Hanno fatto un video in cui mafia e legalità prendono le sembianze di pietanze in gara al famoso programma culinario. Hanno ritirato il premio a Palermo, dalle mani della sorella del giudice Falcone, Maria
“Io la mafia non la digerisco”: non è lo slogan di un ristorante siciliano o calabrese e nemmeno la pubblicità progresso della TV ma il titolo del video realizzato dalle classi terza A e terza B della scuola media “Da Marrona” di Terricciola dell’istituto comprensivo “Pertini” di Capannoli che si è guadagnato il premio nazionale del concorso “Diamo forza al nostro impegno. Partecipazione attiva per lottare contro le mafie”, indetto dalla Fondazione “Giovanni Falcone e Francesca Morvillo” in occasione del ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci, il 23 maggio scorso.
Gli allievi pisani hanno pensato con creatività e immaginazione di mettere in scena, anzi in video, la parodia di “Masterchef”, il famoso programma culinario conosciuto non solo da mamme e nonne ma soprattutto dai giovani che seguono con passione le prove in cucina. A Terricciola hanno pensato di mettere “sul palco” originali cuochi: criminali e giudici corrotti che vengono interrotti dai piatti di “Mastermafia” ovvero la “pizza della legalità”, “il piatto onesto della società civile”.
Una gara di bontà che vede in primo piano un menù che si contrappone al cattivo gusto della criminalità organizzata, di chi sceglie il male al posto del bene, l’amaro al posto del buono. Da aggiungere che la regia del video è stata realizzata dalla mamma di un alunno, Moira Volterrani, cha ha messo a disposizione le proprie competenze e capacità. Il video ha toccato la sensibilità dei giudici del concorso dando il massimo riconoscimento alla realizzazione “cinematografica” dei ragazzi. Una bella soddisfazione per la classe, per i genitori ma anche per la dirigente della scuola, Lidia Sansone che la scorsa settimana è volata a Palermo per ricevere il premio direttamente dalle mani della sorella del giudice Falcone, Maria, impegnata da anni nella promozione dell’educazione alla legalità nelle scuole e non solo.
Un impegno che la Fondazione porta avanti soprattutto tra i banchi: il concorso è rivolto agli studenti italiani delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado ed è un invito a vivere i valori di chi, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno speso la loro vita in nome della giustizia sociale, della democrazia e della legalità. La “gara” vuole offrire l’occasione e lo stimolo ai giovani per riflettere sulla capacità che hanno di incidere positivamente nella società se assumono un ruolo da protagonisti nella cittadinanza attiva. Per lo sviluppo del percorso didattico, affidato all’autonomia dei singoli docenti interessati, ci si può avvalere del supporto dei materiali didattici che la Fondazione fornisce ai partecipanti. Un lavoro essenziale che ha visto in 24 anni la nascita di diverse esperienze che hanno maturato nei ragazzi un Dna di onestà e soprattutto il culto della memoria: non è raro incontrare in giro per l’Italia uomini e donne, ormai padri e madri con una professione, che ricordano di aver ascoltato Maria Falcone, Rita Borsellino, Nino Caponnetto, Gian Carlo Caselli nella loro scuola.