C’è l’azienda che si occupa di trattare i disturbi alimentari, online e in presenza; quella che si dedica all’educazione finanziaria e sfrutta l’intelligenza artificiale per far crescere la consapevolezza su argomenti fondamentali all’interno delle aziende; e poi il servizio di traduzione dalla Lingua dei Segni Italiana (LIS) all’italiano, basato su AI. Sono sei complessivamente le startup che hanno partecipato al Demo Day della seconda edizione di Personae, l’acceleratore Welfare della Rete Nazionale CDP, che da due anni affianca e investe sulle proposte in grado di migliorare il benessere delle persone e delle comunità. Le sei startup del secondo batch sono AccessiBit, Centro DCA, Dermaself, FunniFin, GRLS e Handy Signs.
Quando ci sarà la prossima call di Personae?
A breve sarà lanciata la prossima call per candidarsi al terzo batch di Personae. Nel frattempo su StartupItalia trovate profili, tecnologie e visioni delle sei realtà innovative che hanno concluso il proprio percorso di accelerazione («intensiva», come l’hanno descritta), della durata di sei mesi, spesi tra Milano e Torino. Al People Hub Milanofiori di Accenture Founder e Ceo hanno incontrato una platea di investitori per avviare i contatti. In molti, durante i pitch, hanno quantificato l’obiettivo di raccolta: mezzo milione di euro.
I co-investitori di Personae sono SocialFare Seed, a|impact e Fondazione Italiana Accenture ETS. Prima dei pitch Marco Cornetto, Key Account Manager & Impact Startup Developer di SocialFare, ha parlato di quanto fatto gomito a gomito con le startup. «Il batch ha fatto un grande lavoro nella ricerca. Oltre all’accelerazione c’è stata la pre-accelerazione, per valutare i need e la roadmap di sviluppo».
Le sei startup, selezionate tra oltre 200, hanno ricevuto un investimento di 100mila euro, al quale si potrà aggiungere un follow on fino a 300mila euro per i migliori team del batch. Nel corso del Demo Day hanno preso la parola diversi protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione, specializzati nel settore dell’accessibilità. I main partner del programma sono Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore; Accenture partecipa come corporate partner.
Accessibilità, un tema di tutti
Accessibilità non significa soltanto inclusione per le persone con disabilità. Uno degli aspetti più importanti emersi durante il Demo Day di Personae è che la discriminazione – ovvero la negazione dell’accessibilità – è un problema molto più esteso di quanto non si pensi. Ha a che fare per esempio con l’alfabetizzazione finanziaria, senz’altro con la disabilità, ma anche con la salute mentale e lo stigma che ancora le persone vivono quando sentono di aver un problema difficile da condividere.
Luna Pagnin, content creator e biologa, ha parlato del proprio impegno per una comunicazione diversa riguardante i disturbi alimentari. «I disturbi del comportamento alimentare sono malattie psicofsiche. Rappresentano la seconda ragione di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. Le diagnosi certificate sono più di 3 milioni, ma non abbiamo idea di quante siano quelle di chi non ha accesso alle cure o non riesce a chiedere aiuto».
I profili delle startup del secondo batch di Personae
«Lavorare sull’accessibilità digitale significa abbattere le barriere. Il 97% dei siti attivi nel mondo non è accessibile», ha commentato Jacopo Pontone Ceo di AccessiBit. La sua è un’azienda che punta a rendere accessibili siti web, app mobile e documenti online nel rispetto delle norme vigenti. Come accennato da Pagnin, i disturbi alimentari non vengono affrontati con la dovuta urgenza. «C’è un’emergenza sanitaria in corso – ha avvertito Giuseppe Magistrale, founder di Centro DCA, rete di professionisti sanitari, specializzata nel trattamento dei disturbi alimentari, online e dal vivo -. In Italia c’è un enorme problema di accesso alle cure: su 3,5 milioni persone che soffrono di DCA solo 10mila sono quelle prese in carico dal Sistema Sanitario Nazionale».
Nel corso dei pitch al Demo Day di Personae, si è discusso anche di accesso a cure dermatologiche grazie al digitale. «In Italia sei milioni di persone hanno l’acne, con appena 5mila dermatologi concentrati nelle grandi città – ha spiegato la Ceo di Dermaself, Elena Setaro, piattaforma digitale che offre consulenze e prodotti di skincare personalizzati grazie all’AI -. È un mercato da 2,2 miliardi di euro in Europa, con previsione di crescita in Italia del 33%. La nostra è tele-dermatologia».
Ragionare di welfare comporta anche un affondo nel mondo delle imprese e del corporate welfare. A riguardo, il programma Personae ha accelerato la proposta della startup FunniFin, piattaforma di educazione finanziaria che aiuta le aziende a sostenere i propri clienti e dipendenti su tematiche di empowerment finanziario e financial wellbeing. «Offriamo apprendimento personalizzato con video corsi, sessioni di coaching e un assistente virtuale finanziario che aiuta a capire come leggere una busta paga – ha commentato il founder Leonardo Capotosto -. Il nostro è un SaaS valido come benefit».
Tra le startup accelerate da Personae c’è anche GRLS, che abbiamo raccontato già sul magazine (qui trovate l’intervista alla co-founder Greta Beccarello). «Abbiamo creato una community di 20mila persone. Siamo per un recruiting inclusivo», ha spiegato la Ceo Benedetta Tornesi. L’azienda sta sviluppando la piattaforma di Diverse Talent Sourcing basata sull’AI con l’obiettivo di favorire match tra i talenti femminili e non binary e le aziende.
Handy Signs, servizio di traduzione dalla Lingua dei Segni Italiana (LIS) all’italiano, basato sull’intelligenza artificiale AI, ha effettuato il pitch con Laura De Negri, docente LIS. «In Italia ci sono 1 milione di persone sorde e il 70% riscontra problemi di comunicazione con le persone udenti», ha detto il fondatore della startup Emanuele Chiusaroli. A breve verranno pubblicate le informazioni per partecipare alla prossima call di Personae, programma che ha una dotazione complessiva di 6,1 milioni di euro.