Italiano, classe 1980, Christian Pichler ha lasciato l’azienda di famiglia attiva nel commercio del latte per creare una società d’investimento e ha scommesso su Perfect Day, che ha già raccolto 750 milioni di dollari. Ma nel portfolio c’è pure Change Foods, che produrrà formaggi animal free
Nelle vene di Christian Pichler scorre latte, non sangue. Nato in Alto Adige nel 1980, la sua famiglia è sempre stata nel commercio dell’oro bianco, lavorando come intermediari tra l’Italia e i Paesi di lingua tedesca. Nel 2010, dopo una esperienza in Goldman Sachs e in Nestlè, Christian è tornato nell’azienda di famiglia e da qui ha creato una private investment company, chiamata Gerber-Rauth, dedicata agli investimenti in quello che lui definisce il ‘Dairy Ecosystem’. E tra le startup in cui ha investito c’è anche Perfect Day, una azienda che sta producendo ‘latte’ con la tecnologia della precision fermentation (la fermentazione microbica).
“Ho chiamato l’azienda Gerber-Rauth in onore dei miei avi e del mio territorio. Gerber è un maso fondato nel 1.500 circa in Val D’Ega, dove fra l’altro si produceva anche latte. Mentre Rauth è una locanda sulla via che collegava Venezia alla Germania in cui si fermavano i mercanti a riposare”, ci spiega Christian che incontriamo nella sede milanese di Gerber-Rauth. “Latte e commercio sono le due anime della mia famiglia e del mio lavoro”.
Investire per il futuro del settore lattiero-caseario
Oggi Gerber-Rauth, fondata nel 2015, è una private investment company con asset per 10 milioni di euro con investimenti in un ampio portafoglio di startup, quasi tutte focalizzate sul settore dairy e in generale nell’agri-business. Inoltre ha il controllo di L’Interform, azienda fondata nel 1968 e acquisita nel 2011 che si occupa di commercializzare prodotti lattiero-caseari e di creare opportunità per aziende estere che vogliono entrare in Italia. Tra i marchi lanciati nel Belpaese ci sono ad esempio le Sottilette della Mondelez, già Kraft, e la gamma Leerdammer, oggi parte del colosso Lactalis.
“Fin da ragazzo sono stato vicino al settore lattiero-caseario e affiancando mio padre ho acquisito una profonda conoscenza della materia prima e delle dinamiche di mercato che governano questo settore”, ci spiega Christian. “Un settore che sta vivendo una fase di rivoluzione che lo trasformerà completamente. Con Gerber-Rauth ho come obiettivo quello di essere parte di questo cambiamento e di aiutare il settore ed il Paese a stare al passo coi tempi”.
Il Dairy Ecosystem, che nel suo complesso vale qualcosa come oltre mille miliardi di dollari, oggi sta subendo una profonda trasformazione. Il ‘vecchio mondo’, quello delle stalle e dei caseifici, sta facendo i conti con la sostenibilità ambientale, il benessere animale, il declino dei consumi e l’accorciamento della filiera. “Negli ultimi 70 anni nelle stalle si è spinto tutto sulla produttività. Oggi le vacche producono quattro volte il latte che producevano nel Dopoguerra. Abbiamo investito sull’abbattimento dei costi ma comunque le stalle sono spesso in perdita, se non ci fosse la Pac, e le vacche sono sfruttate all’inverosimile”.
Accanto al ‘mondo vecchio’ c’è quello nuovo. Basti pensare al latte di origine vegetale (soia, farro, riso, mandorla, ma anche piselli, canapa e patate), che oggi prende circa un 10% del mercato. Ma all’orizzonte ci sono tecnologie ben più rivoluzionare, come la fermentazione di precisione, l’agricoltura cellulare e il molecular farming. Ma anche tecnologie semplicemente più avanzate per sfruttare al meglio la ricchezza nutritiva che siamo in grado da estrarre dalle piante.
“Fra 30-40 anni non ci sarà più la necessità di mantenere stalle a scala industriale, il sistema lattiero-caseario potrà tornare ad una dimensione più consona per gli animali e per gli agricoltori stessi ed il latte vaccino potrà essere prodotto in quantità più sostenibili, avere una qualità superiore ed essere apprezzato come un bene di lusso”, prevede Christian.
“Questo però non vuole dire che abbandoneremo le nostre radici, che lasceremo il mondo del latte tradizionale. Anzi, in totale controtendenza dello Zeitgeist che è oggi presente nel nostro settore, non mi sorprenderei se Gerber-Rauth fra un paio di anni investisse in una azienda agricola con delle mucche, gestite però in maniera totalmente diversa rispetto ad oggi. Occorre puntare sul modello di agricoltura circolare e valorizzare la materia prima latte, gli animali che la producono e le persone che nel settore ci lavorano.”
La sfida di Perfect Day
Protagonisti di questa rivoluzione sono lieviti e batteri, ingegnerizzati per produrre le molecole (grassi, proteine, zuccheri, etc.) che formano il latte. Invece di allevare le vacche, con tutte le esternalità negative del caso, oggi le singole componenti del latte sono sintetizzate da lieviti all’interno di bioreattori. Queste componenti, come ad esempio la caseina o la lattoglobulina, vengono poi separate e purificate per essere usate come ingredienti per produrre latte o prodotti intermedi.
Gerber-Rauth ha investito in Perfect Day, la startup che oggi è più avanti nel ricreare il latte utilizzando proprio la fermentazione di precisione. Ad oggi la startup ha raccolto ben 750 milioni di dollari che serviranno non solo per sviluppare la tecnologia, ma anche per acquisire (probabilmente) attori chiave lungo la filiera. E anche in Italia ci sono delle aziende, appartenenti al settore medicale e biotecnologico, che sono fornitori di Perfect Day.
Visualizza questo post su Instagram
“Siamo riusciti ad entrare in Perfect Day grazie al nostro know-how dell’industria lattiero-casearia in Europa. Per il cda della startup l’apporto in equity è stato secondario rispetto alla rete di contatti e alle opportunità che possiamo sviluppare”, sottolinea Christian.
Già, perché oggi in giro di soldi ce ne sono anche troppi. Visti gli aumenti dei tassi decisi dalle principali banche centrali le cose stanno cambiando, ma fino a poco fa reperire risorse sul mercato, specialmente negli Usa, era estremamente facile.
“Oggi Perfect Day sta sviluppando tutta una serie di prodotti vegetali che vengono però arricchiti e resi più vicini all’originale grazie all’aggiunta di componenti chiave del latte, quali ad esempio l’alfa-lattoalbumina”, ci spiega Christian. “Devo dire che anche piccoli apporti di queste molecole rendono il gusto e la sensazione al palato molto vicina a quella che si potrebbe provare assaggiando uno yogurt o un gelato tradizionali”.
Andare al di là del latte
Il latte è un prodotto composto da circa 3mila elementi differenti. Zuccheri, grassi, proteine, sali minerali, enzimi, vitamine e molto altro ancora. In linea di principio le startup FoodTech potrebbero ricreare ogni molecola biologica nei fermentatori e da qui ricomporre un latte identico, in tutto e per tutto, a quello originale. “Ma sarebbe estremamente costoso, complicato e poco efficiente. Con la tecnologia attuale meglio partire da una base vegetale per arricchirla con componenti chiave di origine animale”.
D’altronde oggi gli allevamenti hanno un impatto ambientale elevato e per molti sono poco etici. C’è dunque una grande platea di consumatori che preferirebbe prodotti di qualità, simili a quelli tradizionali, ma più sostenibili. Senza contare poi tutti quei consumatori che per ragioni di salute non possono mangiare latte vaccino e che invece potrebbero trovare presto sul mercato alternative buone e sane.
Inizia l’era del cibo su misura
“In futuro potremo customizzare la ricetta del latte secondo quello che vuole il consumatore. Ci saranno latti privi di lattosio o di grassi, latti e derivati senza tracce di proteine che causano le allergie. Ma ci saranno anche prodotti arricchiti con ingredienti funzionali e nutraceutici”, sottolinea Christian.
Un’altra startup in cui Gerber-Rauth ha investito è ad esempio Else Nutrition, realtà israeliana che lavora sulla creazione di baby formula, il latte in polvere per neonati. Oggi infatti l’alternativa a quello vaccino è a base soia, ma il profilo nutrizionale non è uguale a quello che il latte vaccino assicura. La svolta è creare una formula con le componenti chiave del latte vaccino eliminando dall’equazione la mucca. “Sono prodotti che sarebbero ideali per i neonati che hanno allergie alimentari o per quelle famiglie che non vogliono dare ai bambini prodotti provenienti dagli allevamenti”.
Altra startup in cui Gerber-Rauth ha investito è Change Foods, che lavora invece sulla creazione di formaggi tramite la fermentazione di precisione. “Sono un team creativo australiano che si è trasferito a San Josè, a sud di San Francisco, dove producono dei formaggi a base di componenti vegetali arricchiti con elementi di origine animale sintetizzati da lieviti che rendono i prodotti estremamente simili a quelli vaccini”, ci racconta Christian facendoci vedere sul cellulare alcune immagini di formaggi assaggiati di recente. “Oggi il costo della singola forma è esorbitante, ma una volta stabilita la ricetta e creati gli impianti il costo si può abbattere enormemente”.
La California è oggi la culla, insieme ad Israele e Singapore, dell’agricoltura cellulare. Nella Bay Area si possono trovare i talenti, i fondi e il mercato di sbocco dei prodotti. “Il team di Change Foods mi è piaciuto subito non solo per l’elevata professionalità, ma anche perché si sono trasferiti con le famiglie dall’Australia agli Usa. Questo è una prova tangibile del loro impegno”.
Quando Gerber-Rauth approccia una startup una delle prime cose che guarda è appunto il team, senior ma non vecchio, specializzato ma non dipendente da singole professionalità, dinamico e che si mette in gioco. C’è poi la tecnologia, che deve essere innovativa e difendibile, scalabile e capace di inserirsi bene nel mercato. E poi il business plan, che sia solido e realistico (ad analizzarlo ci pensa una società creata ad hoc, la Meyland Advisors).
È ora di essere coraggiosi
L’Italia è una potenza nel settore agroalimentare, ma ha bisogno di rinnovarsi per stare al passo coi tempi. “Non dobbiamo mettere in contrapposizione il vecchio e il nuovo mondo, anzi, vorrei che gli attori storici di questo settore oggi investissero in realtà emergenti e che le aiutassero a crescere”, spiega Christian che annuncia in anteprima a StartupItalia lo sviluppo di un fondo.
The Future of Dairy (nome ancora provvisorio) sarà un fondo di investimento promosso da Gerber-Rauth come sponsor, ma aperto anche ad investitori terzi, che sarà probabilmente lanciato nel 2023 e avrà proprio l’obiettivo di identificare le startup più promettenti nel settore per supportarle attraverso capitali, ma soprattutto attraverso il know-how e il network che potranno mettere a disposizione i soci. Christian non è nuovo a certe avventure. Da poche settimane infatti Cereal Docks ha lanciato il proprio fondo cvc (corporate venture capital) e Pichler è stato nominato da Giacomo Fanin Advisory Board Member.