Un’azienda agricola collettiva dove tutto ciò che viene prodotto è ridistribuito tra i soci, dove tutte le decisioni sono prese di comune accordo e dove si organizzano campi di lavoro comunitari e multiculturali. Un’utopia? No, è reale. Parliamo di Semi di Comunità, la prima Comunità che Supporta l’Agricoltura (CSA) di Roma.
Semi di Comunità nasce nel 2019 grazie all’iniziativa di un gruppo di persone all’interno del Parco di Veio. I soci, tutti e tutte, sono lavoratori, fruitori e sovventori. La cooperativa agricola produce internamente solo per chi ne fa parte, senza vendere nulla al mercato esterno. Il cibo quindi ritorna al suo significato originario di mezzo di sostentamento e di bene primario, libero dalla nozione di merce.
La vita in comunità
In sostanza, si tratta di una grande comunità fatta di vita partecipata e collettiva, dove il cibo è autoprodotto. Spiega a Startupitalia.eu Riccardo Razionale, della cooperativa agricola: «Si tratta di un’azienda agricola collettiva, dove si decide insieme cosa, come e quando piantare». Poi ci si divide i prodotti: «I soci della cooperativa sono messi nella condizione di partecipare alla distribuzione, ma soprattutto ai lavori di campo. Il raccolto viene diviso tra le famiglie che partecipano al finanziamento della cooperativa, in parti uguali».
I valori di condivisione e collaborazione
I valori sono in linea con i diritti dell’uomo e dell’ambiente: comunità, partecipazione, solidarietà, inclusione, amicizia, condivisione dei saperi e rispetto per la natura e per gli esseri umani.
La vita è comunitaria, come sottolinea Riccardo Razionale: «Pranziamo tutti insieme, in modo molto conviviale. La nostra realtà smentisce tante dinamiche diffuse nella società». Si decide insieme attraverso alcuni gruppi di lavoro, per esempio il gruppo coltura, «che analizza i campi, vede cosa abbiamo fatto, cosa è andato meglio o peggio e propone ai soci un piano colturale». Insomma, un vero e proprio ritorno alla tradizione, all’insegna della tranquillità e della collaborazione di una realtà che sembrava ormai perduta.
Il fatto che niente sia venduto all’esterno della cooperativa implica alcuni fattori rilevanti: «Da una parte dobbiamo programmare tutto in maniera puntuale, dall’altra i costi sono molto bassi, perché produciamo lo stretto necessario per il nostro sostentamento».
Un progetto sostenibile
Il fatto di dividere il prodotto in parti uguali «ci consente di ridurre lo spreco alimentare allo zero, poiché niente viene mai buttato». La virtuosità si nota anche a livello aziendale, poiché le attività prevedono poche risorse economiche e una collaborazione continua e costante. L’obiettivo, insomma, è ben delineato: «Riuscire a fare un progetto sostenibile a livello ambientale, economico e soprattutto sociale».
A lavorare nella comunità non mancano i volontari. «Il lavoro campi si svolge in maniera molto semplice in modo da far partecipare tutti e tutte; è anche a prova del volontario che viene senza aver mai fatto un’attività agricola, affacciandosi per la prima volta a questo mondo».
L’agricoltura come facilitatore interculturale
È proprio durante l’estate che i volontari scendono in campo: «Durante l’estate accogliamo persone provenienti da tutte le parti del mondo a partire dal primo giugno. Queste persone dormono in tenda, in un ambiente confortevole. Lavorano alcune ore durante la mattina e in cambio hanno vitto e allogio». Il risultato? «Uno scambio culturale molto bello».
Le barriere interculturali sono dunque superate: «Sono tutte persone aperte, abituate a viaggiare e ad adattarsi ai luoghi nei quali sono ospitate. Inoltre, Roma è una città multietnica. Di conseguenza, anche se non si parla la stessa lingua ci si comprende ugualmente, anche a gesti».
A supportare l’atmosfera di convivialità è proprio l’agricoltura, come evidenzia Riccardo Razionale: «L’attività pratica ci unisce molto facilmente: è divertente e non abbiamo alcuna difficoltà di integrazione».
Campo ad agosto
Semi di comunità organizza anche i campi SCI, Servizio Civile Internazionale. Nel 2024 ne è previsto uno aperto ai maggiorenni adal 21 al 31 agosto. Le attività previste sono molteplici; solo per citare qualche esempio: trapiantare e seminare piantine, raccogliere verdure, diserbare le erbe spontanee dai filari, controllare gli insetti infestanti o montare i campi con le manichette d’irrigazione. Se il tempo lo consente sono anche previste attività di eco-costruzione. Tutte le attività saranno effettuate a fianco dei soci e socie della cooperativa, in uno spirito di condivisione delle conoscenze e di allegria.
Il sogno di continuità
Semi di comunità ha dei sogni legati al futuro in linea con lo spirito di condivisione.«Vorremmo rinnovarci restando uguali, mantenendo i nostri valori. Il sogno è migliorare la produzione, aumentare la partecipazione ai campi ma soprattutto ringiovanire il gruppo che partecipa al campo, magari con giovani tra i 20 e i 30 anni. Sarebbe bello avere sempre più giovani per vedere questo progetto andare avanti. Auspichiamo la sua permanenza nel tempo».
Immagini: Semi di Comunità