Il settore del GovTech oggi in Europa vale 116 miliardi di euro e in Italia questo ecosistema raggiunge i 12 miliardi di valore, con prospettive di crescita che toccano i 50 miliardi entro il 2031, per un’incidenza attesa di circa il +2% sul PIL. A discutere delle sorti del settore che tocca le ultime innovazioni tecnologiche adottate dalle pubbliche amministrazioni sono stati oltre 100 esperti e rappresentanti istituzionali provenienti da tutto il mondo arrivati a Milano per il “GovTech Forum per la Prosperità dei Paesi“, la prima convention italiana dedicata ai temi di sviluppo dell’ecosistema della digitalizzazione nella pubblica amministrazione e nei servizi pubblici, a livello nazionale e globale. A fare gli onori di casa, durante l’evento, organizzato da Feel e patrocinato dal Comune di Milano, Cassa Depositi e Prestiti e ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Giulio Centemero, deputato del Parlamento Italiano, Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, la responsabile del Board Innovazione Tecnologica del Comune di Milano, Layla Pavone e Guido Arnone, Chief Technology Officer del Comune di Milano, oltre agli organizzatori. Tra i partner: Mastercard, Iliad e Intellera Consulting.
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I temi al centro del GovTech Forum
A parlare di sostenibilità e innovazione nelle pubbliche amministrazioni, tra i rappresentanti arrivati da tutto il mondo, sono stati anche Roby Senderowitsch, practice manager for Public Administration, Governance Global Practice della World Bank e Stefanos Kotoglou, programme officer della Commissione Ue. Per lo sviluppo di ecosistemi GovTech in Italia è necessario superare il “mito della Silicon Valley”, guardare anche altre fasi del ciclo di innovazione e coinvolgere una varietà di attori, tra cui startup, imprese consolidate e centri di ricerca, lavorando a livello centrale e locale. Tra i suggerimenti e le proposte che sono emerse c’è anche l’adozione di “sandbox” regolatorie per facilitare l’innovazione nel settore pubblico e coinvolgere investitori qualificati attraverso iniziative di mappatura e comunicazione con la comunità finanziaria. Per cogliere le opportunità di prosperità nei territori non urbani non è sufficiente portare la connettività, migliorare la mobilità e le infrastrutture e alcuni servizi amministrativi, ma serve la capacità di attrarre talenti (o turisti) e imprese innovative, valorizzando il contesto con una pianificazione strategica e migliorando i servizi in modo specifico rispetto alla domanda prospettica e ai bisogni (sanitari, educativi, accoglienza, mobilità, sicurezza, integrazione) con approcci data-driven.
I piani per Milano
Ma quanto vale il GovTech per il Comune di Milano? «Il GovTech, la tecnologia al servizio del governo del territorio, coinvolge processi, competenze, persone, il potenziale dell’intelligenza artificiale e pone la pubblica amministrazione al centro di una grande sfida – ha dichiarato Layla Pavone – Gli obiettivi e le risorse del Next Generation Eu per la transizione sostenibile sono una leva unica: per Milano significa la messa a terra di progetti per la digitalizzazione finanziati dal Pnrr con oltre 18 milioni di euro, ma anche la mobilitazione di un sistema di partner che riunisce Pmi, operatori privati, investitori, società civile, università e pone i cittadini al centro di ogni innovazione. Modernizzare la macchina pubblica e realizzare servizi più semplici, efficienti, sicuri e accessibili a tutti si sta traducendo per Milano in un impegno a investire in formazione e cultura e a creare ponti per condividere le migliori pratiche». Sull’importanza della messa a terra dei progetti per il capoluogo ha insistito anche Andrea Landini, tra gli organizzatori del Forum: «Milano è un leader nazionale nel GovTech non solo perché ha realizzato e implementato soluzioni innovative nei servizi pubblici e nelle tecnologie ma anche perché vi sono attori rilevanti per sviluppare le competenze, le strutture e le connessioni. Milano è percepita troppo come “città degli affari”, mentre c’è una grande attenzione tra i cittadini e gli stakeholder per la sfera pubblica».
Attrarre talenti e competenze
Lavorare sulle competenze digitali a più livelli, per abilitare la trasformazione in chiave digitale, è la leva per accrescere le competenze GovTech secondo coloro che hanno partecipato al Forum. E su questo tema è centrale anche l’attrazione dei talenti del digitale e lo sviluppo e l’organizzazione delle competenze in tale settore. Tuttavia, il contesto attuale presenta diverse sfide per la pubblica amministrazione, come datore di lavoro per i professionisti del digitale. «GovTech non è solo inteso come l’adozione di tecnologie innovative da parte della pubblica amministrazione, ma anche come politica per la prosperità del Paese e dell’Europa, con impatti economici e sociali che dobbiamo conoscere e poter condividere – hanno commentato i founder di Feel, Simone De Battisti, Marcello Coppa e Andrea Landini– Questa auspichiamo che sia la prima di molte iniziative che vedranno istituzioni, aziende, università e startup coinvolte insieme in un vero ecosistema italiano dell’innovazione governativa».