Si terrà in Australia, dal 18 al 25 ottobre, la nuova edizione della World Solar Challenge. La competizione, tra deserti e canguri, metterà in gara veicoli a energia solare provenienti da tutto il mondo.
Dal 18 al 25 ottobre si terrà, in Australia, la World Solar Challenge, una competizione dedicata esclusivamente a veicoli ad energia solare. Poco meno di 50 team, provenienti da tutto il mondo, metteranno alla prova il loro mezzo tentando di sopravvivere in un percorso di 3mila chilometri da Darwin ad Adelaide.
Una gara di resistenza (e non solo di velocità)
Quando si parla di competizioni tra automobili la prima cosa che viene in mente è la velocità. Ma non in questo caso. O almeno non del tutto. L’evento è pensato soprattutto per testare la capacità di resistenza e l’affidabilità dei veicoli iscritti.
Una delle regole, infatti, riguarda la quantità di energia che può essere immagazzinata per affrontare il viaggio: ogni partecipante non può superare i 5 kilowattora (kWh) di energia alla volta. Il resto deve provenire dal sole o dall’energia cinetica prodotta dal movimento stesso. In poche parole, le automobili dipenderanno quasi esclusivamente dal sole per poter avanzare e ricaricare le proprie batterie. La strategia da adottare sarà dunque una delle chiavi che potranno decretare la vittoria (o almeno arrivare in fondo al percorso).
Una sfida per testare i veicoli
«Non è una sfida facile» sottolinea Alex Lubkin, uno studente della Stanford University che parteciperà con il progetto sviluppato dall’Università della California. La Stanford Solar Car è una delle auto più originali presenti al via: il pilota, ad esempio, si trova in una posizione molto vicina al terreno ed è protetto da una sorta di futuristica bolla che sembra fuoriuscire da alcuni film di fantascienza del secolo scorso. Tutta la piatta e lignea superficie del mezzo è ricoperta di pannelli solari in grado di catturare l’energia necessaria.
«Abbiamo costruito il nostro prototipo focalizzandoci sull’affidabilità» continua Alex «E non a caso il nostro motto è: «Test it again!». In verità tutti i team in gara hanno raccontato dell’enorme mole di prove ed esperimenti a cui hanno sottoposto i veicoli. Un ulteriore elemento che fa capire la complessità della gara e la dura preparazione a cui si sono sottoposti anche i partecipanti: «Nell’entroterra australiano la temperatura arriva facilmente a toccare i 40 gradi. È importante restare sempre idratati e immaginare tutti i possibili problemi e disagi che potrebbero manifestarsi in luoghi così inospitali».
Le difficoltà climatiche
Dom Browne, che parteciperà invece con la Cambridge University (Gran Bretagna), sottolinea quanto sia importante questa competizione per sviluppare ulteriormente il progetto: «È l’opportunità per superare sfide che non avremmo mai neanche immaginato di affrontare e per conoscere limiti e possibilità del nostro veicolo». Il team inglese, ad esempio, ha preferito puntare tutto sulla leggerezza usando materiali in fibra di carbone.
Sarà fondamentale monitorare costantemente le condizioni climatiche del luogo per capire quando è necessario usare la scarsa riserva d’energia a disposizione e quando, invece, procedere sfruttando la potenza dell’energia solare. In una giornata nuvolosa si procederà, per esempio, più lentamente cercando poi di recuperare nelle ore più calde e più assolate. Il tutto stando attenti alle tempeste di sabbia o a frequenti incendi che caratterizzano le zone desertiche e che potrebbero costringere i team a prendere difficili e repentine decisioni.
Occhio ai canguri (la notte ci si ferma)
Per salvaguardare i partecipanti, la gara si fermerà ogni giorno alle 17.00. Questo perché si dovrà percorrere una regione in cui i canguri sono particolarmente attivi durante la notte. Animali che, avendo l’abitudine di muoversi lungo la strada, possono rappresentare un pericolo serio per le automobili in gara. Soprattutto visto il peso che possono raggiungere e la forza che possono imprimere in un attacco improvviso.
L’edizione della maturità
Questa sarà la seconda edizione della World Solar Challenge in territorio australiano. La prima, risalente al 2013 (per scelta avviene ogni due anni), rappresentò l’inizio di un cammino che, in 24 mesi, è diventato molto più maturo e consapevole delle proprie possibilità. Al termine dei sette giorni, dunque, si potrà avere un’idea più chiara dei progressi che sono stati fatti in questo lasso di tempo e quanto ancora c’è da fare per arrivare ad una soluzione efficace.
Ma sarà una competizione che premierà anche il design dei veicoli in gara, divisi in tre classi: Challenger, Cruiser e Adventure. Una menzione speciale, inoltre, è assegnata per la filosofia che sta dietro alla loro nascita: «L’evento vuole innanzitutto mostrare al mondo l’importanza della sostenibilità in ambito automotive» spiega il direttore Chris Selwood «Vogliamo far sì che il numero maggiore di persone al mondo venga ispirate da ciò che vedranno durante l’intera settimana di gara». E anche se non ci sono team italiani in gara sarà comunque uno spettacolo da non perdere.