Il car sharing è in grado di eliminare l’80% dei veicoli attualmente in circolazione e fornire servizi di mobilità uguali o addirittura migliori a un costo inferiore. Ecco il futuro dei trasporti. Il resto? Auto elettriche o a idrogeno.
La convergenza fra l’internet della comunicazione e l’internet dell’energia rende possibile la costruzione e la graduale introduzione dell’internet dei trasporti automatizzati e della logistica. L’insieme di questi tre Internet rappresenta il cuore della piattaforma dell’Internet of things per la gestione, l’energia e la movimentazione dei beni e delle merci nell’economia della Terza Rivoluzione Industriale.
Le 4 chiavi di volta per un’internet dei trasporti
L’internet della logistica e del trasporto automatizzato è basato su quattro pilastri fondamentali che, come per l’Internet Energia, devono essere introdotti simultaneamente per permettere al sistema di operare in modo efficiente:
1) In primo luogo, come accennato in precedenza, le stazioni di ricarica dovranno essere installate dappertutto e consentire a automobili, autobus e camion di rifornirsi dappertutto e anche di immettere elettricità in rete.
2) In secondo luogo, vari sensori devono essere inseriti in tutti i dispositivi attraverso le reti della logistica per permettere a fabbriche, magazzini, grossisti, dettaglianti e agli utenti finali di avere i dati il più aggiornati possibile, sui flussi logistici che riguardano le filiere produttive.
3) In terzo luogo, l’immagazzinamento e il transito di tutti i beni fisici dovrà essere standardizzato in modo che possano viaggiare e superare qualunque punto di passaggio senza impedimenti e ritardi, analogamente ai flussi di informazioni, che che vengono trasmessi in modo semplice ed efficiente attraverso il World Wide Web.
4) In quarto luogo, tutti gli operatori che lavorano nella logistica devono aggregarsi in reti di collaborazione per portare tutte le loro attività in uno spazio condiviso. Questo permetterà loro di ottimizzare la spedizione delle merci, sfruttando altre economie. Ad esempio, migliaia di magazzini e centri di distribuzione possono creare cooperative per condividere spazi inutilizzati, consentendo ai trasportatori di effettuare prelievi, trasporti e consegne secondo i percorsi più efficienti.
La rivoluzione dei veicoli senza conducente
La piattaforma dell’Internet delle Cose fornirà dati logistici in tempo reale su prelievi e tempi di consegna, le condizioni meteorologiche, i flussi di traffico e informazioni aggiornate sulle capacità di stoccaggio dei depositi sulla tratta prescelta. I big data e sistemi analitici avanzati verranno utilizzati per creare algoritmi e applicazioni atte a garantire l’ottimizzazione della efficienza energetica aggregata lungo i percorsi logistici e, così facendo, si aumenterà notevolmente la produttività riducendo al contempo il costo marginale di ogni spedizione.
Entro il 2030, almeno una parte delle spedizioni su gomma rotaia e vie d’acqua verrà probabilmente effettuata con i mezzi elettrici e a idrogeno, mezzi a guida automatizzata (driverless) e droni. Sarà alimentata da energie rinnovabili a costo marginale quasi zero e gestita da sistemi analitici e algoritmi sempre più sofisticati. I trasporti senza conducente e droni diminuiranno i costi di manodopera e accelereranno la produttività riducendo quasi a zero il costo marginale del lavoro per il trasporto di merci.
L’internet dei trasporti automatizzati e della logistica trasforma radicalmente anche l’idea stessa che abbiamo della mobilità. I giovani di oggi stanno cominciando a utilizzare la tecnologia di comunicazione mobile e la nascente guida GPS per trasporti automatizzati e l’Internet della logistica per trovare guidatori disponibili a offrire passaggi per qualunque destinazione, condividendo veicoli ed esperienze. I giovani preferiscono l’accesso alla mobilità alla proprietà del veicolo. Le generazioni future probabilmente non avranno mai più la proprietà di un veicolo nell’era della mobilità automatizzata e intelligente. Per ogni veicolo in condivisione, tuttavia, si previene la produzione di ben 15 veicoli. Larry Burns, l’ex vice presidente esecutivo di General Motors, e ora professore presso l’Università del Michigan, ha fatto uno studio dei modelli di mobilità a Ann Harbor, una città americana di medie dimensioni, e ha scoperto che i servizi di car sharing sono in grado di eliminare l’80% dei veicoli attualmente in circolazione, e forniscono la servizi di mobilità uguali o addirittura migliori a un costo inferiore.
Un miliardo di veicoli in giro per il mondo
Attualmente ci sono un miliardo di automobili, autobus e camion in circolazione nel traffico di tutto il mondo. I veicoli con motore a scoppio a benzina sono stati il perno della seconda rivoluzione industriale. La produzione di massa di questi veicoli ha divorato ingenti quantità di risorse naturali della Terra. Automobili, autobus e camion bruciano anche enormi quantità di petrolio e sono il terzo importante contributore alle emissioni di gas a effetto serra, dopo il settore delle costruzioni e quello della produzione di carni bovine. Lo studio di Burns permette di concludere che l’80% dei veicoli attualmente in circolazione potrebbero essere eliminati con l’adozione diffusa di servizi di car sharing nel periodo di vita della prossima generazione. I restanti 200 milioni di veicoli saranno elettrici e a idrogeno da fonti rinnovabili a costo marginale zero. I veicoli condivisi, a loro volta, saranno senza guidatore e percorreranno reti stradali automatizzate e intelligenti.
La transizione dalla proprietà di veicoli all’accesso a servizi di mobilità con veicoli senza guidatore, sui sistemi stradali intelligenti, trasformerà radicalmente il modello commerciale dell’industria dei trasporti. Le grandi case automobilistiche di tutto il mondo produrranno un minor numero di veicoli nel corso dei prossimi 30 anni, ma riusciranno a compensare le perdite riposizionandosi come aggregatori nell’Internet del trasporto automatizzato globale e nella gestione di servizi avanzati di mobilità e logistica.
Jeremy Rifkin