Con il progetto Rigeneri@mo i pc dismessi dalle aziende trovano nuova vita nelle scuole: grazie a una rete di volontari e di insegnanti che diffondono l’open source
Pensate a quante aziende buttano via i computer vecchi per sostituirli, e quante scuole, invece, non hanno sufficienti postazioni pc per i loro studenti. Mettete insieme le due cose e avrete il senso di “Rigeneri@mo”: un progetto in atto nelle scuole delle province di Como e Varese che raccoglie i computer dismessi, e li riutilizza negli istituti scolastici dopo averli “rigenerati”, cioè formattati e portati a nuova vita con un pacchetto di software open source. Non solo: oltre a donare i computer alle scuole il progetto organizza negli istituti anche corsi di formazione per i docenti, per permetter loro di familiarizzare con i software open source e trasmettere le competenze acquisite ai ragazzi. “Fornire la tecnologia senza la dovuta formazione è inutile, non ha senso – dice Luca Piergiovanni, insegnante d’italiano e referente del progetto – il nostro obiettivo è soprattutto quello di promuovere il concetto che l’open source è una risorsa enorme per i docenti. Attraverso opportunità come l’e-learning, i mooc, e altre piattaforme libere, oggi gli insegnanti hanno davvero l’occasione per innovare la loro didattica”.
L’idea
Rigeneriamo è al secondo anno di vita, ed è nato in seguito alla collaborazione tra l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, il cui referente per la scuola di Como è Luca Piergiovanni, e la Onlus “Progetto nuova vita” di Olgiate Olona, in provincia di Varese, il cui presidente è Massimiliano De Cinque. La Onlus prende il materiale da aziende e privati e lo riusa al fine di ridurre la produzione di RAEE. Sui pc vengono poi installati il software libero e gli applicativi per l’insegnamento (c’è anche una sezione dedicati ai ragazzi con i disturbi di apprendimento). “Conosco Massimiliano già da diversi anni, la sua attività di recupero e di riuso dei pc obsoleti è straordinaria. Così ho pensato: perché non applicare questa filosofia anche nelle scuole?”. Luca Piergiovanni insegna italiano, storia e geografia ma nella sua scuola si interessa molto di innovazione e tecnologia: “Da qualche anno lavoro con l’ufficio scolastico e tengo corsi di formazione digitale per docenti. Intorno alle nuove tecnologie ho notato molta resistenza da parte dei docenti: anche per questo abbiamo dato seguito a Rigeneri@mo. Lo scorso anno siamo partiti con 4 istituti. Quest’anno hanno aderito più di 30 scuole”.
Il progetto
Piergiovanni tiene a sottolineare che i computer vengono donati a scuole che rispondono ad alcuni requisiti specifici: ogni scuola che vuole aderire al progetto deve avere una connessione veloce ad internet, delle aule di informatica cablate, deve essere disponibile a seguire un corso sul mondo del software libero, e deve mettere insieme un team di docenti interni disposti a seguire il progetto e a fare da riferimento dentro la scuola. Inoltre, alla fine dell’anno la scuola dovrà coinvolgere il personale, studenti e i genitori in un incontro conclusivo di sensibilizzazione e informazione sulle tematiche open source. “Il coinvolgimento di Comune, scuola e genitori è essenziale, non partiamo se non c’è una volontà condivisa. Il Comune si deve occupare delle eventuali mancanza della scuola, per esempio se qualcosa non va nell’aula di informatica. mentre tra i genitori possono sempre esserci informatici che ci possono aiutare nella formazione dei docenti. Abbiamo avuto la visita del direttore di linux italia che è rimasto molto colpito dal coinvolgimento dei vari enti”.
Primo step: formare i docenti
“Noi doniamo i pc, ma chiediamo che i docenti siano formati per usarli, altrimenti è inutile”. Molti insegnanti si spaventano di fronte a un sistema operativo che non hanno mai usato, che non è Windows:
“Noi cerchiamo di estirpare i loro timori, e diffondere le risorse che hanno a disposizione. La vera innovazione è nella mentalità del docente, se non comincia lui, con la sua volontà, è difficile fare altro”.
I corsi sono tenuti dai volontari della Onlus: i professori Gabriele Biucchi, Giovanni Colangelo e dallo stesso Luca Piergiovanni. Una volta raggiunti 15 docenti iscritti, il corso parte, direttamente nella scuola aderente. Il corso comprende 2 incontri di 3 ore per un uso tecnico dei software open source e altri 2 incontri per un utilizzo in chiave didattica di strumenti e ambienti open (Open Educational Resources). “Infine c’è l’incontro finale con la cittadinanza e i genitori per parlare di software libero e del riuso delle discariche a cielo aperto”.