A volte le idee buone non si traducono immediatamente in un prodotto utile. «Giuseppe Peroni, all’epoca, lavorava alla Montedison e il sindaco di Venezia si lamentava che le chiazze di varie sostanze arrivavano fino a Piazza San Marco. Ha così dato forma a primo modello di spugna, decenni fa. Era in poliuretano, ma non se ne è fatto mai nulla». Fino a quando Alessandro Taini, grazie al papà, non ha incontrato questo ex chimico inciampando in un progetto dal grande potenziale.
«Era il 2014 e non ero ancora laureato. Lui e mio padre si sono messi a parlare di questa spugna. Raccoglieva olio e funzionava ancora». Da quell’incontro si sono poste le basi per T1 Solutions, startup cleantech italiana che offre sul mercato kit per porti e non solo utili per ripulire le acque in particolare nei momenti di crisi ed emergenza ambientale.
Nella capitale europea dell’oil&gas
Laurea in economia e commercio, 33 anni, Alessandro Taini non è un chimico e per la sua startup si è affidato a centri di competenza. La cleantech ha sede a Nave, appena fuori Brescia. Il luogo di avvio dell’azienda è però avvenuto in quella che in molti definiscono la capitale dell’oil&gas europeo: Aberdeen, nord est della Scozia. «Nessuno del team originario era esperto del settore. Quando ti devi formare da zero, devi capire tante di cose. Sono andato in UK in questo technology center finanziato dal Governo inglese e da British Petroleum. Dopo il pitch ci hanno preso: ognuna delle 10 startup è stata finanziata con 100mila sterline a fondo perduto».
La startup ha aperto una sede anche Oltremanica, dove Taini ha capito che «la cosa stava diventando seria». Ma il team non si è certo trovato un’invenzione fatta e finita. «Peroni voleva lasciare qualcosa per contribuire a salvare il mondo. È un progetto nato in amicizia. Il prodotto originario oggi sarebbe stato fuori norma, perché i materiali impiegati erano diversi. Ci sono voluti un paio d’anni per cambiarli, partendo dal concept iniziale». Complessivamente il team conta oggi otto persone a cui si aggiungono i chimici e i tecnici che producono le spugne.
Mari da ripulire
Ma come sono fatte? Tutto parte dal brevetto, FoamFlex. «Il prodotto ha una capacità di respingere l’acqua e assorbire l’olio. E con olio intendiamo idrocarburi, petrolio e altre sostanze a base oleosa». Per realizzarle, ci ha spiegato il Ceo, la procedura è simile a quella dei materassi. La loro funzione non necessita di app o software: basta disporlo in acqua per far sì che quella porzione di oceano, mare o fiume venga ripulita.
«Per assorbire il diesel impiega 8/10 secondi, un olio 1 minuto, il carburante 30 minuti. L’altro aspetto interessante è che 1 kg di spugna raccoglie circa 25 volte il proprio peso. Una volta terminato il lavoro strizzi la spugna in un macchinario ed è pronta per un nuovo utilizzo». L’applicabilità di una simile tecnologia cleantech è evidente visti i disastri ambientali provocati dall’uomo che hanno inquinato le acque in mezzo mondo.
«Faccio l’esempio di quanto accaduto nel Golfo del Messico nel 2010, una sorta di 11 settembre dell’ambiente. La BP ha speso 40 miliardi di dollari e per risolvere l’emergenza hanno attivato migliaia di persone con molti mezzi. Hanno recuperato il 4% di quanto sversato. In media il tasso di raccolta è intorno al 2%». Il prodotto della startup bresciana è in vendita ed è servito anche per risolvere situazioni emergenziali, come alle Canarie alcuni anni fa. T1 Solutions ha chiuso finora due round: nel 2022 il seed da mezzo milione di euro, a cui è seguito nel 2023 il Serie A da 1,7 milioni in cui hanno partecipato LIFTT e CDP Venture Capital.
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Di recente, T1 Solutions ha collaborato con Q8 al progetto Q8 Sailing for Change: ovvero un tour in barca a vela nei principali porti italiani. Durante ogni tappa è stato consegnato un Water Cleaning Kit, contenente le spugne FoamFlex. «Parte dell’inquinamento deriva da comportamenti umani – ha concluso il Ceo Taini -. Per i porti il kit serve a rispondere di fronte alle emergenze: il problema è che occorrono attrezzature e personale durante le crisi. Noi funzioniamo come una sorte di estintore, facile e rapido da usare».