuscirà a coinvolgere tutti, insegnanti e studenti. Questi ultimi impareranno cose nuove senza nemmeno accorgersene e divertendosi. Sicuramente questo progetto richiede una grande collaborazione tra insegnanti e studenti, potrebbe quindi essere l’occasione per ricreare un buon rapporto reciproco laddove si era perso in questi anni di distanza”.
L’importanza della formazione per lo sviluppo della robotica a scuola
La robotica a scuola è, dunque, possibile ma serve formazione continua per gli insegnanti e la loro volontà per poter intraprendere un percorso impegnativo ma sicuramente fondamentale per lo sviluppo cognitivo e sociale e dei bambini, come sottolinea Andrea Ponti: “L’aspetto chiave per portare avanti progetti di questo tipo è senza alcun dubbio la volontà da parte degli insegnanti. È necessario che siano coinvolti in un processo di aggiornamento costante e formazione continua in modo da rimanere al passo con la tecnologia che avanza molto velocemente. Questi ultimi due anni ci hanno mostrato come il sistema scolastico sia stato in grado di adattarsi a una situazione completamente nuova (la didattica a distanza) in tempi più che ragionevoli. Questo, a mio parere, dimostra come non ci siano ostacoli insormontabili nell’apportare modifiche o innovazioni alla didattica. Si tratta solamente di identificare metodologie e progetti che possano appassionare sia gli insegnanti che gli studenti. Sempre più scuole stanno includendo percorsi di robotica educativa perché è un metodo innovativo, motivante e molto coinvolgente. Sono diverse le aziende che investono in questo settore, prima tra tutte Lego che organizza vere e proprie competizioni tra studenti e scuole che aderiscono a progetti di questo genere incentivando quindi anche il confronto con altre persone. Difficile immaginare come evolverà la robotica educativa ma di certo la vedremo sempre più presente nelle nostre scuole”.