L’astrofisica di fama internazionale, Patrizia Caraveo, dirigente di Ricerca all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha ricevuto a Parigi il premio “Basic Science Award“, che le è stato assegnato dalla International Academy of Astronautics per il suo libro “Saving the Starry Night“. «Non mi aspettavo questo riconoscimento, sono diventata un membro della International Academy of Astronautics 2 anni fa. Ho ricevuto l’invito per partecipare a una serata di gala ma non avevo la minima idea del fatto che mi avessero assegnato un premio. Tra le tante cose che avevo da fare mi ero anche scusata del fatto che non avrei potuto partecipare, poi quando mi hanno svelato il motivo per cui avrei dovuto essere presente è stata una sorpresa emozionante», commenta l’astrofisica che su StartupItalia cura la rubrica “Spazio al futuro”.
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Saving The Starry Night
Scienziata di fama mondiale, nel 2009 Patrizia Caraveo è stata insignita del Premio Nazionale Presidente della Repubblica. Nel 2014, Women in Aerospace Europe le ha conferito l’Outstanding Achievement Award e Thomson Reuters l’ha inserita nella lista degli Highly Cited Researchers. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle 100donne contro gli stereotipi. Nel 2021 ha ricevuto il premio “Enrico Fermi”, assegnatole dalla Società Italiana di Fisica (Sif) ed è commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel suo libro “Saving the Starry Night” l’astrofisica racconta i pericoli che l’inquinamento luminoso rappresenta per l’astronomia professionale, un settore ancora esente da regolamentazioni che oggi deve fare i conti con una serie di ostacoli per lo studio delle stelle.
«Per fare bene il proprio lavoro gli astronomi devono trovarsi lontani dai centri abitati, cosa che sta diventando sempre più difficile – commenta Caraveo – Questo problema ha un significato ancora più profondo se si pensa al peso culturale: non essere più in grado di vedere le stelle più brillanti ci priva di una parte del nostro retaggio culturale che non è solo occidentale perché le costellazioni, anche se sono diverse, hanno sempre giocato un ruolo molto importante nelle civiltà. Credo che sia questa una delle ragioni per le quali l’Accademia ha apprezzato il libro. Nel testo c’è anche una parte dedicata alle nuove costellazioni di satelliti, come StarLink di Elon Musk, che offrono un servizio molto strategico ma, allo stesso tempo, rappresentano un problema per gli scienziati che hanno costruito strumenti di punta per studiare le stelle utilizzando fondi pubblici. Al punto che è iniziata una discussione tra gli ingegneri di Musk e gli esperti di astronomia per cercare di rendere meno brillanti i suoi satelliti. Tutto questo accade perché c’è un problema di mancanza legislativa a livello globale sul traffico orbitale». L’importanza dell’inquinamento luminoso è anche al centro dell’ultima pubblicazione dell’astrofisica, uscita la scorsa settimana, dal titolo “Troppa luce fa male“, che apre una riflessione sul corretto utilizzo della luce artificiale.