Uno stabilimento, già esistente, ma da rinnovare dal punto di vista tecnologico. La joint venture per la conversione green
Il comunicato stampa con cui Mercedes e la scaleup statunitense Rivian annunciano la partnership per realizzare furgoni elettrici in Europa non dà molti dettagli su come questo accordo prenderà forma. Bisognerà aspettare qualche anno prima che inizino a produrre veicoli all’interno di uno stabilimento che non verrà costruito da zero. Le due società si appoggeranno a uno stabilimento che il gruppo Mercedes ha già attivo nell’Europa centro-orientale e che verrà rinnovato dal punto di vista tecnologico. «Siamo lieti di collaborare con Mercedes-Benz a questo progetto – è stato il commento del Ceo di Rivian, RJ Scaringe – . Mercedes-Benz è una delle aziende automobilistiche più conosciute e rispettate al mondo e crediamo che insieme riusciremo a produrre furgoni elettrici davvero notevoli che non solo andranno a beneficio dei nostri clienti, ma anche del pianeta».
Se del gruppo tedesco conosciamo molto, di Rivian (fondata nel 2009) si è iniziato a parlare soltanto negli ultimi anni. L’ex startup americana ha attirato le attenzioni di moltissimi investitori lo scorso anno, con una IPO da 90 miliardi di dollari. All’entusiasmo iniziale per la quotazione di un’azienda nella quale avevano comunque già investito Amazon e Ford, è seguito un percorso a ostacoli. Le azioni in Borsa sono crollate (dal massimo di 129 dollari al minimo di 25 dollari), sotto il peso di diverse notizie e di fronte alla difficoltà di Rivian nello sfornare i propri veicoli.
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Una delle notizie peggiori per Rivian è stata quella dell’accordo tra Amazon e Stellantis per costruire van elettrici da introdurre nella flotta del gigante dell’ecommerce. Un aggiornamento simile è suonato come una bocciatura al lavoro di Rivian, che anni fa aveva ricevuto un’ordine imponente dall’azienda di Andy Jassy per consegnare 10mila furgoni elettrici. La realtà, come abbiamo spiegato nell’approfondimento che pubblichiamo qui sotto, è che le ambizioni di Amazon nella transizione green sono troppo alte per essere affidate a un’unica realtà.