A sviluppare l’automobile è la startup veronese ZAVA Hypercars, che sta lavorando al prototipo a grandezza naturale. L’hypercar sfrutterà sistemi di controllo neuronali per esaltare la bellezza di guidare un’auto da Formula 1 in sicurezza
Un’automobile di ultima generazione, una hypercar elettrica basata sull’Intelligenza Artificiale e con le prestazioni da Formula 1. È Prometheus, un’auto che sta sviluppando la startup innovativa veronese ZAVA Hypercars e di cui è stato esposto il primo prototipo in scala alla mostra milanese ‘Real Bodies’. PrometheuS si servirà di sistemi di controllo neuronali che saranno di supporto per la sicurezza e al tempo stesso fungeranno da estensione delle capacità umane per controllare un’auto da prestazioni ai massimi livelli. L’idea nasce dalla passione di Moreno Zavagnin, fondatore e CEO, che ha coinvolto da subito nel progetto persone di fiducia con cui aveva collaborato in precedenza con successo, provenienti dal mondo dell’auto e da quello delle energie rinnovabili. Ora ZAVA è nella fase di costruzione del prototipo a grandezza naturale. L’intenzione è di lanciare il veicolo nell’arco di due anni. Ecco l’intervista.
Come è nata l’idea di PrometheuS?
Nasce dalla constatazione che la tecnologia stava cambiando e questo avrebbe portato a una rivoluzione nel settore, come infatti sta avvenendo. Questo cambiamento di paradigma poteva e può permettere di ripensare il concetto di auto e grazie all’eccellenza delle competenze italiane nel settore delle auto sportive permetteva di riunire in un unico oggetto dei desideri, design innovativo, alte prestazioni, salvaguardia massima dell’ambiente, tecnologia a servizio dell’uomo e aspetto emozionale, che è sempre prioritario in tutti coloro che amano l’auto.
Per ultimo tutto questo lo vogliamo fare con un progetto “open source”, il primo in questo settore, da una parte con l’aiuto degli appassionati attraverso le piattaforme di condivisione messe a disposizione dal web e dall’altra con un trasferimento tecnologico a favore della mobilità di tutti.
Quali sono le sue caratteristiche principali?
È un’auto estrema e senza compromessi sotto tutti gli aspetti: design unico molto impattante, aerodinamica portata ai massimi livelli, posizione di guida monoposto centrale bassa e avanzata che fornisce sensazioni di velocità da jet ma a contatto con il suolo, telaio e materiali di ultimissima generazione come il carbonio, il titanio, il grafene e l’alluminio; powertrain elettrico che permetterà un rivoluzionario peso coppia di 1:1 e consisterà in 4 motori per ognuna delle 4 ruote tutte sterzanti, innovative batterie piatte e ad alta densità poste sotto il pavimento dell’abitacolo con funzione di ricarica rapida a induzione.
Come funzionano i sistemi di controllo neuronali?
Con la collaborazione del Prof. Pontini, esperto di biomeccanica dell’Università di Padova, stiamo mettendo a punto diversi sistemi di collegamento uomo macchina che forniranno a chi guida un’esperienza totalmente inedita. Funzioneranno su due direzioni principali: da un lato saranno di ausilio alla sicurezza e dall’altro un’estensione delle capacità umane nel “controllare” una vettura dalle prestazioni portate all’estremo.
PrometheuS potrà essere utilizzabile anche da chi presenta deficit motori o sensoriali?
Sì, il nostro obiettivo è proprio quello di permettere a persone che non possiedono i riflessi e l’abilità di un pilota di godere delle sensazioni di guida e delle prestazioni di un’auto di questo tipo, comprese persone che presentano deficit in questo senso. Questa è sicuramente un’auto rivolta a pochi fortunati ma il nostro obiettivo è quello di arrivare a soluzioni che possano essere utilizzate da tutti. D’altra parte coloro che sono così fortunati da poter ordinare una PrometheuS saranno coinvolti totalmente nella personalizzazione, tanto che ognuna potrà dirsi un pezzo unico.
La società italiana è a vostro avviso pronta per un’auto basata sull’intelligenza Artificiale?
La nostra filosofia è che qualsiasi tecnologia che svilupperemo è a servizio dell’uomo e non deve essere ridondante rispetto all’obiettivo per cui è stata pensata. Noi non vogliamo creare un qualcosa che prende il posto dell’uomo, in quanto questa è la direzione dei veicoli a guida autonoma, su cui altre aziende stanno lavorando. La nostra direzione è quasi opposta in quanto noi vogliamo esaltare l’emozione di guida, non eliminarla: PrometheuS è per chi ama l’auto nel suo concetto “futuristico” di massimo compendio di velocità, tecnologia e mobilità.
Quale filosofia guida la scelta di un progetto open source?
ZAVA persegue come tutte le aziende un obiettivo di profitto, ma è anche portatrice di un progetto totalmente “millenials”. Vogliamo cioè discostarci in tutti i modi dall’approccio produttivo e commerciale dei colossi automobilistici che attualmente dominano il settore e che, a nostro avviso, hanno, con le loro inerzie e i loro compromessi, spesso abdicato al loro ruolo sociale che è, o dovrebbe essere, insito in ogni azienda. Noi vogliamo rimanere entro certi limiti dimensionali in modo da permetterci di trattare i nostri clienti con un approccio one-to-one, come dovrebbe sempre essere per un autentico oggetto esclusivo, ma allo stesso tempo vogliamo essere aperti al mondo esterno e in particolare al mondo della ricerca di base che lavora per il progresso di tutti.
Quali sono i tempi per il lancio sul mercato?
Siamo arrivati alla fase di costruzione del prototipo a grandezza naturale e dopo la campagna crowdfunding aperta a tutti, stiamo ora parlando con società specializzate nella raccolta fondi per start-up che operano attraverso road show selezionati rivolti a investitori particolari, le quali sembrano molto interessate al progetto. Passando oltre questo step, noi contiamo di arrivare al lancio nell’arco di 2 anni.
Quali sono gli obiettivi futuri e quali le speranze?
L’obiettivo è quello di creare una Hypercar di grande bellezza ed esclusività che permetta di mostrare a tutto il mondo lo stato dell’arte delle capacità italiane nel design e nella nuove tecnologie applicate all’auto e non solo. La speranza è quello di fare tutto questo coinvolgendo più menti possibili, diventando un’azienda stimata e rispettata per il suo lavoro.