L’energia fluisce dai vetri trasparenti delle finestre direttamente ai sistemi di accumulo o per l’impiego immediato
Un milione di euro all’Università di Milano – Bicocca per i brevetti delle “finestre intelligenti”: è questa la cifra investita per l’acquisizione da parte di Glass to Power, spin-off dell’Ateneo milanese. La decisione ratificata ieri pomeriggio dal Consiglio di amministrazione della Bicocca rappresenta uno dei più importanti investimenti mai registrati in Italia per acquisire una famiglia di brevetti sviluppati nell’ambito dell’attività di una Università pubblica.
Tutto questo in meno di cinque anni dai primi dati della ricerca sviluppata dai professori Sergio Brovelli e Francesco Meinardi del Dipartimento di Scienza dei materiali (2014) e meno di due anni dalla costituzione di Glass to Power nel settembre 2016: dalla protezione e difesa della proprietà intellettuale allo sviluppo della spin-off accademica attraverso due campagne di crowdfunding (2017 e 2018), fino ad arrivare alla cessione della proprietà intellettuale e alla produzione, con l’obiettivo di iniziare una vera e propria commercializzazione all’inizio del 2019.
Come funzionano i vetri smart di Bicocca
Ciò è possibile grazie alla tecnologia denominata LSC – Luminescent Solar Concentrator, che fa uso di nanocristalli inseriti in lastre di plexiglass: i nanocristalli convertono la luce solare in raggi infrarossi che vengono riflessi all’interno del pannello fino ad arrivare al bordo dello stesso. Qui una sottile striscia di celle fotovoltaiche al silicio converte i fotoni infrarossi in corrente elettrica con un’elevata efficienza. L’energia fluisce invisibile dai vetri trasparenti delle finestre delle nostre case, degli uffici, dei centri commerciali, direttamente ai sistemi di accumulo o per l’impiego immediato da parte di qualsiasi utenza.
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Il lavoro di squadra portato avanti dall’Ateneo della Bicocca nasce dalla ricerca e prosegue grazie alla capacità di riconoscerne subito il potenziale per poi valorizzarlo concretamente: questo percorso ha messo una ricerca di altissimo livello nelle condizioni ideali per generare un prodotto che in pochi anni arriva dallo studio al mercato, dando vita ad un patto di investimento che guarda al futuro con ulteriori ritorni per l’Università. Martedì 26 giugno avrà luogo l’incontro con gli investitori e il pubblico a partire dalle ore 18 nella torre di viale Sarca, 230, nell’ambito del ciclo Innovation Pub.
Qualche dettaglio su Glass to Power
Recentemente è stato affidato a BDO, società multinazionale di consulenza finanziaria e certificazione, l’advisoring finanziario per ottenere una valutazione indipendente di Glass to Power, che è risultata essere di 9 milioni pre-money; a marzo, inoltre, è stata trasformata in società per azioni. La seconda campagna di equity crowdfunding iniziata il 15 maggio sulla piattaforma CrowdFundMe è lo strumento che Glass to Power ha scelto per portare a compimento il suo aumento di capitale da 2 milioni e 250 mila euro.
La startup innovativa ha saputo sfruttare le risorse già raccolte nel 2017 con la campagna precedente (300.000 euro dai soci fondatori e 54 nuovi investitori) per sviluppare la sua tecnologia fino a uno stadio pre-market e trovare partner industriali. Un apporto fondamentale all’aumento di capitale è arrivato dalla Federico De Nora SpA, società holding del Gruppo Industrie De Nora, multinazionale italiana leader nelle tecnologie elettrochimiche per la crescita sostenibile: detentrice del 25 per cento del capitale, tra i fondatori di Glass to Power, ha riaffermato la sua fiducia nel progetto anche alla luce dei risultati già conseguiti, investendo 626.740 euro direttamente sul portale di CrowdFundMe per mantenere la propria quota.
Oltre all’acquisizione della famiglia di brevetti dell’Università di Milano-Bicocca, il capitale raccolto sarà investito in altre operazioni strategiche nell’ottica di accompagnare Glass to Power verso un ulteriore salto dimensionale e, in prospettiva, ad una quotazione in Borsa nell’arco dei prossimi due-tre anni. La tecnologia è ormai abbastanza matura da consentire una “prima release” di finestre con buone prestazioni a costi relativamente contenuti e si prevede di immettere sul mercato i primi prodotti sperimentali entro la fine di quest’anno, per iniziare la vera e propria commercializzazione nei primi mesi del 2019.
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«Un esempio concreto di innovazione – evidenzia Danilo Porro, prorettore alla Valorizzazione della ricerca dell’Università di Milano-Bicocca – perché innovare significa creare valore: è quindi un risultato di estremo rilievo a livello nazionale e non solo, che conferma come l’ecosistema Bicocca sia dedicato alla valorizzazione delle nuove conoscenze e allo sviluppo di modalità organizzative che credono nel progetto, capaci di fare la differenza, di fare network con il mondo delle imprese e delle società spin-off, assistendo e supportando azioni di crescita e trasferimento a favore del territorio e dei cittadini».
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«In questo anno e mezzo di vita di Glass to Power abbiamo fatto passi da gigante nello sviluppo della tecnologia LSC – aggiunge Emilio Sassone Corsi, amministratore delegato di Glass to Power – e siamo pronti per il “grande salto” sul mercato. L’aumento di capitale in atto sta andando rapidamente a conclusione e ci darà tutte le risorse necessarie per realizzare il progetto industriale che presentammo all’atto della costituzione della società nel settembre 2016. L’acquisizione della famiglia dei brevetti dall’Università di Milano-Bicocca rientra in questa strategia di sviluppo e ci consente di valorizzare ancor di più la nostra società. Desideriamo continuare ad essere legati alla Bicocca, con la quale abbiamo un rapporto di collaborazione ampio e di completa reciproca soddisfazione».
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«Una Università si giudica attrattiva e innovativa non solo dal numero di pubblicazioni scientifiche, ma anche e soprattutto dall’impatto che ha sul territorio, sul mondo delle imprese e sulla vita dei cittadini – commenta Cristina Messa, rettore dell’Università di Milano-Bicocca – pertanto questo risultato è una conferma eccellente per il nostro Ateneo, che spicca per capacità nel creare valore e trasferimento tecnologico. L’investimento raggiunto rappresenta un’eccezione nel panorama nazionale, frutto di un successo sia di metodo che di risultato, dato che la cifra raccolta, anche grazie al mezzo innovativo dell’equity crowdfunding, sarà a supporto di brevetti di altissimo impatto scientifico».