Sebbene il sovrano del Regno Unito da tempo partecipi a iniziative in sostegno al Pianeta, alcune sue abitudini contrastano con l’impegno ambientalista
Ha iniziato a parlare di cambiamento climatico negli anni ’70, quando il concetto di “riscaldamento globale” era sconosciuto alla maggior parte della popolazione. «Forse il più significativo ambientalista della storia», lo ha definito Toni Juniper, presidente di Natural England, l’ente inglese per la conservazione dell’ambiente. E di iniziative per salvare il Pianeta il Re Carlo ne ha lanciate davvero tante negli ultimi anni, ma nella sua vita privata è davvero attento all’ambiente?
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L’impegno del Re per l’ambiente
«In questo momento siamo di fronte agli orribili effetti dell’inquinamento in tutte le sue forme cancerose – diceva un Carlo 22enne nel 1970 – C’è una crescente minaccia di inquinamento da petrolio nel mare, che quasi distrugge le spiagge e certamente distrugge centinaia di uccelli marini. C’è l’inquinamento chimico scaricato nei fiumi da fabbriche e impianti chimici, che intasa i fiumi con sostanze tossiche e aumenta la sporcizia nei mari. C’è l’inquinamento dell’aria da parte di fumi ed esalazioni emanati dalle fabbriche e da parte dei gas pompati da infinite automobili e aeroplani». Questo fu il primo allarme lanciato dal Re che in quello stesso anno, con il padre, il principe Filippo, partecipò alla conferenza di Strasburgo dalla quale fu lanciato l’Anno Europeo della Conservazione. Ma ancor prima, nei due anni antecedenti, l’erede al trono era stato già impegnato nella preparazione dell’iniziativa: aveva presieduto il comitato della regione incaricato di pianificare la partecipazione all’Anno Europeo. E una settimana dopo il viaggio a Strasburgo, inaugurò a Cardiff la conferenza sulla Campagna nel Galles. Nel 1987 divenne il rappresentante per la Gran Bretagna nell’Anno Europeo per l’Ambiente, mentre dalla metà degli anni ’80 iniziò a coordinarsi con Al Gore, l’ex vicepresidente americano e paladino dell’ecologismo. Nel 1990, Carlo III ospitò sul Britannia, lo yacht reale, una conferenza nel delta del Rio delle Amazzoni, antecedente al Summit sulla Terra di Rio nel 1992, quando nacquero le Cop, le Conferenze internazionali sull’ambiente – che tutt’oggi si tengono annualmente. Ma arriviamo ai tempi più recenti.
Le ultime iniziative
Nel 2021 la Gran Bretagna ospita Cop26 si a Glasgow. Carlo tiene il discorso inaugurale, avvertendo i partecipanti che «il tempo è scaduto» e non c’è più un minuto da perdere. Con il progetto “Rainforests”, in sinergia con i leader mondiali, ha svolto un’intensa attività di sensibilizzazione sui temi che ruotano attorno alla deforestazione, alla sicurezza alimentare, al cambiamento climatico, all’economia circolare e alla salute dell’ambiente marino. Di recente, il suo intervento in merito all’Iniziativa per i Mercati Sostenibili, lanciata al summit di Davos del 2020. Inoltre, sin dal 1985, il Re ha convertito le coltivazioni della sua tenuta di Highgrove, nel Gloucestershire, in colture organiche. Un primo passo verso il “Duchy Organic”, un business agro-alimentare che si occupa della vendita di uova, marmellate e verdure nei supermercati Waitrose, in tutta la Gran Bretagna. E la sua residenza ufficiale a Londra è alimentata da pannelli solari. Un impegno civico intenso che, però, per certi lati appare in netto contrasto con alcune delle sue abitudini.
I lati oscuri del Re
Sebbene il Re confessi di parlare alle piante, il suo stile di vita non appare, per certi versi, così attento alla sostenibilità. A partire dalle battute di caccia, alle quali ha partecipato anche assieme alla futura sovrana d’Inghilterra, l’attuale Regina consorte Camilla.
Nonostante la sua residenza inglese sia alimentata da pannelli solari, il Re si è rifiutato di installare turbine eoliche nel suo Ducato di Cornovaglia perché rovinerebbero il paesaggio. Altro tema molto discusso sono i suoi viaggi a bordo di jet privati, che costano all’ambiente un’emissione di anidride carbonica per passeggero che supera di 20 volte quella di un volo commerciale. Ma dopo l’incoronazione continuerà ad essere un paladino della sostenibilità? E cambierà alcune delle sue abitudini in favore dell’ambiente?