L’innalzamento del livello del mare è una minaccia per la Silicon Valley. Servono 110 miliardi per correre ai ripari
La California e San Francisco in particolare stanno attraversando un periodo di crisi notevole. Per citare una delle questioni più delicate ricordiamo i costi proibitivi degli immobili e degli affitti che stanno spingendo tante persone ad abbandonare lo Stato. A ciò si aggiungono poi gli effetti dei cambiamenti climatici che secondo gli esperti metteranno sempre di più a rischio la città e le moltissime attività economiche, comprese quelle delle Big Tech. Secondo uno studio recente della Metropolitan Transportation Commission bisogna investire 110 miliardi di dollari entro il 2050 per proteggere la baia di San Francisco dall’innalzamento del livello dei mari.
Al momento secondo la ricerca sono a disposizione appena 5 miliardi di dollari per questo fondo di emergenza. I lavori da mettere in campo sono numerosi e riguardano per esempio il rafforzamento e innalzamento degli argini oltre che di barriere per contrastare le alluvioni. Sono oltre 75mila le famiglie che nei prossimi decenni saranno esposte agli effetti devastanti dell’innalzamento dei mari nella regione di San Francisco. Ma, come anticipato, anche le aziende dovranno prendere contromisure in caso di politiche inefficienti.
Lo studio ha infatti calcolato che la crisi climatica a San Francisco potrebbe colpire 200mila posti di lavoro, cancellandoli o rendendo le attività molto più difficili. In questo conteggio sono inserite anche le Big Tech che nella città californiana hanno una presenza storica con campus ed headquarter. Sono comunque già in cantiere alcuni progetti imponenti, come quello dell’aeroporto di San Francisco dove verranno spesi quasi 600 milioni di dollari per costruire un muro lungo la costa che protegga la pista dagli allagamenti.