Ne basta una per generare un’energia pari a 150 Volt, sufficiente ad alimentare 100 Led tutti insieme
Un sistema eolico verde di nome e di fatto è il risultato del programma di ricerca del Centro di Micro-Bio Robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera. Il progetto – descritto sulla rivista Advanced Functional Materials – è stato coordinato da Barbara Mazzolai, una delle 25 donne geniali della robotica nel 2015, e Fabian Meder. I due scienziati svelano i meccanismi della elettrificazione a contatto utilizzata dalle piante e presentano il primo albero ibrido dal nome: Oleandro Nerum, arricchito con foglie artificiali, capace di funzionare come un generatore di elettricità.
Elettrificazione a contatto
Alcune strutture fogliari sono in grado di convertire le forze meccaniche applicate sulla loro superficie, per esempio, dal vento, in energia elettrica. Attraverso un processo definito: elettrificazione a contatto, le cariche elettriche vengono raccolte sulla superficie fogliare e poi trasmesse al resto della pianta dal tessuto vegetale, che agisce come un vero e proprio cavo.
I ricercatori dell’IIT hanno dimostrato che la tensione generata da una singola foglia ogni volta che viene sfiorata può raggiungere più di 150 Volt, abbastanza per alimentare simultaneamente 100 lampadine a LED. L’elettricità può essere utilizzata direttamente, collegando una sorta di presa elettrica allo stelo della pianta.
L’energia viene quindi trasmessa al tessuto vegetale interno che, come un cavo, trasporta l’elettricità nel resto della pianta. Infine, la corrente prodotta viene trasferita all’esterno tramite una sorta di presa elettrica collegata allo stelo.
L’oleandro elettrico che funziona col vento
Per la prima volta, gli scienziati del Center for Micro-Bio Robotics (CMBR) dell’Iit hanno anche trovato un modo per sfruttare questo processo per realizzare un “dispositivo verde“, in grado di convertire l‘energia eolica in elettricità. Hanno modificato un albero di Oleandro Nerum addobbandolo con foglie artificiali che, oscillando al vento, toccano le foglie naturali e attivano la generazione di elettricità della pianta. E quanto più vento c’è, più l’albero ibrido produce elettricità. Secondo Barbara Mazzolai, Fabian Meder e gli altri ricercatori del team, il sistema può essere facilmente riprodotto in dimensioni più grandi. In sostanza si potrebbe sfruttare l’intera chioma di un albero o addirittura di una foresta, diventando un vero e proprio generatore di energia elettrica distribuito e di facile accesso ovunque.
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Progetto Plantoid: robot bioispiranti
Il Center for Micro-Bio Robotics, coordinato da Barbara Mazzolai, nel 2012 ha realizzato il progetto Plantoid finanziato dall’UE, che ha portato alla realizzazione del primo robot pianta al mondo. Questo ultimo studio che ha portato alla realizzazione dell’oleandro ibrido è un primo passo per un altro progetto europeo, coordinato sempre da Mazzolai e in partenza nel 2019, il progetto Growbot, il cui scopo è realizzare robot bioispirati che implementino movimenti di crescita simili alle piante. I nuovi robot, infatti, saranno in parte alimentati dalla nuova fonte di energia derivata dalle piante, dimostrando che le piante potrebbero diventare una delle sorgenti di energia elettrica del futuro, accessibile in tutto il mondo.