Accordo di fornitura tra Tesla e Talon Metals. Il magnate statunitense promette estrazioni ‘carbon neutral’. Ma sono possibili?
Aveva promesso di portare l’uomo nello spazio, e c’è riuscito. Aveva promesso di realizzare un’auto elettrica che fosse anche performante. E c’è riuscito. Aveva promesso un treno ad alta velocità che sparasse i passeggeri a oltre 300 chilometri orari e… be’, presto potrebbe riuscirci davvero. Sarà anche uno sbruffone, ma non si può dire che l’ex startupper, oggi considerato da molti alla stregua di guru visionario, Elon Musk non mantenga le promesse. L’ultima che sfida che si è posto, però, potrebbe dargli parecchio filo da torcere: estrarre nichel a impatto zero per il pianeta.
Sono infatti ben note le conseguenze sul pianeta delle estrazioni del nichel, estratto prevalentemente in Australia, Canada, Indonesia e in Russia. Le Filippine hanno persino avviato una exit strategy dal comparto, chiudendo o sospendendo l’attività di 17 miniere nonostante il mercato accresca quotidianamente la propria fame del metallo prezioso, essenziale, come il litio e la grafite, per la produzione delle batterie delle auto elettriche, che erroneamente chiamiamo ‘a impatto zero’.
Ma è davvero così? No. Perché il nichel è dannoso anzitutto per la salute, sia dei minatori, sia delle popolazioni residenti in prossimità delle miniere. Come riportato dal Guardian, in Colombia, tra chi vive a valle delle miniere, sono stati riscontrati con sempre maggior frequenza casi di deformità, problemi respiratori e patologie legate al livello elevatissimo di inquinamento. E poi, appunto, c’è il tema dell’inquinamento ambientale, perché l’estrazione comporta la dispersione, spesso in rivi, ruscelli e fiumi, di tutti i materiali di scarto, che contengono metalli inquinanti in grado di avvelenare flora e fauna.
Qui entra in gioco Musk che, come tutti i player del settore dell’automotive, ha bisogno del nichel per produrre le sue auto elettriche. Il magnate statunitense in merito ha affermato di aver siglato un accordo di fornitura con Talon Metals. La miniera interessata dal contratto sarà la Tamarack, in Minnesota. Il minerale estratto sarà usato per realizzare la batteria del veicolo elettrico in un modo reclamizzato come “il più ecologico possibile”. Talon è stata scelta dalla Casa automobilistica statunitense in quanto prevede di utilizzare tecnologia sperimentale per aspirare l’anidride carbonica dall’atmosfera e di legarla chimicamente – e quindi di conservarla permanentemente – alle rocce trovate all’interno delle miniere. Il processo, che è ancora in fase di test, consentirebbe a Talon di commercializzare il nichel come carbon neutral.
“L’approvvigionamento responsabile dei materiali delle batterie è stato a lungo un obiettivo di Tesla”, ha affermato in un comunicato stampa Drew Baglino, dirigente di Tesla. Nulla invece è stato detto circa la dispersione dei materiali di scarto, che potrebbe comportare l’avvelenamento delle falde acquifere. Non è la prima volta che Elon Musk sottolinea la necessità di estrarre nichel in modo davvero ecologico. Nel corso del 2020 l’amministratore delegato di Tesla aveva chiesto all’industria mineraria di produrre più nichel “in un modo rispettoso dell’ambiente”. Sempre Musk aveva anche aspramente criticato la produzione di nichel statunitense definendola “oggettivamente molto zoppa”. E ora? Manterrà la promessa di un nichel che non inquini il pianeta e faccia male alla salute?